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Multi-utility in Italia e Europa, anno boom: da 560 mln nel 2015 a 910 mln nel 2016

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Il dato emerge dallo studio condotto dall’osservatorio Utilities ‘Agici-Accenture’ sulle utilities leader in Italia e in Europa nei settori elettricità, gas, idrico, rifiuti.

Il 2016 ha rappresentato un anno record per le multi-utility in Italia, durante il quale gli utili netti dei principali player del settore sono quasi raddoppiati: da 560 milioni di euro nel 2015 a 910 milioni di euro nel 2016. Le politiche di riduzione dei costi, di sfruttamento delle sinergie derivanti dalle acquisizioni e le dismissioni degli asset non strategici finalmente iniziano a dare risultati concreti. Il 2016 non è stato un anno isolato di utili record ma l’avvio di un percorso virtuoso: i principali analisti finanziari stimano che i livelli di utile non caleranno ma inizieranno a crescere almeno per i prossimi due anni.

Dopo un’importante rapida discesa del debito aggregato da oltre 12 miliardi del 2012 a meno di 10 miliardi del 2015, nel 2016 si è assistito a un assestamento. Ora le aziende hanno una posizione finanziaria ottimale e sono pronte per le sfide energetiche del futuro, in un contesto potenzialmente favorevole sia a livello di sistema paese – con una nuova Strategia Elettrica Nazionale in fase di stesura – sia nel contesto dei cambiamenti che si possono cogliere in termini di trasformazione digitale del settore.

Queste le principali indicazioni che emergono dagli studi sulle utilities leader in Italia e in Europa presentati da Agici e Accenture nell’ambito del XVII Osservatorio sulle Alleanze e le Strategie nel Mercato Italiano e Paneuropeo delle Utilities, che si è svolto oggi a Milano alla presenza delle istituzioni e delle più importanti aziende del settore.

Di seguito le evidenze più significative emerse dall’analisi delle strategie e delle performance economico-finanziarie dei maggiori player italiani nei settori elettricità, gas, idrico, rifiuti nonché dei 40 maggiori gruppi europei.

Le prospettive economico-finanziarie

  • Gli utili netti dei principali player del settore in Italia sono quasi raddoppiati: da 560 milioni di euro nel 2015 a 910 milioni di euro nel 2016.
  • I principali gruppi energetici europei nel 2016 vedono ridursi i ricavi (circa -12% y/y) per il terzo anno consecutivo. Tuttavia, gli utili mostrano una notevole ripresa nel 2016 (da 15 miliardi di euro nel 2015 a più di 70 miliardi di €). Questo trend di crescita continuerà nel 2017 e 2018.
  • Le politiche di riduzione dei costi, di sfruttamento delle sinergie derivanti dalle acquisizioni e la dismissione degli asset non strategici finalmente iniziano a dare risultati concreti.
  • Per i maggiori player italiani ed europei è prevista una crescita della redditività anche nel 2017-2018: per le principali multiutility italiane il prossimo anno si stima che i profitti raggiungeranno circa 1 miliardo di €
  • Nel 2016 il valore delle operazioni di M&A è stato di oltre 8 miliardi di € a livello europeo e di oltre 1,5 miliardi di € nel nostro Paese.
  • Dopo una importante rapida discesa del debito aggregato delle aziende italiane da oltre 12 miliardi di € del 2012 a circa 10 miliardi di € del 2015, il 2016 ha fatto registrare un assestamento della tendenza. Ora la posizione finanziaria netta dovrebbe mantenersi su livelli stabili almeno fino al 2018.
  • A livello europeo, le principali utility continuano gli sforzi per ridurre la propria posizione debitoria (-7% nel 2016), mentre le società più focalizzate nel settore Oil & Gas stanno aumentando l’indebitamento (+20% nel 2016) per far fronte alle minori disponibilità liquide.
  • Continuano gli investimenti nelle rinnovabili: capacità addizionale pianificata è circa 5 GW per le utility italiane e circa 32 GW per le utility europee (investimenti per circa 60 miliardi di €).

“Il settore delle utility continua a essere attraversato da un profondo processo di trasformazione, ma gli operatori sembrano essere pronti ad affrontare le sfide portate dal contesto di mercato e dall’innovazione tecnologica” – ha commentato Andrea Gilardoni, Presidente di AGICI – “Alcune tematiche come la rilevanza degli investimenti nelle rinnovabili e la riconversione / gestione dei grandi impianti fossili e nucleari sono priorità strategiche per le utility ormai da anni e continueranno ancora a esserlo. Mobilità elettrica, IoT, Big Data e cyber security sono stati affrontati solo da qualche anno ma i vertici delle aziende hanno rapidamente compreso la loro centralità nella definizione delle linee strategiche”.


“La nuova Strategia Energetica Nazionale costituisce un’opportunità per il rilancio della competitività del Paese e per la crescita delle Utilities. Bisogna puntare con determinazione sul digitale e facilitare l’adozione di nuove tecnologie per trasformare l’attuale modello energetico, in un sistema più efficiente, sicuro, sostenibile e flessibile. In questo contesto le utilities italiane possono diventare un riferimento a livello nazionale e internazionale. Per cogliere questa opportunità le aziende del settore devono definire una chiara agenda di trasformazione digitale – che valorizzi appieno le potenzialità dell’Internet of things – definendo con urgenza responsabilità e tempi”,
ha  dichiarato Pierfederico Pelotti – Responsabile Utilities di Accenture in Italia, Europa Centrale, Grecia.

Verso una nuova Strategia elettrica nazionale: le “3D”

Accenture ha identificato tre direttrici su cui impostare la nuova Strategia Energetica Nazionale: Decarbonizzare (individuando un percorso per ridurre in maniera significativa le emissioni di CO2), Decentrare (favorendo la generazione distribuita e la crescita dell’installato rinnovabile) e Digitalizzare (garantendo disponibilità di broadband per abilitare la digitalizzazione del settore). Per mettere in pratica queste direttrici occorre sviluppare un nuovo sistema di produzione e consumo di energia. La trasformazione della governance favorirà le utilities in grado di adottare nuovi modelli di business e valorizzare ulteriormente l’utilizzo delle tecnologie digitali.
Un cambiamento strategico per cui Accenture ha elaborato un decalogo che indirizza la nuova Strategia Energetica Nazionale (SEN 2.0), da cui emerge che una delle maggiori opportunità è la realizzazione di una vera e propria Internet of Energy: un sistema in cui devices, contatori digitali e strumenti connessi, attraverso l’Internet of Things e l’intelligenza artificiale sono capaci di comunicare e di ottimizzare il sistema. L’analisi consapevole dei big data consentirà inoltre di disegnare nuovi prodotti e personalizzare l’offerta dei servizi sulla base dei bisogni dei singoli clienti, che saranno sempre più importanti nella definizione di nuove strategie. La tecnologia Blockchain potrà abilitare significative efficienze nelle operations, e un modello energetico più efficiente, sostenibile e partecipato.