Armi

Arma laser contro droni e aerei per l’esercito britannico (video)

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Dopo gli ultimi test presso le Egadi, il ministero della Difesa della Gran Bretagna ha annunciato che presto impiegherà il DragonFire in possibili teatri di guerra per abbattere droni e qualsiasi velivolo militare ostile (ma volendo anche navi in mare).

Ultimo test militare, il cannone laser DragnFire è pronto

Colpire droni o altri velivoli a guida autonoma, ma anche aerei da guerra, con un singolo cannone laser, è praticamente possibile da qualche tempo e da questi giorni è ufficialmente un’arma dell’esercito britannico.

Si tratta di DragonFire, arma con laser a energia diretta ad alta potenza, acronimo inglese Ldew (Laser Directed Energy Weapon), sviluppata dal Dstl (Defence Science and Technology Laboratory) e dai partner del consorzio DragonFire, che sono MBDA, Leonardo e QinetiQ, e utilizzata con test finale contro bersagli aerei presso il poligono militare della Difesa del Regno Unito presso le isole Egadi.

Un sistema di difesa e attacco che è in grado di tracciare droni e qualsiasi velivolo (ma anche imbarcazioni in mare) a lungo raggio, con elevata precisione (può centrare una moneta a oltre un km di distanza).

Un’arma il cui sviluppo è costato circa 100 milioni di sterline da parte dell’industria e del ministero britannico, ma che risulta essere molto economica all’utilizzo: ogni cannonata laser costa circa 10 sterline, come spiegato in questo video a seguire del Dstl, di un paio di anni fa.

La tecnologia cambia il modo di fare la guerra e aumentano i pericoli per la stabilità globale e i civili

Uno strumenti di guerra che cambia radicalmente il concetto di conflitto armato e scontro militare sul campo e che forse conferma quello che, in questo contesto, il nostro immaginario collettivo (fortemente influenzato dal cinema degli ultimi decenni) si attendeva da tempo.

La domanda che sorge spontanea è: ma quest’arma, che in fondo non ha un costo proibitivo, potrebbe finire nelle mani di qualsiasi gruppo armato in ogni parte del mondo? E con quali conseguenze, ad esempio, per l’aviazione civile e commerciale?

Si potrebbe dire, “si tratta di una tecnologia strategica, quindi è sotto il controllo del Governo e dell’esercito del Regno Unito”, quindi non finirà mai nelle mani di altre forze, diciamo, ostili al “fronte occidentale”. Ma ne siamo davvero sicuri, in piena era di cyber attacchi e ‘cyberwarfare‘? E’ così impensabile che grazie ad un attacco informatico lampo, profondo e d’impatto, qualche gruppo che i media definiscono ormai genericamente ‘terrorista’ (magari sponsorizzato da uno Stato estero) possa appropriarsene con grave pericolo per tutti noi?