il nuovo passaporto?

Pass vaccinale digitale. von der Leyen: “Nostra proposta questo mese”. Garante italiano”: Senza legge ad hoc illegittimo”

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Ursula von der Leyen: “Presenteremo questo mese una proposta legislativa per il Green Pass digitale”. Garante privacy Italiano: “Necessaria una legge ad hoc". I pareri di 3 esperti del settore.

Prende corpo, in queste ore, la volontà della Commissione europea di dar vita al “passaporto vaccinale“: pass vaccinale digitale o green pass digitale. Un certificato da mostrare attraverso un’applicazione per dimostrare di essere stati vaccinati o di essere risultati negativi al Covid come condizione per l’accesso a determinati luoghi di lavoro o per turismo, per la fruizione di alcuni servizi (es. aeroporti, hotel, stazioni, palestre ecc.). e per viaggiare tra gli Stati dell’Unione europea.

von der Leyen: “Questo mese nostra proposta per il Digital Green Pass”

“Presenteremo questo mese una proposta legislativa per un Green Pass digitale”, ha annunciato oggi Ursula von der Leyen. 

“L’obiettivo”, ha spiegato la presidente della Commissione Ue, “è fornire

  • La prova che una persona sia stata vaccinata. 
  • Risultato negativo del test effettuato da chi non ha potuto ancora ricevere un vaccino Anti-Covid.
  • ed eventuali informazioni su guarigione da Covid-19.

Un passaporto digitale vaccinale solo per lavoro e turismo?

“Rispetterà la protezione dei dati, la sicurezza e la privacy”, ha promesso von der Leyen, spiegando che “il Green Pass digitale dovrebbe facilitare la vita degli europei. L’obiettivo è consentire loro di muoversi gradualmente in sicurezza nell’Unione europea o all’estero, per lavoro o per turismo”.

Il 17 marzo presentazione del pacchetto per viaggiare sicuri in Ue con il pass verde Covid

La data è il 17 marzo quando “la Commissione europea presenterà un pacchetto” con il pass verde Covid “che si concentrerà sui viaggi e la revoca delle restrizioni, per una riapertura comune sicura”, ha detto il vicepresidente dell’Esecutivo comunitario, Margaritis Schinas, durante la conferenza stampa al termine del vertice informale dei ministri della Salute dell’Ue, parlando della proposta del certificato digitale per il vaccino covid.

“In ogni caso la mobilità per motivi non essenziali deve ancora essere scoraggiata”

“Il certificato di vaccinazione dovrà essere uno strumento per gestire la pandemia. Per realizzarlo saranno necessarie specifiche risorse teconologiche e la Commissione Ue intende supportare questo processo per alleggerire le restrizioni alla mobilità e contro le discriminazioni”. Ha aggiunto Schinas.
“In ogni caso la mobilità per motivi non essenziali deve ancora essere scoraggiata”, ha concluso.

Garante privacy Italiano: “Legge ad hoc per il certificato digitale vaccinale” 

In attesa di conoscere i dettagli della proposta della Commissione Ue sul pass digitale vaccinale, oggi il Garante privacy italiano ha indicato i paletti e i princìpi da rispettare, necessariamente, per introdurre la soluzione digitale.

Il Garante ritiene, pertanto, che 

  • il trattamento dei dati relativi allo stato vaccinale dei cittadini a fini di accesso a determinati locali o di fruizione di determinati servizi, debba essere oggetto di una norma di legge nazionale, conforme ai princìpi in materia di protezione dei dati personali (in particolare, quelli di proporzionalità, limitazione delle finalità e di minimizzazione dei dati), in modo da realizzare un equo bilanciamento tra l’interesse pubblico che si intende perseguire e l’interesse individuale alla riservatezza.

In assenza di una legge ad hoc, è illegittimo l’introduzione in Italia del certificato digitale vaccinale, precisa il Garante.

“In assenza di tale eventuale base giuridica normativa – sulla cui compatibilità con i principi stabiliti dal Regolamento Ue il Garante si riserva di pronunciarsi – l’utilizzo in qualsiasi forma, da parte di soggetti pubblici e di soggetti privati fornitori di servizi destinati al pubblico, di app e pass destinati a distinguere i cittadini vaccinati dai cittadini non vaccinati è da considerarsi illegittimo”.

La questione,  infine comunica l’Autorità, sarà oggetto di una prossima segnalazione al Parlamento.

I pareri di alcuni esperti del settore

Alessandro del Ninno, avvocato esperto di ICT e data protection: “Prendiamo come modello Islanda e Israele dove il certificato vaccinale digitale è già utilizzato”

“Il Certificato vaccinale digitale non ripristina, come prima del Covid, la libertà di circolazione, perché, secondo la scienza, non si sa ancora se il vaccino, oltre ad immunizzarci, ci sterilizzi, per cui la libera circolazione giuridica non coincide con l’assenso della scienza. 
Come farlo? Prendendo come riferimento i 2 Paesi che l’hanno già adottato: 

  • l’Islanda, Paese in cui si applica il GDPR, dal 21 gennaio scorso ha un certificato vaccinale digitale, e Israele, con un’app del ministero della Salute che consente di mostrare con un QR Code il pass verde. E secondo l’Ue, Israele ha una legislazione privacy conforme e coerente al GDPR. 
  • In questi due Paesi non sono state approvate norme ad hoc. E l’ordinamento italiano attuale fornisce già le norme per disciplinare il certificato vaccinale digitale”.

Sergio Pillon, Coordinatore della Trasformazione Digitale, ASL Frosinone: “Persino il GDPR prevede che si possano allentare alcune garanzie, ovviamente in un rapporto costi/benefici”

“Se si parla di guerra, e la pandemia è una condizione eccezionale, persino il GDPR prevede che si possano allentare alcune garanzie, ovviamente in un rapporto costi/benefici. Zona rossa per tutti o zona rossa per i non vaccinati? L’interesse dell’economia e dei singoli… abbiamo visto decine di video di americani in cui persone senza mascherina, che si definiscono minoranze, dichiarano di essere discriminati dal non poter entrare nel supermercato senza la mascherina… Il vaccino è una ‘supermascherina’. Punto”.

Matteo Colombo, Ad Labor Project: “Necessaria legge ad hoc con accordo europeo”

Una legge ad hoc con un accordo a livello europeo e con i pareri delle Autorità nazionali privacy è fondamentale, senza una base giuridica non è possibile dar vita a database con dati sanitari come quelli delle vaccinazioni e di chi è risultato negativo al test. Il rischio è un certificato vaccinale digitale ‘fai da te’ per ogni Regione, azienda o Stato”. 

“Ovviamente il passaporto vaccinale digitale e i relativi database, gestiti dai ministeri della Salute, dovranno essere realizzati privacy by design e default per proteggere i dati sanitari degli utilizzatori con un trattamento dei dati in modo limitato e proporzionato all’obiettivo.
I dati sanitari sono il nuovo oro digitale e la speranza e che non finiscano in piattaforme gestite da Apple e Google, ma si trovi una soluzione come quella adottata per i dati del codice di prenotazione (PNR), le informazioni personali fornite dai passeggeri che vengono raccolte e conservate dai vettori aerei”.