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Net neutrality: al via la consultazione su linee guida Berec

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Le telco bocciano il testo: così addio al 5G. La consultazione si chiuderà il 18 luglio con l’obiettivo di definire, entro la fine di agosto, gli orientamenti per le autorità nazionali.

Il Berec, l’organismo che riunisce i regolatori europei per le tlc dei 28 Stati Ue, ha avviato oggi una consultazione pubblica sulle linee guida  per l’attuazione delle nuove regole europee in materia di net neutrality.

In base al principio di neutralità della rete, qualsiasi forma di comunicazione elettronica veicolata da un operatore dovrebbe essere trattata in modo non discriminatorio, indipendentemente dal contenuto, dall’applicazione, dal servizio, dal terminale, nonché dal mittente e dal destinatario.

La consultazione si chiuderà il 18 luglio con l’obiettivo di definire, entro la fine di agosto, gli orientamenti per consentano alle autorità nazionali (in Italia l’Agcom) di applicare le nuove previsioni legislative in maniera coerente.

Cosa prevede il regolamento

Le linee guida, introdotte dal Regolamento Ue ‘Telecom Single Market’  (TSM) impongono innanzitutto il divieto, per gli ISP di bloccare o rallentare il traffico internet, eccetto se necessario.

Stabiliscono quindi il diritto degli utenti di accedere tramite Internet a “informazioni e contenuti e di diffonderli, nonché di utilizzare e fornire applicazioni e servizi e utilizzare dispositivi di loro scelta”, indipendentemente dalla loro sede o dall’ubicazione del fornitore, dall’origine o dalla destinazione delle informazioni, dei contenuti, delle applicazioni o del servizio.

Propongono quindi definizioni dei concetti chiave, chiarendone l’ambito applicativo e fornendo esempi e indicazioni per un’applicazione armonizzata delle nuove regole in materia di accordi e pratiche commerciali tra Internet Service Provider (ISP) e utenti finali, con particolare riguardo alle offerte zero-rating (la cosiddetta “discriminazione in positivo”, quando cioè il traffico verso alcuni siti o applicazioni non viene caricato in bolletta) che saranno consentite solo in casi specifici e che non abbiano impatto sui diritti e la scelta degli utenti finali.

Vengono poi analizzati i casi in cui è possibile utilizzare sistemi di gestione del traffico che servono, in teoria, per ottimizzare l’impegno della rete da parte di alcune applicazioni che necessitano di un maggior consumo di banda ma potrebbero anche servire per ‘bloccare’ o ‘rallentare’ app o servizi offerti da competitor. Questi sistemi, dunque, potranno essere usati solo in maniera ‘ragionevole’ e in circostanze limitate. Ossia:  in conformità a un ordine del giudice; al fine di garantire l’integrità e la sicurezza della rete e per gestirne una eventuale congestione, a condizione che le categorie equivalenti di traffico siano trattati allo stesso modo.

Le linee guida stabiliscono quindi i criteri per l’ammissibilità dei “servizi specializzati” e specificano le condizioni di fornitura dei servizi di accesso a Internet rilevanti per il mantenimento di un’Internet aperta e neutrale, con particolare riguardo ai livelli di qualità indicati nei contratti.

Il documento chiarisce infine le modalità di esercizio delle nuove funzioni attribuite alle autorità nazionali di regolamentazione delle comunicazioni elettroniche.

Le telco: così addio al 5G

Immediata la manifestazione di scontento delle telco, che parlano di approccio “eccessivamente prescrittivo” e che rischia di “ostacolare la crescita, l’innovazione e la qualità del servizio ben al di là del settore delle telecomunicazioni”.

Soprattutto in vista del 5G, la regolazione, dicono gli operatori, “deve lasciare spazio sufficiente all’innovazione e al lancio di nuovi servizi e prodotti come le automobili connesse, i sensori industriali, i sistemi di eHealth e l’IPTV”.

Spazio di manovra che un’interpretazione restrittiva delle norme di gestione del traffico ostacolerebbe.

Insoddisfazione è espressa anche perché il testo finale delle linee guida “non dovrebbe limitare o restringere la nostra capacità di differenziare  le offerte ai consumatori e fornire servizi zero-rated. Da un lato questo priverebbe gli utenti di tariffe vantaggiose. D’altra parte, si aprirebbe una fase di incertezza giuridica riguardo la coerenza delle linee guida con il  regolamento Open Internet”

Da un lato, dunque, l’industria che sta cercando di incrementare i ricavi attraverso l’offerta di servizi specializzati, dall’altro i sostenitori della net neutrality che sostengono che questi servizi creerebbero un’internet a due velocità che avvantaggerebbe le aziende più ricche.