Creatività

Democrazia Futura. Due buone idee

di Lucio Saya, regista, sceneggiatore, pittore autore e documentarista |

Per la rubrica di Democrazia futura "Passato prossimo non venturo" Lucio Saya racconta "Due buone idee" realizzate nel corso di "una lunga vita nel campo della creatività e del cinema".

Lucio Saya

Era la primavera del 1971 e la serranda della portafinestra che dava sul balcone era stata sollevata qualche centimetro troppo poco. Nel passarci sotto la mia testa fece conoscenza con tutte le stelle del firmamento. Ma appena svaniti i corpi celesti, mi balenò un’idea!

Devo premettere che sino ad allora le T-shirts erano di colori differenti ma comunque in tinta unita o, tutt’al più, attraversate da righe più o meno larghe. Poi la moda propose delle magliette con applicate delle semplici spalline, un po’ come quelle delle divise militari e la novità ebbe un buon successo. Pensai che avrebbe potuto avere successo anche l’idea di realizzare delle magliette con sopra dei disegni, delle immagini.

Siccome praticavo abbastanza lo sci, disegnai un bozzetto ispirandomi alla foto di uno sciatore impegnato nel “Km lanciato”, una gara che allora si svolgeva sulle pendici del Cervino.

Stilizzai la figura e la inserii in un cerchio. Poi tracciai un cerchio di maggior diametro e fra i due cerchi concentrici scrissi il nome di una località sciistica.

Osservando il bozzetto ultimato mi dissi che si poteva tentare.

Andai da un mio amico, Franco Piazza, che in via Tagliamento aveva un negozio di articoli per lo sci fra i più rinomati: Gregorini Sport.

Gli illustrai la mia idea e gli proposi di collaudarla in società. Accettò.

Io avrei messo l’idea, i campioni realizzati in serigrafia e avrei fatto il giro delle principali località alpine per offrire le magliette.

Lui avrebbe ordinato le T-shirts ad un suo fornitore e messo a disposizione un furgone per le sperabili consegne.

Esibii i campioni in tutto l’arco alpino da Cortina al Sestriere e tutti fecero delle ordinazioni.

In ottobre le magliette furono consegnate nelle varie località, a ciascuna col proprio nome.

Decisamente quel colpo in testa mi aveva dato una buona idea!

Così ne presi spunto in un’altra occasione senz’altro più importante.

Qualche mese dopo, all’inizio dell’anno successivo, l’imprenditore Nino Rovelli volle pubblicizzare una sua iniziativa. Sembra che avesse in progetto di risolvere la sete di acqua della Sardegna costruendo sulle coste dell’isola alcuni dissalatori dell’acqua marina. Ne era stato ultimato il primo a Porto Torres e Rovelli decise di far realizzare un film promozionale della durata di tredici minuti. I primi 12°30″ sarebbero stati girati a Porto Torres e per i restanti 30 secondi era previsto un Codino in cartone animato.

Fu allora indetto un Bando di Concorso per al creazione di un personaggio quale protagonista del codino. Furono invitati i maggiori Cartoonists italiani, da Bruno Bozzetto ai fratelli Pagot, dalla Lanterna Magica a Osvaldo Cavandoli e così via. Invitarono anche me, che allora facevo parte di un’associazione di categoria il cui presidente era Bozzetto.

Si chiedeva di proporre un personaggio di tempi remoti, particolarmente geniale, che riusciva a trovare soluzioni avveniristiche per la sua epoca e che dovevano riguardare, naturalmente l’acqua.

Io collocai li mio personaggio nell’età della pietra, in una piccola tribù di cavernicoli. Lo chiamai Adamo e lo raffigurai come un tipo un po’ eccentrico e po’ un intellettuale. Portava occhialetti a mezza luna, girava con un bastoncino di bambù e ai piedoni portava le ghette.

Inviai i miei bozzetti e qualche tempo dopo, con mia grande meraviglia, seppi che il vincitore del Concorso era Adamo !!!

Quando fu avviata la lavorazione del film cercavo qualcosa, una scintilla che potesse generare le idee in Adamo. E mi tornò in mente … quel colpo in testa! Così al mio personaggio, quando casualmente riceveva un colpo in testa spuntava un grosso bernoccolo. E subito dopo ecco l’idea!

Accortisi di questo gli altri componenti della tribù si davano o si scambiavano tremendi colpi di clava sul capo. Ma nonostante le “clavate” e i bernoccoloni, le idee venivano solamente ad Adamo.

Quando andai a conoscere l’autore della sceneggiatura mi venne li dubbio che si trattasse del solito raccomandato perché, mi avevano detto, era parente dell’allora Presidente della Repubblica Giovanni Leone. Invece aveva fatto un ottimo lavoro. E il film fu ri-programmato: 12 minuti e 30 secondi in cartone animato e 30 secondi di codino con riprese dal vero a Porto Torres.

Nel 1973 li film La guerra privata fra Adamo e la sete fu presentato alla Rassegna Europea del Cinema Industriale riservata a film di genere diverso purché realizzati per un’Industria, fosse la Fiat o la Rex o la Michelin.

In quella edizione della Rassegna fu proclamato vincitore Adamo!