Memorie

Democrazia Futura. Enrique Bustamante (1949-2021), memorie nostre

di Giuseppe Richeri, accademico ed esperto di politica ed economia delle comunicazioni; Giacomo Mazzone, segretario generale Eurovisioni; Bruno Somalvico, segretario generale uscente Infocivica – Gruppo di Amalfi |

Due ricordi del professor Enrique Bustamante: quello del professor Richeri, che ne ricorda la figura intellettuale, gli incarichi accademici e quelli istituzionali; quello di Giacomo Mazzone e Bruno Somalvico, nella loro veste di segretari rispettivamente di Eurovisioni e di Infocivica, che ne ricordano il contributo nel gruppo dei saggi incaricato dal governo Zapatero di realizzare la riforma della Rtve poi svanita.

Le rubriche di questo fascicolo si concludono con due ricordi di un grande amico di Democrazia futura, il professor Enrique Bustamante, improvvisamente deceduto a Malaga domenica 20 giugno u.s. Un suo amico di vecchia data, il professor Richeri ne ricorda la figura intellettuale, gli incarichi accademici e quelli istituzionali che lo avevano portato alla presidenza della principale associazione che riunisce gli studiosi spagnoli nel campo della comunicazione. Giacomo Mazzone e Bruno Somalvico, nella loro veste di segretari rispettivamente di Eurovisioni e di Infocivica, ne ricordano il contributo nel gruppo dei saggi incaricato dal governo Zapatero di realizzare la riforma della Rtve poi svanita,  l’impegno editoriale con la collana dell’Ufficio Studi della Rai Zone e la collaborazione in Italia dal 2009 al 2016 con il Gruppo Europeo di Torino riunitosi nell’ambito del Prix Italia, annunciando un webinar dedicato al grande studioso andaluso per martedì 20 luglio 2021 p.v a trenta giorni dalla scomparsa.

Enrique Bustamante

Enrique Bustamante (1949-2021)

di Giuseppe Richeri, accademico ed esperto di politica ed economia delle comunicazioni

Enrique Bustamante Ramirez, uno dei maggiori studiosi europei dell’industria culturale e dei media, ci ha lasciato il 20 giugno 2021. Era nato a Malaga nel 1949 e aveva svolto la sua carriera accademica all’Università Complutense di Madrid.

I suoi impegni universitari lo avevano coinvolto in molte iniziative di insegnamento e di ricerca in varie parti del mondo oltre che in Spagna e in America Latina.

I suoi libri sul sistema dei media e sull’economia politica delle industrie culturali e creative sono da decenni, e lo saranno ancora, punto di riferimento per molti studenti e ricercatori del mondo iberico e oltre.

La Rai, data la sua indiscussa competenza, lo incaricò di scrivere la storia delle radio-televisione spagnola (Storia della radio e della televisione in Spagna (1939-2007). Il lato debole della democrazia, Rai Libri 2007, 2 tomi), tradotta in seguito in spagnolo e oggi testo adottato in molte università iberiche.  

Tra i vari incarichi pubblici che fu chiamato a svolgere possiamo ricordarne alcuni tra quelli che diedero a Bustamante una grande notorietà anche al di fuori degli ambienti accademici spagnoli. Uno fu la direzione per vari anni dell’Università Internazionale Mendes Pelaio, che organizza a Santander corsi estivi con i migliori esperti di temi d’attualità in campo scientifico e umanistico.

La seconda attività a cui Bustamante ha dedicato il suo impegno per oltre vent’anni è stata la Rivista Telos, pubblicata da Fundesco, società telefonica pubblica, di cui è stato ideatore e direttore. La rivista ha avuto un ruolo decisivo nel rinnovare gli studi sui media e le comunicazioni intrecciano una larga gamma di discipline umanistiche e scientifiche fornendo saggi e interventi di ricercatori del campo tecnologico e  delle scienze sociali. Telos ha svolto altresì una funzione importante come passerella tra gli studiosi europei e latinoamericani. Tra questi ultimi furono pubblicati articoli di ricercatori di grande qualità, ma poco conosciuti in Europa come Jesus Martin Barbero, Nestor Canclini, Hariberto Muraro, Rafael Roncagliolo, Hector Schmucler.

La terza attività è stata quella di membro del gruppo di cinque esperti nominati dal Governo di José Rodriguez Zapatero per elaborare la riforma del servizio radiotelevisivo pubblico in Spagna. Qui Bustamante svolse un ruolo fondamentale per sostenere e sviluppare il ruolo della radiotelevisione pubblica emancipandola dall’influenza dei partiti politici e prospettando le soluzioni più adatte per garantire la sua indipendenza politica ed economica.

L’originalità e il rigore del suo insegnamento universitario e il prestigio dei suoi lavori scientifici avevano portato alla presidenza della Asociación para la Investigación de la Comunicación (A.I.C.) che raccoglie la maggior parte dei ricercatori spagnoli  del campo.

Per oltre quarant’anni con Enrique abbiamo fatto iniziative, progetti, ricerche e siamo stati legati da una profonda amicizia, anch’io sentirò la sua assenza.


Combattere l’asignatura pendiente, ovvero il lato debole della democrazia

Il lascito del Gruppo Europeo di Torino e il monito del grande studioso di Malaga  

di Giacomo Mazzone, segretario generale Eurovisioni, e Bruno Somalvico, segretario generale uscente Infocivica – Gruppo di Amalfi

Domenica 20 giugno è finita la primavera di questo triste 2021 e con la fine della primavera si è purtroppo spenta nella sua Malaga la vita di un grande amico di Infocivica, il professor Enrique Bustamante Ramirez a cui ci legava una solida amicizia e un importante percorso editoriale e professionale, oltre che una comune visione o comunque un comune sentire derivante da una lunga milizia nella migliore tradizione dell’umanesimo socialista.

Perché Enrique non era solo un insigne Accademico come ci ricorda il suo amico Giuseppe Richeri a cui era legato da una lunghissima amicizia ma anche un intellettuale “engagé” dapprima contro il regime franchista collaborando a quei Cuadernos para el Dialogo  che furono un riferimento e un simbolo della cultura cattolica di ispirazione democristiana ma anche per quella progressista degli anni Sessanta e Settanta, poi come giornalista e nella lunga attività di docente in giornalismo e comunicazione audiovisiva, che ne hanno fatto uno dei massimi sociologi dell’informazione ed economisti politici della comunicazione, molto attento ai fenomeni di manipolazione delle notizie e delle coscienze.

Su suggerimento del professor Giuseppe Richeri gli venne commissionata dall’Ufficio Studi della Rai per la nuova Collana Zone una storia della radio e televisione pubblica spagnola che realizzammo con due giovani ricercatori che avevano seguito le sue lezioni all’Università Complutense, Alessia di Giacomo, che oggi lavora all’RTVE, e Gianluca de Matteis Tortora, poi assunto in Rai: da quello che doveva essere un saggio storico di un paio di centinaia di pagine, nacquero due poderosi volumi contenenti anche documenti e apparati utilissimi per conoscere l’evoluzione del sistema radiotelevisivo spagnolo dallo scoppio della guerra civile sino al Governo Zapatero in cui Bustamante, insieme a quattro altri accademici, era stato chiamato a redigere un Rapporto destinato a costituire il punto di partenza della riforma della Rtve. Riforma solo parzialmente compiuta e per la quale Bustamante avrebbe continuato a battersi  sino ad oggi, per assicurare una piena autonomia della Rtve dal controllo del governo, qualunque esso fosse. 

Alla fine di questo lungo lavoro rimaneva da tradurre il sottotitolo del saggio: “una asignatura pendiente della democracia”, che traducemmo su suggerimento dell’editor della collana Piero Vereni con “il lato debole della democrazia”. Ricevuta la triste notizia, ci è venuta subito in mente quest’espressione perché in qualche modo essa riassume il monito che Enrique Bustamante ci lascia. L’invito a combattere questa  asignatura pendiente ovvero qualcosa che è rimasto sempre in bilico nella storia della Spagna post franchista, cioè questo lato debole della democrazia, nei media e nella società, un fenomeno, un processo e una conquista infine raggiunta dopo una breve fase di  Transizione, ma che – in Spagna come nel resto dell’Europa, non può mai essere considerato come irreversibile.

Dal 2009 al 2017 Bustamante collaborerà intensamente al Gruppo Europeo di Torino costituito da Infocivica per predisporre un Libro verde sui media di servizio pubblico nella società dell’informazione e della conoscenza, redigendone le conclusioni presentate ufficialmente a Roma alla Biblioteca del Senato della Repubblica in occasione dell’ultimo viaggio a Roma del professore andaluso.

In quello stesso periodo Enrique collabora anche con Eurovisioni e con le sue riflessioni sul servizio pubblico europeo, svolte quasi sempre mano nella mano con il Gruppo Europeo di Torino e con Infocivica. Parlare con lui era di servizio pubblico era sempre molto eccitante, perché foriero di idee nuove, ma anche deprimente, perché – a differenza che con gli studiosi della materia dell’Europa del Nord che si indignavano degli attacchi al servizio pubblico perché colti di sorpresa – noi che venivamo dal Sud dell’Europa ci indignavamo per dovere, ma senza nessuna sorpresa per ogni nuovo attacco. Anzi, quasi quasi aspettandocelo e restando sorpresi quando poi (in qualche raro caso) tutto andava (o sembrava andare) miracolosamente bene.

Aveva grandemente ispirato e contribuito a scrivere una delle più belle ed articolate riforme del servizio pubblico in Europa (quella spagnola del Gruppo de “los savios” da lui coordinato e diretto) di cui era particolarmente fiero, perché garantiva indipendenza ed autonomia finanziaria al sistema pubblico. Fierezza presto svanita, perché seguita dalla cocentissima delusione due anni dopo l’entrata in vigore della riforma, di vedere lo stesso governo socialista svuotare di contenuti l’intero processo, togliendo la pubblicità alla RTVE, per firmare un “pactum sceleris” con le televisioni commerciali del paese, in cambio della promessa di un loro appoggio in campagna elettorale. Appoggio che naturalmente, una volta passata la controriforma, mai arrivò e il cui prezzo per anni fu pagato dalla RTVE, diventata di nuovo parte dello spoil system, con conseguente vertiginosa perdita di credibilità ed ascolti. Un’esperienza traumatizzante per un intellettuale libero pensatore che aveva messo la sua scienza al servizio di una politica rivelatasi poi pronta a barattare principi in cambio di (ipotetici e mai pervenuti) consensi elettorali.

Anche memori di questo  gli amici di Infocivica e Democrazia futura, e quelli di Eurovisioni terranno sempre a mente il monito di Enrique Bustamante a difesa della libertà d’informazione e della democrazia che rimangono sempre in bilico e l’appello per allargare la collaborazione fra i servizi pubblici in vista della realizzazione di un servizio pubblico europeo. 

In omaggio e in nome di Bustamante vogliamo proseguire questa battaglia estendendo la sua e la nostra riflessione alla cruciale questione della realizzazione di una piattaforma aperta in grado di competere con le Big Tech che dominano oggi incontrastate il mondo delle comunicazioni.

Per ricordarlo e per predisporre questo programma riuniremo martedì 20 luglio in un webinar tutti i suoi amici, gli accademici e professori, ma anche i suoi amici giornalisti, l’associazione, TeledeTodos e tutti coloro che hanno letto i suoi scritti e condiviso le sue battaglie.