La proposta

Metroweb, Bassanini: ‘Telecom Italia entri ora in minoranza per poi salire’

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Franco Bassanini, Presidente di Cdp e Metroweb: 'La soluzione più efficiente è un'infrastruttura condivisa fra tutti. Si tratta di un monopolio naturale, la concorrenza si può dispiegare tra i fornitori di servizi'

Franco Bassanini, presidente di Cdp e di Metroweb rilancia sulla società unica della fibra, e propone a Telecom Italia di entrare subito  in partita con una quota di minoranza, per assumere in un secondo momento la maggioranza, una volta concordato il piano d’investimenti. Questa in sintesi la proposta di Bassanini, affidata ad un’intervista odierna a Repubblica, dopo che due giorni fa Franco Patuano, amministratore delegato di Telecom Italia, ha detto che il gruppo intende procedere da solo sulla realizzazione delle nuove reti e che la strategia del governo sulla banda ultralarga lascia un quadro ancora incerto.

 

“L’ipotesi è che Telecom Italia entri ora in minoranza, ma con il diritto di acquisire la maggioranza una volta realizzato il piano d’investimenti. Un diritto garantito da meccanismi automatici e preventivamente validato dall’Antitrust”, ha detto Bassanini, aggiungendo che “se la rete fosse partecipata da tutti, con un piano d’investimenti concordato e adeguate garanzie di parità di trattamento, una maggioranza Telecom potrebbe funzionare. Ma Telecom non vuole condomini. Ci sono altre soluzioni possibili? Com’è noto, abbiamo offerto a Telecom l’ipotesi di entrare in Metroweb, partecipata da Cdp e F2i. Ma l’Antitrust accetterebbe che Telecom, l’incumbent, acquistasse la maggioranza dell’unico operatore di rete neutrale che oggi offre fibra a tutti in condizioni di assoluta parità di accesso? Lo farebbe nel momento in cui il nuovo piano d’investimenti non è stato ancora stato realizzato, con il rischio che Telecom possa operare per frenarlo?”.

Fatto sta che, se a Telecom Italia non piace questa proposta, “ha il diritto di non starci” dice Bassanini, sottolineando che “quanto a noi, sentiamo il dovere civile di contribuire a realizzare il piano del governo, con chi ci sta, e se necessario anche da soli”. Un ruolo di punta di Metroweb, caldeggiato non più tardi di ieri dal sottosegretari alle Comunicazioni Antonello Giacomelli.

 

Una dichiarazione d’intenti quella del presidente Cdp che chiama in causa gli altri player Vodafone, Fastweb e Wind: “la posta è troppo importante: solo per la parte di rete tutta in fibra sono 5/6 miliardi d’investimenti che possono ridare la spinta all’economia e al PIL, rilanciare la competitività del paese e la produttività delle imprese, dimostrare all’Europa che l’Italia sta cambiando.”

 

Secondo MF-Milano Finanza, Metroweb sta valutando nuovi investimenti per 100 milioni di euro, per portare la fibra nelle principali città italiane grazie ad un finanziamento- che starebbe negoziando con Unicredit– che permetterebbe la copertura del 7-8% del territorio.  Secondo stime del quotidiano per potare la fibra ottica in tutte le principali città italiane saranno necessari investimenti in equity tra gli 1 e 1,5 miliardi.