“Non c’è sviluppo senza innovazione, ma non c’è innovazione senza creatività. Creatività che può trarre ispirazione guardando al passato, al fine di creare continuità nelle sfide presenti e future”. Nel suo intervento di apertura del Sustainability Day di INWIT, Gianni Letta, Presidente dell’Associazione Civita, esordisce con parole cariche di significato, con un riferimento chiaro al ruolo centrale che l’eredità storica può e deve avere nelle scelte odierne. Uno dei motivi per cui l’evento, anche quest’anno, si è svolto nella storica sede dell’Associazione, nella cornice suggestiva di Piazza Venezia, a Roma.

Sostenibilità e digitalizzazione, il modello INWIT
Seguendo il principio della continuità storica come “bussola”, è possibile affermare che la moderna digitalizzazione crea le premesse per lo sviluppo sostenibile. In breve, in un’epoca segnata da crisi ambientali, disuguaglianze territoriali e transizioni complesse, la tecnologia, se ben orientata, può rappresentare un alleato decisivo.
La seconda edizione del Sustainability Day di INWIT ha posto il focus proprio su tale aspetto, soffermandosi sull’impatto delle infrastrutture digitali e condivise.
Cuore dell’evento, i numeri contenuti nello studio “Il valore di INWIT per l’Italia”, curato da The European House Ambrosetti. I dati parlano chiaro: la condivisione delle torri di telecomunicazione mobili, tra il 2015 e il 2024, ha consentito di evitare oltre 2,5 milioni di tonnellate di CO₂, l’equivalente di 1,7 milioni di voli Roma-New York, risparmiando territorio, materiali e risorse energetiche. Un impatto ambientale virtuoso, frutto della separazione tra servizi e infrastrutture e del modello di neutral hosting, che consente a più operatori di condividere gli stessi impianti, riducendo la frammentazione e il consumo di suolo.

“Voglio sottolineare che la condivisione è il pilastro della conoscenza,” ha affermato Oscar Cicchetti, Presidente INWIT. “Nel mondo delle reti, condividere l’infrastruttura è il motore della sostenibilità in quanto comporta meno costi, meno impatto ambientale, più efficienza.”
Anche Michelangelo Suigo, Direttore Comunicazione e Sostenibilità di INWIT, ha evidenziato come “i numeri positivi emersi dal report indicano chiaramente la direzione: costruire ponti per abilitare la connettività di ciascuno di noi.”

Scendendo nel dettaglio, con quasi 16 miliardi di risparmi ottenuti grazie al modello di condivisione seguito alla separazione tra infrastrutture e servizi, INWIT è una realtà il cui core business può essere definito “nativamente sostenibile”, nell’ottica della doppia transizione, ecologica e digitale.
Diego Galli: “Inwit abilitatore neutrale della digitalizzazione”
“Uno dei principali vantaggi di un’infrastruttura separata e condivisa è la possibilità di ridurre significativamente il numero di torri necessarie”, afferma Diego Galli, Direttore Generale di INWIT. Nel suo intervento, Galli ha ripercorso le tappe che hanno portato l’azienda a diventare un abilitatore neutrale della digitalizzazione del Paese, sottolineando come nel 2024 INWIT abbia reinvestito il 30% dei ricavi in nuove infrastrutture, torri e coperture indoor.
“Il settore delle telecomunicazioni ha vissuto decenni di espansione rapida, ma ha poi assistito a un’evoluzione del modello di business, con la nascita delle prime Power Company negli Stati Uniti, un approccio che ha trovato terreno fertile anche in Europa, facendo dell’Italia un Paese all’avanguardia. Oggi portiamo la connettività 5G nelle metropolitane, nei musei, nelle piazze.”
Galli evidenzia come l’infrastruttura separata e condivisa rappresenti un modello industriale sano e efficiente, in grado di generare valore grazie a tre fattori chiave: economie di scala, di specializzazione e di condivisione. “Il ruolo di INWIT – conclude – è mettere queste efficienze al servizio dell’intera filiera delle telecomunicazioni, contribuendo a migliorarne i ritorni economici e industriali in modo sostenibile.”
I partecipanti
Tra i numerosi partecipanti all’evento, anche l’on. Federico Mollicone, Presidente della VII Commissione Cultura alla Camera dei Deputati, Laura Cavatorta, Presidente Comitato Sostenibilità e Scenari di Transizione Energetica di Snam, Federico Gori, Presidente Anci Umbria e Sindaco di Montecchio, l’on. Tullio Ferrante, Sottosegretario di Stato, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e Monica Lucarelli, Assessore sviluppo economico e pari opportunità di Roma Capitale.
La digitalizzazione come leva di equità
L’on. Federico Mollicone ha posto l’accento sul valore culturale e sociale delle infrastrutture INWIT, che coprono l’80% dei comuni italiani: “Sono fondamentali non solo per la competitività economica, ma anche per valorizzare il patrimonio culturale, con nuovi modelli di fruizione come la realtà aumentata nei musei.” L’onorevole ha inoltre annunciato la creazione di una banca dati nazionale integrata.
In un messaggio video, la vicepresidente del Parlamento europeo Antonella Sberna ha sottolineato come la digitalizzazione sia oggi una “vera necessità”: “Solo attraverso tecnologie condivise e interconnessioni capillari si possono creare pari opportunità di sviluppo. Il Digital Compass e il PNRR sono strumenti fondamentali, ma servono progettualità concrete.”
La dimensione locale e il valore sociale
A dare voce ai territori è stato Federico Gori, che ha evidenziato come la carenza di infrastrutture digitali nei piccoli comuni equivalga a una condanna al declino: “Non possiamo tollerare che i cittadini dei borghi siano cittadini di serie B. Lo spopolamento dei territori comporta l’affollamento delle periferie. La digitalizzazione è anche una questione di giustizia territoriale.”
Un appello condiviso anche da Giulia Staderini, Presidente del Comitato Sostenibilità INWIT, che ha ribadito come “la sostenibilità deve condurre a volere la famosa torre”, ovvero vedere nell’infrastruttura digitale non un corpo estraneo, ma un alleato per abbattere le barriere e creare sviluppo inclusivo. “L’etica d’impresa è fondamentale, i risultati economici devono camminare insieme all’impatto positivo per gli stakeholder.”
Verso una sostenibilità integrata
Laura Cavatorta ha allargato il campo alle sinergie tra infrastrutture digitali ed energetiche: “Pensiamo al biometano, all’idrogeno verde: senza investimenti mirati e lunga visione non ci sarebbero transizioni. Le infrastrutture digitali sono l’abilitatore di quelle fisiche.” E ha concluso: “Misurare le emissioni è il primo passo per una transizione credibile. INWIT è credibile perché integra sostenibilità e core business.”
Un modello, quello di Inwit, capace di generare valore tangibile. Lo ha ricordato l’on. Tullio Ferrante, sottolineando come “le infrastrutture digitali siano ormai la base per un Paese più connesso, sicuro ed efficiente, anche nei trasporti, grazie a sensori IoT e manutenzione predittiva.”
Roma come laboratorio di innovazione
A tirare le somme sul territorio di Roma Capitale, Monica Lucarelli, Assessora alle Attività Produttive del Comune, che ha riportato esempi concreti: “Abbiamo investito 17 miliardi in progetti di digitalizzazione, rendendo reale ciò che un anno fa era solo una visione. INWIT è stato un attore chiave. Ma attenzione: meno del 50% degli italiani ha competenze digitali di base. Dobbiamo investire su formazione e inclusione, o rischiamo che l’IA e le nuove tecnologie accentuino il divario.”