Lo stop

Diritti Serie A, Sky Italia blocca in tribunale il bando MediaPro fino al 4 maggio

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Sky Italia vince il ricorso in tribunale contro il bando per i diritti di Serie A 2018-2021 e ottiene la sospensione: ‘Troppe perplessità, prima dell’offerta aspettiamo il tribunale’.

Nuovo colpo di scena nella partita fra Sky Italia e MediaPro sui diritti di Serie A per il triennio 2018-2021. Il tribunale di Milano ha deciso di sospendere d’urgenza il bando di MediaPro per l’assegnazione dei diritti tv del campionato, accogliendo così il ricorso di Sky Italia, che ha chiesto di verificarne l’aderenza alle leggi italiane. Lo ha reso noto la stessa Sky Italia in una nota, in cui si precisa che il tribunale di Milano fornirà il proprio responso il 4 maggio.

“Sky Italia — si legge nella nota — prima di lanciare la propria offerta sui diritti televisivi del campionato di calcio di Serie A, ha deciso di chiedere per vie legali al Tribunale di Milano una verifica dell’aderenza del bando di MediaPro alle leggi italiane, alla Legge Melandri e alle recenti indicazioni dell’Autorità della concorrenza, ottenendone la sospensione sino al 4 maggio”.

Secondo Sky, “il bando di MediaPro per l’assegnazione dei diritti televisivi del campionato di calcio della Serie A solleva così tante perplessità da rendere necessario verificarne la legalità prima di presentare importanti offerte”.

 

Offerte attese per il 21 aprile

Le offerte per il nuovo bando di MediaPro dovevano essere presentate entro il 21 aprile, ma adesso i tempi slitteranno ancora, con il prossimo campionato 2018-2019 che ormai è dietro l’angolo e che rischia di partire il 19 agosto senza Tv. Tra l’altro, a questo punto, MediaPro depositerà la fidejussione da un miliardo entro il 27 aprile oppure chiederà una proroga?

Nella nota odierna, Sky sottolinea che “intende continuare a garantire agli abbonati un prodotto di qualità, nella piena libertà e autonomia giornalistica e editoriale in un sistema non discriminatorio e di libera concorrenza fra gli operatori. La nostra volontà è di continuare a contribuire alla crescita del calcio italiano, per lanciare nei prossimi giorni una grande offerta economica che possa garantire il futuro dei club sportivi, oltreché la qualità, la creatività e l’autonomia editoriale e giornalistica, la competizione industriale, agendo, senza scorciatoie, sempre nel rispetto dei valori della libertà di mercato e di tutte le leggi”.

Quali criticità?

Secondo la prospettazione di Sky Italia, con la predisposizione dei pacchetti principali e dei pacchetti opzionali nel bando, MediaPro Italia non agirebbe quale intermediario indipendente, ma diventerebbe un vero e proprio player del mercato in cui concorrono gli operatori della comunicazione come Sky Italia.

Il Tribunale ha altresì riconosciuto “la particolare rilevanza del periculum in mora connesso a un’operazione commerciale di così rilevante entità e destinata a proiettarsi in un ampio arco temporale, rispetto alla quale il paventato effetto distorsivo sarebbe del tutto idoneo a determinare gravi squilibri nel mercato e in danno dei singoli operatori dell’informazione interessati in ragione della notevole influenza sulla acquisizione (e perdita) di quote di mercato che l’esito della gara produrrebbe sull’uno o l’altro dei protagonisti della vicenda e la sostanziale impossibilità di un integrale ristoro di tale pregiudizio in sede di mero risarcimento monetario del danno”.

Già al momento della pubblicazione del bando, erano emerse due criticità importanti. La prima, riguarda la possibilità per MediaPro di gestire la raccolta pubblicitaria, offrendo un prodotto chiavi in mano agli operatori. La seconda, riguardante l’assenza nel bando dei prezzi minimi nel bando per gli operatori.

Un’ipotesi, quest’ultima, che costringerebbe i partecipanti all’asta a “fare da soli” il prezzo, con il rischio di puntare ben oltre il necessario.

Criticità che si sommano allo scontro sotto traccia fra il detentore spagnolo dei diritti e l’emittente satellitare di Rupert Murdoch, che da tempo aveva espresso la preferenza (disattesa nei fatti) per un bando che privilegiasse le esclusive.

A questo punto, torna in forse l’assegnazione dei diritti che sembrava in dirittura d’arrivo dopo la pubblicazione del nuovo bando, aperto e multi piattaforma, finalizzato secondo alcuni esperti al lancio (non prima del 2021) del nuovo canale della Lega. Un’ipotesi, quest’ultima, su cui vigila l’Antitrust.

 

Sky in posizione di forza

Lo scenario peraltro era già mutato radicalmente dopo l’accordo a sorpresa del venerdì santo fra Sky e Mediaset, che ha costretto MediaPro a riformulare il bando eliminando l’offerta per piattaforma.

Vedremo cosa deciderà il Tribunale il 4 maggio, tenuto conto che Sky si trova in posizione di forza, visto che da tempo orami Mediaset ha reso noto che il suo impegno per i diritti del calcio sarà sempre più “opportunistico”. Basta bagni di sangue per l’acquisizione delle partite, la nuova vita di Premium deve sganciarsi dal pallone. In altre parole, presumibilmente, Mediaset non si smuoverà dall’offerta massima già fatta trapelare per il prossimo triennio della Serie A, vale a dire 200 milioni.

SkyMediaset Premium e Perform sono in attesa di vedere le carte, ma anche Tim e Vodafone potrebbero essere interessate a pacchetti ad hoc per piattaforma, Internet e mobile: Perform al momento si è fermata a 100 milioni e Tim a 30.

Vedremo.

Ritorno di fiamma per il Canale della Lega?

Sta di fatto che Mediapro adesso ha un problema: raggiungere e superare la cifra di un miliardo e 50 milioni, con margini anche superiori per garantirsi un utile, sarà più difficile ora che i due pezzi da novanta del mercato pay tv hanno siglato un accordo a sorpresa.

Rispunta così l’ipotesi di rilancio del progetto originario degli spagnoli, vale a dire il Canale della Lega. Ma un’eventualità del genere non sarà facilmente percorribile per Mediapro per diversi motivi.

Sin dalle prime ore, lo scenario che ha preso forma (e al quale sembrerebbe aspirare MediaPro) potrebbe essere quello di un canale tematico ad hoc.

E con chi, eventualmente? Con la Lega medesima?

E chi si prenderà la briga di mettere in piedi ex-abrupto una infrastruttura distributiva?

Chi sarà disposto ad assumersi un rischio di impresa (così alto) che è tipico, in questo caso, dei broadcaster?

Mediapro potrà soltanto rivendere i diritti e riorganizzare i pacchetti entro certi limiti ben fissati dalle linee guida dell’Autorità.

Per questo, raccogliere più di un miliardo non sarà una passeggiata, visto che i due precedenti bandi sono finiti in un nulla di fatto e che l’offerta complessiva degli operatori (l’offerta più consistente era arrivata da Sky) non ha superato 780 milioni di euro.