I data center e la centralità delle infrastrutture digitali
La crescita esplosiva dell’intelligenza artificiale (AI) sta riscrivendo le regole delle infrastrutture digitali, mettendo i data center — la spina dorsale del mondo digitale — al centro di una trasformazione ad alto rischio. Mentre hyperscaler come Amazon Web Services (AWS), Microsoft Azure, Google Cloud e Meta investono centinaia di miliardi per espandere la propria capacità, i loro sforzi sono frenati non da una mancanza di domanda, ma da colli di bottiglia infrastrutturali e regolatori.
Gli hyperscaler non si ritirano, ma ricalibrano
Contrariamente ai recenti titoli di giornale che suggeriscono un rallentamento, ha raccontato Jackie Snow in un approfondimento pubblicato da qz.com, i principali fornitori cloud non stanno riducendo gli investimenti per dubbi sul potenziale dell’AI. L
e decisioni come l’annullamento da parte di Microsoft di data center in Ohio o la revisione di affitti da parte di Amazon riflettono un’ottimizzazione del portafoglio, non un calo della domanda.
Infatti, il 75%–85% della nuova capacità dei data center fino al 2029 è già pre-affittata, per lo più a clienti di alta qualità. I giganti tech — Microsoft, Google, Amazon e Meta — spenderanno complessivamente oltre 300 miliardi di dollari solo nel 2025 per le infrastrutture.
C’è da sempre da ricordare, inoltre, che è in fase di sviluppo il progetto “Stargate“ su cui l’amministrazione americana conta molto e che vede impegnate direttamente OpenAI, SoftBank, Oracle e MGX.
Per accelerare la seconda fase del progetto, JPMorgan Chase ha finalizzato un finanziamento superiore ai 7 miliardi di dollari.
Il vero collo di bottiglia è la rete elettrica americana
Il problema non è la domanda, ma l’offerta. In particolare, la rete elettrica statunitense fatica a soddisfare i requisiti energetici enormi delle applicazioni AI. I data center consumano già oltre il 4% dell’elettricità nazionale, e questa percentuale potrebbe salire al 12% entro il 2028.
Ogni struttura hyperscale può richiedere centinaia di megawatt — energia sufficiente per alimentare intere città. Stati come la Virginia hanno visto le vendite di elettricità aumentare vertiginosamente e le utility ora affrontano un arretrato di richieste che proiettano la pianificazione della rete fino al 2029 (e oltre).
La bolla speculativa: terra e energia come merci
Un altro ostacolo è la speculazione. Proprietari terrieri, fondi di private equity e sviluppatori stanno entrando nel mercato, gonfiando i valori fondiari fino a sei volte dopo aver aggiunto semplici studi energetici.
Queste operazioni speculative generano un’ondata di richieste di connessione alla rete — spesso per progetti che non si concretizzano — sovraccaricando i sistemi di pianificazione delle utility.
Questa è la vera bolla nel settore dei data center, non l’infrastruttura AI in sé. Gli esperti prevedono che questo fenomeno speculativo possa crollare nei prossimi 12–24 mesi.
Innovazione energetica e sostenibilità, verso la flessibilità di rete
Per affrontare i limiti della rete, stanno emergendo nuove strategie. L’istituto indipendente EPRI (Electric Power Research Institute) sta guidando iniziative come DCFlex, che punta a trasformare i data center in risorse attive per la rete elettrica.
Attraverso la modulazione dei carichi di lavoro, la gestione dei sistemi di raffreddamento e l’uso dei generatori di backup, i data center possono passare da semplici attori consumatori a fattori critici di stabilizzazione della rete.
Nel frattempo, l’Europa offre un approccio più sostenibile e integrato, come dimostra LuxConnect in Lussemburgo, dove la pianificazione energetica e infrastrutturale è parte del progetto sin dall’inizio — in netto contrasto con l’approccio più reattivo e orientato al profitto adottato negli Stati Uniti.
Efficienza vs domanda: un’equazione complessa
L’innovazione tecnologica potrebbe bilanciare, nel tempo, il rapporto tra consumi e capacità. Così come la virtualizzazione ha trasformato la densità dei server negli anni 2000, futuri sviluppi potrebbero rendere l’infrastruttura AI più efficiente.
Modelli come DeepSeek promettono prestazioni elevate con consumi ridotti. Tuttavia, questo potrebbe essere annullato dalle previsioni di Nvidia, secondo cui i rack server del futuro consumeranno fino a 600kW — un salto enorme rispetto allo standard storico di 10–20kW.
Inoltre, mentre l’AI passa dalla fase di addestramento all’inferenza — cioè all’esecuzione dei modelli per gli utenti in tempo reale — la domanda diventa continua e costante, aumentando la pressione sulle infrastrutture.
Scenari futuri e sfide critiche
Possiamo ipotizzare a partire dall’articolo pubblicato su qz.com, alcuni scenari critici principali e relative conseguenze su un settore strategico, quello delle infrastrutture digitali e dell’AI, che negli Stati Uniti potrebbe crescere molto più rapidamente di quanto si immagini e che invece soffre di mali che possiamo catalogare come ‘atavici’: infrastrutture limitate e speculazioni dannose.
Scenario uno: espansione strategica e collaborazione con la rete
Se hyperscaler, utility e regolatori riusciranno a collaborare, la crescita guidata dall’AI potrà essere gestita attraverso tecnologie di rete intelligenti, diversificazione geografica e investimenti mirati.
Scenario due: blocco normativo e infrastrutturale
Se la speculazione continua e le utility restano sovraccariche, progetti fondamentali potrebbero subire ritardi e alcune regioni potrebbero imporre moratorie energetiche o nuovi limiti ambientali.
Scenario tre: salto tecnologico
Innovazioni nell’efficienza dei chip e dei modelli AI potrebbero stabilizzare la domanda, permettendo alla rete di recuperare terreno. Tuttavia, questi progressi non sono ancora immediati.
Aspetti critici da monitorare
- Modernizzazione della rete: la velocità degli aggiornamenti sarà cruciale.
- Evoluzione normativa: potrebbero emergere leggi per distinguere progetti strategici da quelli speculativi.
- Metriche ambientali: la sostenibilità sarà un fattore chiave nell’approvazione dei progetti.
- Espansione urbana vs rurale: i centri urbani sono saturi; si punta a nuovi mercati come Columbus o Minneapolis.
L’AI non sta provocando una ritirata dagli investimenti infrastrutturali — sta accelerando una trasformazione radicale su come e dove questi investimenti avvengono.
Mentre gli hyperscaler si adattano e gli speculatori si ritirano, gli Stati Uniti si trovano a un bivio: modernizzare la rete elettrica e adottare una pianificazione intelligente, oppure rischiare di restare indietro nella rivoluzione computazionale più importante dai tempi di internet.