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Gigabit Infrastructure Act, l’Europarlamento vuole dimezzare i tempi per i permessi: massimo due mesi per l’autorizzazione di scavo

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L'Europarlamento propone misure per accelerare la posa della fibra, accelerando i tempi di analisi delle richieste di scavo ed ampliando le potenziali sedi per l'installazione di nuove antenne.

Gli eurodeputati del comitato Industria, Ricerca ed Energia  (ITRE) hanno votato a favore della relazione della rumena Alin Mituța (Renew Europe) sul Gigabit Infrastructure Act (48 voti a favore, uno contrario e 5 astenuti) (vedi EUROPE B13251A13).

Il mandato per i negoziati con il Consiglio Ue è stato anch’esso approvato dallo stesso comitato ITRE.

Il testo (scarica qui il documento) e il mandato a negoziare saranno messi in votazione alla prossima plenaria del Parlamento Ue nella sessione di ottobre.

Leggi anche: Gigabit Infrastructure Act, cosa dice il Regolamento Ue per ridurre i costi di installazione della fibra e del 5G

“Nel mondo di oggi, l’accesso a Internet ad alta velocità è una necessità e persino un diritto: il diritto alla connettività. L’obiettivo di questo atto è garantire che, entro il 2030, tutte le famiglie dell’Ue abbiano accesso alle reti Gigabit fisse e che tutte le aree popolate, comprese le aree rurali, abbiano una copertura 5G in modo che nessuno venga lasciato indietro”, ha commentato Mituța.

Accelerare la concessione dei permessi

A tal fine, il compromesso raggiunto dai deputati il 12 settembre scorso comprende una serie di disposizioni volte a semplificare e accelerare le procedure per la concessione dei permessi per le infrastrutture, concedendo agli Stati membri solo 15 giorni per verificare che una richiesta di autorizzazione sia completamente documentata. Avrebbero quindi 2 mesi per esaminare le domande di autorizzazione.

La proposta iniziale della Commissione era di 4 mesi. Tuttavia, questo termine di due mesi può essere prorogato di un mese in casi “eccezionali e debitamente giustificati”. In assenza di risposta entro tale termine verrà concessa l’autorizzazione tacita (silenzio assenso). Alcuni Stati membri possono prevedere esenzioni qualora tale disposizione sia contraria alla legislazione nazionale.

Edifici commerciali per aprire aree con scarsa copertura

Il testo conferma inoltre la volontà del Parlamento europeo di concentrarsi sulla riduzione del divario digitale esistente tra le aree urbane e quelle rurali. Sono previste disposizioni specifiche affinché gli obblighi di accesso alle infrastrutture di rete ospitanti siano estesi agli edifici commerciali in aree con scarsa copertura e dove non sono disponibili edifici pubblici per ospitare tali infrastrutture.

“Ci concentriamo sulle persone che vivono nelle zone rurali e remote e premiamo il lavoro pionieristico dei comuni che hanno svolto lavori preparatori per lo sviluppo delle reti in fibra ottica. Non devono restare a guardare”, ha commentato Angelika Winzig (PPE, austriaca).

Semplificare l’accesso a infrastrutture esistenti

Il compromesso comprende anche una serie di misure per facilitare l’accesso alle infrastrutture esistenti, come tetti, edifici e facciate. Inoltre, si prevede che le infrastrutture esistenti come pali, installazioni di antenne, torri e condotti saranno condivise tra gli operatori per ridurre al minimo i lavori di ingegneria civile. Nella relazione adottata, i deputati hanno incluso nel campo di applicazione anche le società di tralicci.

Condivisione di infrastrutture

Nella sua proposta legislativa di febbraio (vedi EUROPA B13128A9), la Commissione Europea ha posto l’accento sulla condivisione delle infrastrutture, affermando che questa sarebbe una leva per ridurre i costi di installazione delle reti a banda larga, dato che le infrastrutture fisiche sottostanti – come condotte e tralicci – rappresenta il 70% dei costi di implementazione della rete.

Chiamate intra-Ue, chiesta abolizione tariffe

Infine, i deputati hanno introdotto nel testo anche una disposizione volta ad abolire le tariffe per gli utenti finali per le chiamate e gli SMS all’interno dell’UE. Vogliono che queste disposizioni siano adottate prima che le norme attuali, che limitano le chiamate intra-UE a 19 centesimi al minuto e 6 centesimi per gli Sms, scadano nel maggio 2024. Una misura contro la quale si sono sollevate le telco che vogliono mantenere questa fonte di extra ricavi anche in futuro.

I negoziati interistituzionali potranno iniziare non appena anche il Consiglio dell’UE avrà adottato la sua posizione.