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Telecamere obbligatorie in asili e case di cura, via libera dal Senato

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Il Senato ha approvato l’emendamento che prevede l'obbligo di installare telecamere in tutte le aule delle scuole dell'infanzia e in tutte le strutture di assistenza e cura di anziani e disabili. Ora si attende il voto alla Camera. La misura è inserita nel Decreto Sblocca-cantieri.

L’obbligo di installare telecamere “in tutte le aule” delle scuole dell’infanzia e “in tutte le strutture” di assistenza e cura di anziani e disabili è stato approvato, ieri, dal Senato. La norma “Sistemi di videosorveglianza a tutela dei minori e degli anziani” è contenuta in un emendamento, inserito nel decreto Sblocca-cantieri, presentato in veste assolutamente trasversale, portando la firma dei senatori di Lega, M5S, Partito Democratico e Forza Italia. Per diventare legge occorre l’approvazione anche della Camera. 

La proposta assegna al ministero dell’Interno una dotazione di 5 milioni per il 2019 e 15 milioni per ogni anno dal 2020 al 2024: serviranno ai Comuni per installare apparecchiature finalizzate alla conservazione delle immagini per tre anni. Altrettanti ne vengono stanziati per fornire gli stessi strumenti alle “strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali a carattere residenziale, semiresidenziale o diurno”.

L’obbligo, la novità rispetto alle precedenti proposte di legge

La novità, rispetto alle altre proposte di legge sull’installazione della videosorveglianza in asili e case di cura, è l’obbligo, e non più l’azione facoltativa. E proprio l’obbligo ha suscitato i rilievi del Garante Privacy. Infatti Antonello Soro, nell’ultima audizione svolta al Senato sulle misure di prevenzione di maltrattamenti a danno di minori, anziani e disabili nelle strutture pubbliche e private ha sottolineato, tra l’altro, che sarebbe difficile ritenere conforme al principio di proporzionalità  l’obbligo di sottoposizione costante a videosorveglianza di tutto il personale educativo e, per altro verso, di tutti i bambini presenti tanto negli asili nido quanto nelle scuole materne del Paese, a prescindere dall’effettiva sussistenza di rischi specifici (avrebbe poco senso ad esempio per le scuole con aule vetrate).  Per le strutture di cura vale la stessa considerazione ai fini della proporzionalità del trattamento, benché la videosorveglianza sia lì subordinata al consenso delle persone riprese, che tuttavia è difficile possa sempre ritenersi realmente libero e, quindi, valido, tanto più rispetto ai dati inerenti la condizione di salute. 

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