Caso cambridge Analytica

Facebook comunica agli utenti il Data breach mentre Zuckerberg prepara la ‘difesa’ per il Congresso

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Da oggi Facebook scrive agli 87 milioni di profili finiti nei server di Cambridge Analytica e quindi anche ai 214mila italiani coinvolti. Comunicando il Data breach la società ‘anticipa’ un obbligo del Gdpr pienamente in vigore dal 25 maggio. Mentre il Ceo Mark Zuckerberg sta preparando la difesa con lo studio legale WilmerHale per l’interrogatorio di domani e mercoledì al Congresso.

Dai numeri ai nominativi. Facebook da oggi scriverà agli 87 milioni di utenti coinvolti nel caso Cambridge Analytica e quindi anche ai 214mila italiani. Chi verrà contattato scoprirà così che i suoi dati sono finiti in modo improprio nei server della società inglese di analisi di big data e potrà chiederne conto al social network e ricorrere anche alle vie legali.

La società di Menlo Park, comunicando il Data Breach agli utenti, ‘anticipa’ un obbligo previsto dal Regolamento generale in materia di protezione dei dati (GDPR), che entrerà pienamente in vigore dal 25 maggio in tutti i Paesi dell’Unione Europa. Il Gdpr prevede, (nel comma 85) che i titolari devono notificare all’Autorità di controllo le violazioni di dati personali di cui vengano a conoscenza entro 72 ore, e comunque senza ingiustificato ritardo. Se il Dpo ritiene che “la violazione dei dati personali presenti un rischio elevato per i diritti e le libertà della persona fisica, deve comunicarlo ai diretti interessati per consentirgli di prendere le precauzioni necessarie”.

Dal 25 maggio entrano, in particolare, in vigore le sanzioni previste dal regolamento Ue. Se fosse già in vigore Facebook quasi certamente sarebbe stata già multata.

Il mancato rispetto dell’obbligo di notifica pone il Garante Privacy nella condizione di applicare le sanzioni amministrative secondo l’art. 83 del Gdpr, il cui importo può arrivare a 10.000.000 di euro o al 2% del fatturato mondiale totale annuo dell’esercizio precedente, se superiore.

Marzk Zuckerber prepara la difesa. Mercoledì sarà interrogato dal Congresso

Mentre la società effettua questa importante comunicazione agli utenti e frettolosamente continua a introdurre misure per garantire un po’ più di privacy sulla piattaforma, il suo Ceo prepara la difesa in vista dell’audizione di domani e mercoledì 11 aprile al Congresso. Mark Zuckerberg sarà messo sotto torchio sia domani nell’audizione congiunta delle commissioni giustizia e commercio del Senato sia mercoledì dalla commissione per il commercio e l’energia della Camera. A Zuckerberg verrà chiesto il ruolo svolto dal social network nella vicenda dei dati di 87 milioni di utenti usati illecitamente a scopi elettorali da Cambridge Analytica. I parlamentari Greg Walden e Frank Pallone, rispettivamente presidente e membro della commissione per il commercio e l’energia della Camera, hanno affermato che l’udienza “sarà un’occasione importante per far luce sulle critiche questioni sulla privacy dei dati dei consumatori e aiutare tutti gli americani a capire meglio cosa succede alle loro informazioni personali online”.

Tra i consulenti che lavoravano per preparare Zuckerberg c’è una squadra dello studio legale WilmerHale, specializzato in diritto di privacy, sulla sicurezza dei dati e sicurezza informatica.

Ecco le possibili domande che verranno rivolte a Mark Zuckerberg

  1. Perché qualcuno dovrebbe ancora fidarsi di Facebook sulla sicurezza dei dati?
  2. Quanti dati degli utenti potrebbero essere nelle mani di russi o di altri?
  3. Perché Facebook non applicherà il Gdpr anche a livello globale?
  4. Perché Facebook non è intervenuta più rapidamente per bloccare l’uso improprio dei dati degli 87 milioni di utenti?
  5. Quante agenzie di troll hanno pubblicato fake news nel 2016?
  6. Ti impegnerai a non trarre più profitti dalla profilazione massiccia degli iscritti a Facebook?
  7. Perché Facebook non ha comunicato in maniera più tempestiva il Data Breach agli utenti interessati?
  8. Facebook è diventato troppo grande per essere gestito da una sola persona?

Infine negli Stato Uniti anche la Federal Trade Commission sta indagando su Facebook per capire se l’uso illecito dei dati di 70 milioni di americani, da parte di Cambridge Analytica, abbia influenzo la vittoria di Donald Trump.