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mBanking: 5,5 milioni di utenti in Italia, smartphone e tablet superano il Pc

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Nel 2015 in aumento del 15% gli utenti di servizi di Mobile banking nel nostro paese. Crescono le app per pagamenti peer to peer, via Pos e prelievi wireless senza carta al bancomat.

In Italia sono 5,5 milioni gli utenti attivi del mobile banking nel 2015, con una crescita del 15% rispetto al 2014. E’ quanto emerge dal Rapporto annuale di ABI Lab sulla banca in mobilità, secondo cui l’anno scorso c’è stato il sorpasso delle connessioni in mobilità (via smartphone e tablet) degli italiani rispetto a quelle con Personal computer (Pc). Il rapporto annuale, realizzato da ABI Lab, il Consorzio per la ricerca e l’innovazione per la banca promosso dall’ABI, è stato condotto su un campione di banche rappresentativo di circa il 50% del mondo bancario.

Fra gli aspetti più interessanti del rapporto, il fatto che il 45% delle banche offra un’app ad hoc per effettuare o accettare pagamenti elettronici con carta di credito e di debito collegando lo smartphone al POS; il 41% delle banche ha messo a punto un’app che consente di effettuare pagamenti mobili peer to peer. Mentre fra i servizi in forte crescita c’è il prelievo al bancomat direttamente via smartphone, senza il ricorso alla carta.

 

L’Offerta di mobile banking

Il 64% degli utenti attivi su canali mobile utilizza il servizio da smartphone (2,9 milioni), il 27,5% dal sito mobile (1,2 milioni), mentre il restante 8,5% dal tablet (460 mila).  C’è da dire che il 29% degli utilizzatori di home banking tramite PC usa anche lo smartphone per accedere ai servizi bancari, con una crescita del 22% rispetto al 2014.

Sistemi operativi

Secondo lo studio ABI Lab, in collaborazione con la School of management del Politecnico di Milano, tutte le banche offrono Applicazioni per i due sistemi operativi più diffusi sul mercato (iOS e Android), mentre il 64% è già posizionata anche su Windows.

Le app più diffuse

Accanto all‘applicazione classica che si può facilmente scaricare sullo smartphone e sul tablet, il 68% delle banche offre un’App ad hoc per la compravendita di strumenti finanziari; il 45% un’App che consente di effettuare o accettare pagamenti elettronici con carte di credito o debito collegando il dispositivo mobile al Pos; mentre il 41% ne ha una dedicata a servizi di pagamenti diretti tra persone (p2p) e una per la gestione della finanza personale. Sono presenti anche App per i servizi di assistenza ai clienti (33%), per il borsellino elettronico, ossia per il cosiddetto wallet (27%) e per la comunicazione (14%).

Servizi più usati dai clienti di mobile banking

Negli ultimi anni si è verificata una vera e propria esplosione nell’utilizzo di applicazioni per smartphone e tablet. Su ogni dispositivo mobile sono installate mediamente circa 30 App (32 nel caso dello smartphone e 28 per i tablet). Tra le App installate quelle che sono utilizzate almeno una volta al mese sono in media 10 nei tablet e 13 per gli Smartphone, mentre oltre un terzo delle applicazioni installate su un dispositivo mobile vengono sfruttate solo una o due volte in tutto.

Tra le funzionalità dispositive quasi tutte le banche offrono la possibilità di pagare i bollettini (82% su smartphone, 87% su Tablet). Tra gli altri servizi, spiccano i trasferimenti di denaro tra persone e i prelievi da sportelli automatici senza l’utilizzo della carta che, stando alle previsioni delle banche, tra 3 anni saranno presenti su più di 8 realtà su 10.

Sicurezza e mobile banking

Dalla ricerca emerge che, a fronte del crescente utilizzo di Smartphone e Tablet da parte della clientela, le banche hanno introdotto, in linea con quanto fatto per il canale di Internet Banking, strumenti in grado di monitorare eventuali anomalie rispetto a transazioni condotte via App o altre piattaforme mobile (61%), di effettuare un’analisi di semplice accesso al sito Mobile (54,5%) e alla App (43%) o di rilevare malware (codice che può permettere al truffatore l’accesso ad informazioni riservate)  nei dispositivi mobili dell’utente (25,1%). Inoltre alcune banche sono in grado di monitorare in rete anche la presenza di App clone realizzate da cybercriminali, con l’intento di sottrarre informazioni sensibili o denaro dai conti delle vittime.