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Net neutrality: lo schiaffo di AT&T a Obama. Stop agli investimenti nella fibra ottica

di Lorenzo Sorbini |

Si inasprisce lo scontro tra telco e Governo, con le prime schierate compatte contro la possibilità che la banda larga possa essere trattata alla stregua di un bene come l’acqua o l’elettricità, dando alla FCC un’autorità di regolamentazione più ampia sull’accesso a internet.

At&T, il secondo operatore americano ,ha deciso di usare il pugno di ferro dopo la presa di posizione dell’Amministrazione Obama sulla net neutrality.

Dopo le dichiarazioni dei giorni scorsi, in cui AT&T, attraverso il vicepresidente Jim Cicconi, definiva un ‘tremendo errore’ applicare a internet regole risalenti agli anni 30, la società ora passa ai fatti e annuncia l’intenzione di sospendere il piano che prevedeva l’installazione di una rete in fibra ottica in 100 città statunitensi.

Il progetto era stato annunciato ad  aprile con l’obiettivo di estendere il servizio U-verse Giga Fiber (connessione in fibra ottica a una velocità massima di 1Gbps) in oltre 100 città tra le quali Chicago, Los Angeles e Miami.

“Pensiamo non sia prudente procedere con un investimento di tale entità se non sappiamo neanche da quali regole questi investimenti saranno governati”, spiega in una nota il Ceo Randall Stephenson.

Si inasprisce, insomma, lo scontro tra industria e Governo, con le telco schierate compatte contro la possibilità – spalleggiata da Obama – che la banda larga possa finire sotto il ‘Title II’, ossia essere trattata alla stregua di un bene come l’acqua o l’elettricità dando alla FCC un’autorità di regolamentazione più ampia sull’accesso a internet.

Anche Verizon, principale competitor di AT&T sostiene la lotta in difesa dell’internet a doppia velocità, così come si sono schierate contro la proposta di Obama anche T-Mobile e Comcast. Anche ETNO, l’associazione degli operatori Tlc europei, si è espressa sulla scia delle dichiarazioni di Obama a sostegno di un approccio regolamentare ‘light’ che favorisca la crescita e l’innovazione.

A favore, invece le grandi compagnie della Silicon Valley come Facebook, Google e Amazon che indicano il futuro come un luogo dove la net neutrality sarà una realtà fortemente radicata, senza la quale non potrebbe esserci un principio di progresso umano.

L’ultima parola spetta alla FCC che rispondendo al presidente ha chiesto più tempo per trovare una soluzione a prova di futuro e, soprattutto, a prova di ricorso.