La strategia

Mediaset, cambio ai vertici per prepararsi alla sfida globale

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Pier Silvio Berlusconi è il nuovo amministratore delegato di Mediaset. Un cambio ai vertici che avvia i nuovi progetti internazionali. Sul tavolo trattative aperte con Sky, Telecom Italia e Vivendi mentre incombe la ‘minaccia’ Netflix.

Mediaset sotto i riflettori dopo il cambio ai vertici.  Pier Silvio Berlusconi, 46 anni, è infatti il nuovo amministratore delegato ma mantiene anche l’incarico di vicepresidente. Prende il posto di Giuliano Adreani che resta neol board esecutivo. Una nomina che segna una svolta in azienda e avvia una nuova fase, quella dell’internazionalizzazione.

A Cologno Monzese, infatti, forti di risultati finanziari che dimostrano una certa stabilità e dopo i grossi cambiamenti in atto sul mercato media, con la presenza sempre più consolidata dei fornitori di contenuti in streaming e il processo in atto di fusioni e acquisizioni sul mercato europeo della pay tv, si comincia a pensare su scala globale.

Centrali, nella strategia futura dell’azienda, i rapporti con Sky di Rupert Murdoch o con Telecom Italia, sempre sul versante dei contenuti.

In occasione dell’approvazione del bilancio sono tante le novità annunciate, si va dalla tv a pagamento a internet, senza tralasciare di puntare anche sul quad play e tenendo sempre aperta la partita sul mercato delle torri con l’idea di creare un operatore unico tra la controllata Ei Towers e RaiWay.

Dopo l’ennesimo stop della Rai, Ei Towers non ha infatti mollato la presa ed è pronta a tornare all’attacco con una nuova offerta.

Il presidente Fedele Confalonieri è stato chiaro: “Quando le polemiche si saranno placate la questione di un’unica infrastruttura italiana tornerà in primo piano“.

E, se qualcuno non avesse capito, ha aggiunto: “Noi ci saremo con grande disponibilità: è una battaglia di retroguardia impedire l’integrazione ed è fuori dal tempo condannare i campioni della comunicazione a un nanismo industriale che porta solo ad essere preda di gruppi stranieri”.

Decisive saranno anche le prossime mosse della holding francese dei media, Vivendi, guidata da Vincent Bolloré, che già da tempo con guarda con interesse a Mediaset e che nel prossimo consiglio del 12 maggio potrebbe ufficializzare un possibile accordo con l’azienda italiana.

Mediaset in ogni caso non si vende. Questo è un punto fermo, come ha assicurato Berlusconi Jr.

Così come appare poco probabile che Vivendi, come anticipato da La lettre de l’Expansion, possa voler lanciare un’Opa su Mediaset Premium.

Il Biscione comincia a sistemare le proprie pedine sulla scacchiera e si prepara a ogni evenienza, aperta a trattative con tutti e resta a caccia di partner industriali.

Ma ciò che serve non sono i soldi, almeno non solo quelli, ma soprattutto un progetto di crescita futura. Mediaset cerca insomma qualcuno che ci metta anche il cuore.

Non è un caso che alla vigilia dell’assemblea di bilancio, Silvio Berlusconi e Pier Silvio abbiano ricevuto ad Arcore Rupert Murdoch e il figlio Lachlan, chiamato a prendere le redini del gruppo. Presente anche l’immancabile Tarak Ben Ammar che ha legami con tutti, specie con Bolloré.

Un incontro essenziale dove sicuramente il top manager francese (già ricevuto dai Berlusconi la scorsa estate, ndr) è stato uno degli argomenti caldi, non solo per il progetto media che Vivendi sta lanciando su scala europea, ma anche perché avrà un ruolo importante in Italia dove entrerà in Telecom prendendo la quota dell’8,3% di Telefonica e, secondo il parere di alcuni analisti, puntando a salire al 15-20% dell’operatore tlc.

Vivendi sarà tra non molto un player con cui dover fare i conti anche in Italia. I Berlusconi e i Murdoch lo sanno bene.

Tanto più che, mentre Mediaset sta ancora trattando con Telecom Italia sul versante dei contenuti, Sky ha già un accordo, partito il mese scorso, per trasportare propri contenuti sulla fibra della telco.

Senza tralasciare le voci sull’imminente arrivo di Netflix in Italia, qualcuno parla di ottobre, che renderà ancora più competitivo il mercato dell’audiovisivo.

Mediaset ha dalla sua i pregiati diritti televisivi della Champions League per il prossimo triennio. Un boccone molto appetibile visto quanto seguito hanno i contenuti sportivi sulle diverse piattaforme.

La partita è aperta, si scende in campo.