Pay tv

Netflix in Italia, Mediaset rilancia ma il nodo resta la disponibilità di banda

di |

Domani Mediaset svelerà il palinsesto e un nuovo dispositivo per Premium. Obiettivo la convergenza tra contenuti e broadband. Ma resta il nodo della velocità di banda. Sarà sufficiente per tutti?

Mediaset comincia ad affilare le armi sul fronte dell’offerta online e della pay tv. Domani Premium svelerà il nuovo palinsesto e un nuovo dispositivo.

Bisognerà invece aspettare luglio per avere i dettagli dell’offerta commerciale. Mentre restano al momento in standby le trattative con la francese Vivendi, il gruppo organizza al meglio la propria offerta secondo un chiaro obiettivo: arrivare a un pubblico sempre più numeroso e su quante più piattaforme possibili, anche il satellite.

Gran fermento, quindi, con grosse novità alle porte.

E Vivendi?

Probabilmente i francesi stanno valutando bene le proprie mosse e, prima di poter prendere una decisione su Mediaset, faranno il loro ingresso in Telecom Italia e attenderanno di avere un quadro più preciso su Premium.

Forse settembre potrebbe riservarci delle sorprese. Vedremo.

Intanto si procede e le novità che saranno annunciate domani già ci daranno indicazioni più chiare su come intende muoversi il Biscione.

L’arrivo di Netflix a ottobre, confermato sabato dal gruppo americano, non rappresenta di certo una minaccia.

Lo sbarco era atteso da oltre un anno e i broadcaster italiani si sono già mossi per tempo e le offerte di video streaming sono già diverse.

Da Sky online a Infinity di Mediaset, passando per Chili Tv, sono già tanti i servizi disponibili.

Gli operatori hanno giocato di anticipo per non farsi trovare impreparati.

Del resto ormai il mercato dei contenuti audiovisivi è in fase di forte crescita. Gli utenti cercano un’offerta multiscreeen con possibilità di costruire da sé il proprio palinsesto.

E gli operatori sono pronti.

Il vero problema non è la concorrenza, ma quanto la possibilità di garantire un servizio di qualità.

Il nodo è, infatti, la disponibilità di banda.

I servizi di video streaming sono gran divoratori di banda e richiedono velocità di connessioni per poter garantire che la trasmissione non subisca rallentamenti, specie nelle ore di punta serali, o interruzioni.

Questa è una delle ragioni che lo scorso anno ha fatto slittare l’arrivo di Netflix in Italia ed è una delle questioni che restano aperte così come quella dei diritti tv.

Ricordiamo che Netflix ha ceduto i diritti televisivi delle sue serie di successo – House of Cards e The Orange is the New Black – a Mediaset e Sky.

E sempre alla porta delle due aziende dovrà bussare per avere gli altri diritti. Questo pone già Mediaset e Sky in una posizione di forza.

Secondo il parere degli analisti di Equita Sim, l’arrivo di Netflix “crea un rischio deflazione sui prezzi pay tv. Come già avvenuto negli Stati Uniti la differenza la faranno i contenuti delle serie tv che produrrà Netflix”. L’offerta del gruppo americano, continuano ancora gli analisti, “dovrebbe essere di stimolo alla sottoscrizione di abbonamenti a banda larga e quindi un beneficio indiretto per Telecom Italia”.

E pare che Netflix abbia già avviato i primi contatti con l’operatore tlc.

Intanto Mediaset porta a casa gli accordi appena siglati con Warner Bros (fino al 2020) e NBC Universal (fino al 2018). I film e le serie in esclusiva saranno visibili su tutte le piattaforme previste. In totale, si tratta di circa 3.500 ore di programmazione all’anno, con 1.000 ore di titoli inediti.

Questo permetterà di offrire ai clienti una library sempre più vasta di titoli disponibili per la tv free e pay e per lo streaming.

Per l’amministratore delegato Mediaset Premium, Franco Ricci, gli accordi conclusi confermano “la volontà di investire a lungo termine in contenuti esclusivi, quelli che fanno la differenza tra offerte concorrenti”.

“Mediaset – ha concluso Ricci – si pone sempre più al centro degli interessi internazionali legati alla convergenza tra contenuti video e offerte broadband”.