L'intervista

‘Pacchi consegnati con i droni, test in arrivo’. Intervista a Sebastiano Veccia (ENAC)

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Sebastiano Veccia (ENAC): ‘Dobbiamo iniziare la sperimentazione con alcune università e società, che stanno testando droni in grado di volare fuori dalla vista del pilota. Poi vareremo il regolamento che consentirà questi voli, ora vietati’.

In Italia la consegna dei pacchi a casa con il drone ancora non è realtà perché manca il regolamento che lo consente. “Dobbiamo iniziare la sperimentazione con alcune università e società, che stanno testando droni in grado di volare ‘fuori dalla vista’ del pilota. Poi vareremo un nuovo regolamento che consentirà questi voli, ora vietati”, ha dichiarato a Key4biz Sebastiano Veccia, il direttore Regolazione Aeroporti e Spazio Aereo di ENAC, l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile.

Key4biz. Perché non è possibile ricevere un pacco consegnato a casa con un drone?

 

Sebastiano Veccia. Perché oggigiorno tutte le operazioni con i droni devono essere VLOS (Visual Line Of Sight), ossia il velivolo deve essere sempre visibile dagli occhi dell’operatore. Presto vareremo un nuovo regolamento che consentirà operazioni BLOS (beyond line of sight), quindi voli di droni fuori dalla vista del pilota. Dobbiamo iniziare la sperimentazione con alcune università e società, che stanno testando questi tipi di voli.

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Key4biz. Sarà l’ingresso dei pacchi consegnati con i droni?

Sebastiano Veccia. Quando indicheremo i requisiti tecnici che dovrà avere un drone in grado di effettuare un volo per lunghe distanze (non in vista dal suo pilota) allora la consegna dei pacchi con i droni sarà possibile. Non dipenderà quindi solo dalla volontà di Amazon o Poste Italiane, per esempio, ma dall’introduzione di queste nuove norme. Il drone che vola senza essere visto dal suo operatore dovrà avere la capacità di autoregolarsi in caso di problemi tecnici o di altro genere (batteria scarica, troppo vento), e quindi effettuare un atterraggio soft (senza creare danni a persone e/o cose) oppure tornare al punto di partenza, essere capace di evitare il traffico aereo tradizionale e, infine, essere dotato di una regolare certificazione per il mezzo e il software.

Key4biz. Ieri abbiamo pubblicato la mappa della No Fly Zone a Roma. Chi volesse utilizzare un drone per fini professionali su quest’aera a chi deve rivolgersi per l’autorizzazione?

Sebastiano Veccia. La mappa indica tutta l’area di Roma interdetta al volo, è una No Fly Zone per tutti, salvo eccezioni: voli di Stato, mezzi di soccorso, voli autorizzati dalla prefettura più il traffico di linea. Chi vuole sorvolarla con un drone deve chiedere l’autorizzazione alla prefettura di Roma.

 

Key4biz. I giornalisti chiedono una deroga per il ‘drone journalism’ al fine di tutelare il diritto di cronaca nel rispetto della sicurezza, per cui senza chiedere continuamente l’autorizzazione alla prefettura di Roma.

Sebastiano Veccia. Questa deroga può essere concessa dal ministero dell’Interno non da ENAC.

Key4biz. Quali sono i punti principali del regolamento ENAC sui droni?

 

Sebastiano Veccia. Il codice ENAC si applica per tutti i droni da zero a 25 chili, ossia per la maggioranza di questi mini robot volanti.

Nel dettaglio indica dove si può volare con i droni , (per esempio non si possono utilizzare su folle di persone), e specifica i requisiti per diventare ‘pilota’ di drone: si deve frequentare una scuola autorizzata e conseguire l’attestato.

Key4biz. In Italia quanti sono i “piloti” di droni?

Sebastiano Veccia.  Sono 2.084 gli operatori abilitati alle operazioni non critiche, 506 gli operatori abilitati a svolgere operazioni critiche (terremoti, alluvioni) e più di 30 scuole di addestramento droni o, per essere precisi, centri Sapr (Sistema aeromobile a pilotaggio remoto).

Key4biz. Ma che cos’è il sistema aeromobile a pilotaggio remoto?

 

Sebastiano Veccia. Il drone.