L'interruzione

Facebook down, Vestager (Commissione Ue), ‘Ecco perché serve più concorrenza’

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Secondo la vicepresidente della Commissione Ue commissaria alla Concorrenza Margrethe Vestager l'interruzione di Facebook e Whatsapp hanno mostrato la necessità di ampliare il ventaglio di player sul mercato.

L’interruzione di sei ore del servizio di Facebook, Whatsapp e Instagram mostra in tutta la sua chiarezza le nefaste conseguenze di affidarsi soltanto a pochi grandi player della rete per le nostre comunicazioni, e sottolinea ancora una volta, se ce ne fosse ancora bisogno, la necessità di avere più concorrenti sul mercato per competere con lo strapotere dei Big Tech. E’ questo il senso dell’uscita odierna di Margrethe Vestager, vicepresidente della Commissione Ue e commissario europeo alla Concorrenza in relazione al blackout che ha colpito ieri Facebook, Whatsapp, Messenger e Instagram lasciando senza voce milioni di utenti in tutto il mondo.

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Senza social 3,5 miliardi di utenti

L’interruzione del servizio ha lasciato senza accesso al social media e ai servizi di messaggistica collegati 3,5 miliardi di utenti a livello globale, in quello che è senza dubbio il più lungo down del servizio mai registrato da servizi di monitoraggio specializzati come Downdetector.

E’ per questo che lunedì frotte di utenti si sono spostati su app concorrenti come Twitter e TikTok. Diversi impiegati di Facebook hanno detto alla Reuters che credono che il servizio si sia interrotto per un errore interno nel modo in cui viene indirizzato il traffico internet verso i suoi sistemi interni.

Vestager chiama i competitor

L’incidente ha dimostrato la necessità di più concorrenza, ha detto Vestager.

Abbiamo bisogno di alternative e scelte nel mercato tecnologico, e non dobbiamo fare affidamento su pochi grandi player, chiunque essi siano, questo è l’obiettivo di (il) DMA”, ha cinguettato Vestager.

Vestager l’anno scorso ha proposto una bozza di regole nota come Digital Markets Act (DMA) che stabilisce un elenco di cose da fare e da non fare per Amazon, Apple, Facebook e Google che in sostanza li costringeranno le big tech a cambiare il loro modello di business principale per consentire una maggiore concorrenza.

I legislatori dell’UE e i paesi dell’UE stanno ora discutendo le proprie proposte e dovranno riconciliare le tre bozze prima che le regole tecnologiche entrino in vigore.