Arte

Democrazia Futura. Futurismo che passione!

di Silvana Palumbieri, autore e regista a Rai Teche, realizzatrice di documentari |

Silvana Palumbieri riporta alla memoria un documento sul Futurismo italiano del 2009 in occasione del centenario del Manifesto.

Silvana Palumbieri ripropone per la rubrica “Almanacco d’Italia e degli italiani” di Democrazia Futura “Futurismo che passione!”, il testo di un documentario realizzato per Rai Teche nel 2009 in occasione delle celebrazioni del centenario del Manifesto del Futurismo di Filippo Tommaso Marinetti.

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Silvana Palumbieri

Il Futurismo ha un certificato di nascita riconosciuto: Parigi, 20 febbraio 1909.
È il giorno in cui Le Figaro pubblica il Manifesto del Futurismo con in calce la firma di Filippo Tommaso Marinetti. Per pubblicarlo c’è voluto l’intervento autorevole di un comproprietario di Le Figaro, ex membro del Governo egiziano trasferitosi a Parigi. È cliente dell’avvocato Enrico Marinetti, un vogherese divenuto il più grande civilista d’Alessandria d’Egitto, dove si è trasferito con la milanese Amelia Grolli Qui dalla coppia è nato Filippo Tommaso. Ha studiato al liceo francese del Cairo e per proseguire i suoi studi a 17 anni si trasferisce nella Ville lumière, dove il secolo si è aperto col Ballo Excelsior, simbolo di esaltazione del progresso. Nel 1905 la famiglia Marinetti torna a Milano. Qui Filippo Tommaso fonda la rivista Poesia: è un italiano che scrive in francese poemi simbolisti, opere teatrali, pubblicazioni su riviste letterarie. Poesia e problematiche dopo pochi anni a Marinetti non bastano più, occorre lanciare una sfida per distruggere il mondo del passato, e ricostruirne uno nuovo, e sicuramente secondo gli 11 precetti del manifesto del futurismo.

È passato un anno dalla pubblicazione del manifesto quando l’11 febbraio 1910 a Milano viene divulgato il Manifesto dei pittori futuristi porta le firme di Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Luigi Russolo, Giacomo Balla e Gino Severini adesso Il centro del futurismo è Milano, la metropoli italiana in cui più si avvertono le trasformazioni del primo sviluppo industriale

“il gesto per noi non sarà più un momento fermato del dinamismo universale, sarà decisamente la sensazione dinamica eternata come tale”,

si legge nel successivo “manifesto tecnico”.

I futuristi vogliono dunque rappresentare lo stato d’animo nuovo del dinamismo, quale condizione tipica della vita cittadina contemporanea. Per Giacomo Balla il dinamismoè vibrazione e velocità delle forme è movimento, sequenza, ripetizione di elementi successivi. In Luigi Russolo la ripetizione delle mani evoca una successione rapida di suoni.

La fusione delle percezioni emotive viene resa daUmberto Boccioni con immagini scomposte e rappresentate simultaneamente in movimenti e situazioni diverse. La luce vibra, i colori sono aggressivi, come in La Risata legata alla resa plastica del dinamismo dell’oggetto. La vibrante dinamica della vita urbana si ritrova anche nell’azione di piazza. L’emozione viene risolta da Carlo Carrà in un vorticoso dinamismo che l’artista esprime per mezzo di linee in movimento che trovano il fulcro nel sole dell’avvenire. E in Ciò che mi ha detto il Tram trova l’unità spaziale tra l’ambiente e l’oggetto che si trasforma spostandosi.

Mentre nei fluidi ritmi geometrici della pittura di Gino Severini l’oggetto è in comunicazione con l’universo, calato nelle relazioni analogiche intessute dalla fantasia. 

Ottocentomila volantini disegnano mulinelli multicolori nell’aria di Piazza San Marco a Venezia, sono stati lanciati l’8 luglio del 1909 dalla Torre dell’Orologio. Sopra vi è stampato Contro Venezia passatista, la firma è di Marinetti, la controfirma di Boccioni, Carrà, Russolo, Severini

Il chiaro di luna lo fa scomparire la Lampada ad arco, luce elettrica che illumina le strade, la galleria, le stazioni. Luce e colori, scomposti vengono esprimessi dall’artista in triangoli di colore.  Nella serie Linee mandamentali + successioni fotodinamiche la dinamica è rappresentata da traiettorie astratte, a cuiviene contrapposta l’immagine veristica delle rondini in sequenza. 

Mito della velocità e dell’energia vitale, l’automobile viene analizzata da Balla in immagini sviluppate in una sola direzione. Altro simbolo della velocità sono le prime moto. Le ha costruite nella sua officina di Milano Giuseppe Galera. È ex corridore di motocicletta di 21 anni, è amico di Balla che estende al suo interesse al nuovo bolide. In Luigi Russolo,colori violenti e linee convergenti per esprime il dinamismo piume, frammenti di trine, foglie appassite, occhiali, baffi, e carta ritagliata di spartiti musicali, giornali, imballaggi. Enrico Prampolini, Ardengo Soffici, Carrà e Severini. contaminano con questi materiali le proprie tele. Si prefiggono di eliminare la separazione tra l’energia vitale della realtà e il piano inerte della tela.

È del 1910 il Manifesto dei musicisti futuristifirmato da Francesco Balilla Pratella. Il musicista vuole la distruzione della quadratura e l’irregolarità ritmica di intervalli inferiori al semitono. Ma con la sua opera L’aviatore di Dro si rifà alla tradizione. Luigi Russolo, anche pittore, sente la musica ovunque nella città moderna: il gorgoglio dei tombini quando piove, il sibilo delle sirene dei cantieri industriali, il rombo delle automobili. Dunque per la musica futurista vuole rumori anziché suoni musicali, quindi dalla teoria passa alla realizzazione di casse per un solo rumore ululatore, rombatore, sibillatore, crepitatore, gorgogliatore, frusciatore chiama coi modi dell’onomatopea gli strumenti della sua orchestra. Più tardi nel 1914 li raccoglie tutte insieme nell’Intonarumori. un enorme cassa musicale dotata di tromba amplificante. Altri compositori futuristi lo seguono: il fratello Antonio Russolo e Alfredo Casella.

Il Manifesto dei drammaturghi futuristi (1911) è una dura contestazione della mondanità Il pubblico va provocato, la creazione drammatica va costruita conpoche parole in pochi minuti, la messa in scena va realizzata senza scansione di eventi e di effetti.

Sul versante scenotecnico la scena sarà in movimento e le luci sono destinate a creare sul palcoscenico l’atmosfera adatta all’azione.

Declamazione di poesie, esposizione di quadri, esecuzioni musicali, discorsi politici, danza, per le serate futuriste, apice dell’azione di sensibilizzazione del pubblico. Martinetti li esplora, li indispone, li provoca questi spettatori pigri, vincolati a delegare alla ribalta la creazione delle sensazioni. Tra 1910 e il 1913 sono Trieste, Milano, Roma, Napoli, Firenze, Venezia a essere aggredite dalla nuova teatralità futurista. 

Marinetti vuole conquistare il pubblico e creare tanto clamore pubblicitario.

Per realizzare la propria strategia usa l’intero universo degli strumenti di comunicazione che l’epoca gli offre. Manifesti, libri in omaggio, affiches pubblicitarie, comunicati per i giornali, lettere, cartoline, telegrafo, volantini si scrive su tutto. E il mezzo diventa messaggio futurista.  Allo stesso modo è instancabile la sua azione di proselitismo artistico. Fra violente opposizioni e clamorosi entusiasmi organizza conferenze. rappresentazioni e tante mostre. 

Nel 1914 quando non può essere presente a Napoli per l’inaugurazione di una galleria d’arte riesce ad assicurare la propria partecipazione in diretta da Londra per via telefonica.

La radio dal 1924 ha iniziato il servizio regolare e Marinetti fa uso anche il nuovo mezzo di diffusione dei suoi messaggi. Declama Il bombardamento di Adrianopoli. Poi fa la radiocronaca dell’arrivo della trasvolata atlantica, e dal 1930 tiene una trasmissione mensile di 10 minuti.  Guidato dal pervasivo leaderismo marinettiano, il futurismo mostra di essere prima delle avanguardie storiche italiane organizzata.

Già dalla sua nascita il futurismo “vuole innestare l’Italia nel concerto europeo”.

L’avvio è in Francia, poi è la volta del Giappone. In Russia nel 1911 nasce l’egofuturismo di Igor Severjanin e il cubofuturismo. Poi il raggismo di Mikhail Larionov, Natalia Gontcharova, Kasimir Malevitch.  In Polonia nasce il formismo.  Segue la Cecoslovacchia.

Nel 1912 il messaggio futurista si allarga ancora. In febbraio Umberto Boccioni e i suoi amici espongono nella Galleria Bernheim Jeune di Parigi. Il primo marzo la mostra è alla Sackwille Gallery di Londra, da qui nasce il Vital English Art, anche se poi gli inglesi gli oppongono il vorticismo.Tra aprile e agosto è la volta della Germania. Il 1° giugno è Bruxelles, in settembre l’Aia. Il futurismo diviene un successo senza precedenti. 

L’espansione prosegue nel 1913. In gennaio Budapest, in settembre Berlino alla Galleria Der Sturm, da quiparte l’ispirazione per la pittura di František Kupka, di Franz Marc e di altri artisti del Blaue Reiter.

Nel gennaio del 1914 dopo tre giorni di viaggio Marinetti è a Mosca dove il futurismo è già diffuso, e lui viene accolto trionfalmente In ottobre in Ucraina nasce il Querofuturismo.

Nell’estate del 1915 è la volta di San Francisco. Qui opera Joseph Stella, tornato da Parigi dove ha incontrato il futurismo.

IlManifesto tecnico della scultura futurista(1912) èdi Boccioni. La sua fama di scultore è affidata a due opere. In Sviluppo di bottiglia nello spazio avvolgentilinee spiraliche agganciano i volumi allo spazio circostante. In Forme uniche della continuità nello spazio, l’impeto del Camminatore è reso con una plastica lingueggiante e fremente, la statua non più chiusa prolunga l’energia allo spazio.   Balla cerca gli equivalenti astratti di tutte le forme dell’universo e prende come metafora le linee d’energia che lo pervadono. Nella stessa direzione si esprime Thayaht [Ernesto Michahelles] con Liberazione della terra e Timoniere 

È del 1912 il Manifesto tecnico della letteratura futurista

“Si deve abolire l’aggettivo, si deve abolire l’avverbio, abolire anche la punteggiatura”.

Sono le parole in libertà, cioè la liberazione del discorso letterario da ogni tipo di sintassi e da ogni legamento logico tradizionale. Si arriva alla dissoluzione della parola.

“Facciamo il brutto in letteratura e lottiamo dovunque la solennità”. 

Nel ‘12 ‘Zang-tumb-tum Adrianopoli è un libro decostruito, il messaggio futurista è rivoluzionario.

A Firenze gli scrittori e i poeti si incontrano al caffè “Le giubbe rosse” I primi ad aderire al Futurismo sono Giovanni Papini e Ardengo Soffici e il 1° gennaio 1913 fondano la rivista Lacerba che fanno diventare subito futurista. Poi anche Giuseppe Ungaretti, Dino Campana e Aldo Palazzeschi vi collaborano. …

Nel 1915 nasce Parole in libertà. All’uomo implicato nella nuova realtà meccanica le parole non bastano più servono parole in libertà che con Francesco Cangiullo diventano Tavole parole libere, pagina, volantino, tela. La parola diventa fisica, esplode fino all’onomatopea, al suono elementare disarticolato, reso in lettere, nel non-senso di accostamenti arbitrari. Letteratura, pittura, scultura e musica. Il percorso attraverso le arti tradizionali e le loro tecniche si è concluso.

Il Programma politico futurista è del 1913. La politica viene intesa nel futurismo come patriottismo e possibilità di rimodellamento della società. In Filippo Tommaso Marinetti c’è passione e azioni, attivismo irrazionalistico, superomismo e culto dell’azione eroica. Nel Manifesto aveva scritto “guerra sola igiene del mondo” e adesso in Italia si sta diffondendo la febbre dell’entrata in guerra per liberare dal giogo austroungarico Trento, Gorizia e Trieste e le croate Fiume, Abbazia e Zara. Bisogna intervenire a fianco di Francia, Gran Bretagna e Russia contro gli imperi centrali, Germania e Austria alleati fino ad allora dell’Italia nella Triplice. L’Italia giolittiana è per la neutralità, tuttavia le manifestazioni interventiste si moltiplicano. A Milano nel marzo del 1915 Marinetti è tra i primi a scendere in piazza e si ritrova con Mussolini. In precedenza con lui c’erano stati solo incontri momentanei ma adesso vengono arrestati assieme e assieme subiscono 21 giorni di prigione. Il 24 maggio 1915 l’Italia comunque entra in guerra e in ottobre Marinetti parte volontario per il fronte.

La guerra nel 1918 finisce, ma è forte il malcontento per il trattamento subito dall’Italia col trattato di pace. Mentre è salito il costo della vita, il popolo italiano vuole riforme politiche e sociali, ci sono scioperi, caos, disordini.

La sete del nuovo, la rottura con la tradizione, scendere in piazza per ottenerlo sono idee del futurismo che crea l’ambiente favorevole alla formazione del movimento fascista. Il 23 marzo del 1919 a Milano in una sala di piazza San Sepolcro Marinetti e alcuni futuristi sono al fianco di Mussolini nella fondazione dei fasci di combattimento.

Ma Marinetti vuole anche lotta dura contro clericalismo e monarchia, pregiudiziali non accettate da Mussolini. Così nel maggio del 1920 Marinetti si dimette dal partito fascista.

Quando tra il 1923 e il 1924 il fascismo si è stabilizza come regime avviene la riconciliazione. Marinetti prova anche a far diventare il futurismo arte di stato come in Russia. Ma Mussolini è contrario, non incoraggia un’estetica di Stato, preferisce tutelare gli artisti. Esaurita la prima fase esplosiva, il futurismo aspira ora ad entrare nei musei e nelle istituzioni. Marinetti però ha sempre perseguito l’azione eroica individuale da quando nel 1911 è andato a Tripoli per la guerra di Libia a quando nel 1912 è in Bulgaria nella guerra contro la Turchia. Nel 1916 è al fronte della prima guerra mondiale. Nel 1919 è presente a Fiume nell’impresa dannunziana. Nel 1935 a 59 anni parte per la guerra d’ Etiopia di cui diviene cantore.  E il 22 marzo del 1942 a 66 anni va in Russia sul fronte del Don. Ritornato in patria in precarie condizioni di salute, si ammala. Nel tragico 1944 vuol stare vicino a Mussolini.  Risiede prima a Venezia, poi in Lombardia e il 2 dicembre 1944 muore d’infarto a Bellagio sul Lago di Como.

Il 1° luglio 1914 Antonio Sant’Elia aveva pubblicato il Manifesto dell’architettura futurista.

“Noi dobbiamo inventare e rifabbricare la città futurista simile ad un immenso cantiere tumultuante e la casa futurista simile a una macchina gigantesca”.  

Inbozzetti e progetti la progettazione architettonica di Antonio Sant’Elia è la visione della città nuova che è dinamismo di masse ed esaltazione della bellezza del cemento armato e del ferro. Scoppia la guerra, i futuristi vanno volontari al fronte. Marinetti, Boccioni, Mario Sironi, Russolo, Sant’Elia fanno parte di uno stesso battaglione. Nel 1916 in un assalto alle trincee austriache il ventottenne Sant’Elia viene falciato da una raffica, Boccioni è morto nelle retrovie per una caduta da cavallo, Marinetti è ferito in modo non grave da una granata austriaca.

Se la guerra ha impedito ai disegni di diventare edifici, le costruzioni futuriste anche dopo sono poche, ma tanti i suggerimenti per gli architetti. Nel dopoguerra il movimento futurista punta su Virgilio Marchi. che nella fantasmagoria del Luna Park scorge l’esaltazione in chiave ludica della nuova realtà tecnologica. Mario Chiattone isola invece il tema della residenza dal contesto urbano, affrontando la morfologia del grattacielo.

 La ricostruzione futurista dell’universo del marzo 1915. È redatto da Balla e Fortunato Depero che intendono immettere l’arte nella vita, riformare il sistema estetico globale della vita quotidiana. L’opera d’arte deve provocare una sorta di reazione a catena che si propaga in tutto l’universo delle cose create dall’uomo. Nell’arredamento, nell’abbigliamento, negli oggetti d’uso ed anche in scenografia, nel design e nella grafica pubblicitaria, dalla fusione di arte e scienza nasce il giocattolo futurista, il paesaggio artificiale e milioni di animali metallici. Il futurismo svolge un’azione di sconfinamento dall’arte:costruire con fili metallici o di cotone, con vetri, con tessuti. Sono complessi che girano, che si scompongono, che emettono suoni, che appaiono e scompaiono.

Nel 1909 Marinetti nel Manifesto preconizzava

“Ci rimane un decennio per compiere l’opera nostra”.

Sono bastati cinque anni al Futurismo per diventare un movimento globale, che cambia la forma di tutte le arti e si propaga in ogni attività umana. Una nuova e integrale concezione della realtà, una maniera di intendere e cambiare il mondo, una filosofia, uno stile di vita di straordinaria intensità e vivacità.

Il manifestoLa cinematografia futurista è del 1916. Alla vigilia della partenza per il fronte in settembre Marinetti era stato coinvolto da Arnaldo Ginna nel film Vita futurista. C’era già un precedente di film futurista Mondo Baldoria di Aldo Molinari.  Ma è Anton Giulio Bragaglia il primo vero regista futurista. Nel 1916 dirige Thais in cui l’azione filmica si integra con le scenografie di Enrico Prampolini, segue Perfido incanto un film dai risvolti fantastici, di cui come per il precedente rimangono pochi fotogrammi. Ma Bragaglia già tre anni prima con le fotodinamiche futuriste esplorava coglieva il dinamismo come sintesi delle diverse fasi del percorso di un corpo nello spazio. Nel febbraio 1931 viene diffuso il Manifesto dell’Aeropittura futuristascritto da Mino Somenzi. Si apre una seconda stagione futurista, legata alla modernità degli anni Trenta, ben diversa da quella degli anni Dieci.

A vent’anni dal Manifesto futurista la nuova spinta propulsiva trae origine dall’aereo che realizza la simbiosi uomo macchina. E per il pittore in volo, là in alto si crea una nuova prospettiva, un complesso quadro plastico, costituito da frammenti del panorama, pur conservando una perfetta armonia.Le emozioni aeree ispirano anche la poesia.Intanto nel 1931 la Prima Quadriennale presenta il secondo futurismo destinandogli una sala esclusiva: la tredicesima sala, ma non dimentica i protagonisti del primo futurismo. Vi espongono 23 artisti futuristi, tra cui Prampolini, Fillìa [Luigi Colombo], Gerardo Dottori, Fortunato Depero, Benedetta Cappa e Tato [Guglielmo Sansoni]. 

Parigi, 20 febbraio 1909. Pubblicazione del Manifesto su Le Figaro, Bellagio, 2 dicembre 1944. Morte di Filippo Tommaso Marinetti: è l’arco temporale di vita del movimento futurista. Soprattutto della prima metà del Novecento, l’azione dinamica di rinnovamento del futurismo ha fortemente influito sull’arte e in altri ambiti come letteratura, grafica e persino la moda. Con la formazione di movimenti futuristi nazionali, per modo diretto o in via indiretta, e con interscambi, hanno accolto la lezione futurista …

Post Scriptum Nota sul documentario prodotto da Rai Teche nel 2009

Il documentario ha recuperato dagli anni Trenta rare immagini di Marinetti, e tante voci. Marinetti scandisce l’Aeropoema, Il bombardamento di Adrianopoli e parole in libertà, che Ungaretti e Palazzeschi ricordano all’origine del futurismo letterario, iniziato con Papini, Soffici e Campana. Carmelo Bene declama il testo del Manifesto del futurismo, apparso su Le Figaro il 20 febbraio 1909. Alessandro Haber e Franco Parenti interpretano le provocazioni del teatro futurista. Carrà e Severini rivivono la nascita del futurismo in pittura che prende le forme dinamiche di Balla e Boccioni. Rari i fotogrammi del cinema fantastico di Bragaglia, tanti i disegni della città nuova dell’architetto Sant’Elia. E ci sono i suoni. Dalle casse di Russolo anziché musiche rumori per cogliere il fragore della città. Canzoni d’epoca per accompagnare l’azione politica di Marinetti, in prima linea nell’irredentismo, nelle guerre, nell’azione di piazza e nella nascita di nuovi gruppi politici. Le immagini sono spezzoni d’archivio, dipinti, foto e scritte. Marinetti scrive su tutto: lettere e cartoline, manifesti e volantini. Il mezzo diventa messaggio futurista. E tanti sono i grandi artisti che, soprattutto nella prima metà del secolo scorso, hanno raccolto la lezione futurista.