Come è cambiato Instagram negli ultimi due anni

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Dopo lo studio del 2017 realizzato dallo UK’s Royal Society for Public Health riguardo alla salute mentale dei teenagers e di come questa viene influenzata dai social network, Instagram ha effettuato un cambio di rotta riguardo alcune funzioni.

Digital Customer Experience (DCX) è una rubrica settimanale dedicata alla Digital Experience a cura di Dario Melpignano, Ceo di Neosperience. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui. Per la versione inglese vai al blog.

Giorni fa Wunderman Thompson ha pubblicato, come ogni anno, il suo report The Future 100, e, come ogni anno, alcuni temi al suo interno hanno ispirato una nostra riflessione sul prossime tendenze.

Per esempio, nella categoria “Tech & Innovation”, viene evidenziato lo sviluppo delle “New digital communities”. Sembra un controsenso, ma ciò che risalta dall’analisi degli ultimi trend è che oggi i social network stanno abbracciando una struttura intimista, che valorizzi i rapporti di valore fra gli utenti.

Da dove nasce questa tensione verso la qualità della relazione? Dopo anni in cui i numeri della propria rete sociale erano l’unica cosa che contava, questa domanda è essenziale per comprendere le prospettive per il futuro. Per rispondere, prenderemo in analisi l’evoluzione di Instagram da due anni a questa parte.

Instagram

Discriminante è stato lo studio del 2017 realizzato dallo UK’s Royal Society for Public Health riguardo alla salute mentale dei teenagers e di come questa viene influenzata dai social network.

I risultati hanno messo in evidenza come Instagram sia, per gli stessi intervistati, il social network che più li influenza negativamente. La causa, secondo loro, sta nella natura stessa della piattaforma che mette in competizione gli utenti, sia per quanto riguarda i numeri di follower e engagement, sia per lo stile di vita che viene messo in mostra.

I social network hanno in sé, come caratteristica forse indesiderata, la tendenza alla creazione di identità fittizie. Ovviamente non si sta parlando di profili fake, ma di utenti che condividono uno stile di vita infiocchettato, irrealistico, grazie al fatto di poter gestire realtà e finzione con grande facilità.

Sotto questo punto di vista, un esempio “estremo” è l’agenzia di viaggi Fake a Vacation, che offre la possibilità di creare servizi fotografici falsificati; il funzionamento è molto semplice: scegli una destinazione, mandi alcune tue fotografie e loro le modificano inserendo i soggetti nei luoghi scelti.

In definitiva, Instagram ha la capacità di far sentire inadatte le persone nel confronto fra la propria vita e quella degli altri, spingendole ad essere quel che non sono; il tutto poi non per risaltare sugli amici, ma per esser pari a perfetti sconosciuti.

Su questo insight Instagram ha basato tutta la sua strategia per correre ai ripari, perché effettivamente, e fortunatamente, i responsabili non sono rimasti a guardare dopo che tante persone avevano denunciato la “crudeltà” del sistema. 

Se il problema era la competizione e il fatto di doversi confrontare con tante persone, la maggior parte delle quali sconosciute, allora due erano le cose da fare; dissuadere dal confronto eliminando le cause, e dare la possibilità alle persone di creare relazioni, e quindi confrontarsi, con gruppi ristretti di utenti, intimi e selezionati.

Amici più stretti e i like

La prima novità “intimista” è stata l’introduzione degli “Amici più stretti”, già nell’estate del 2018. Attraverso la feature gli utenti hanno la possibilità di mostrare le proprie storie solo a chi è presente nella lista dei seguaci più intimi.

Il passo successivo è stato l’oscuramento del numero di like, che ha permesso di eliminare il motivo principale di competizione e di frustrazione tra gli utenti, oltre alla quasi contemporanea eliminazione della sezione “Seguiti”, che veniva utilizzata dagli utenti, in primis, per spiare le attività di amici e conoscenti.

Un altro avvenimento, passato sotto traccia ma, in verità, rivoluzionario, è stato il lancio di un’app terza, sempre però facente parte di Instagram.

Threads

Threads è un’app di messaggistica visuale dove gli utenti possono scambiarsi video e foto, o comunicare il proprio “status” (ovvero cosa stanno facendo), in maniera semplice e intuitiva.

Ciò che però interessa a noi, in questo caso, è che si rivolge unicamente agli “Amici più stretti”; infatti al suo interno si potrà comunicare solo con chi fa parte della nostra lista ristretta di follower. Semplificando, Threads si potrebbe definire come un social dentro un social, possibilità che nel futuro, magari, potrebbe definirsi in modo ancora più netto, ampliando notevolmente le possibilità di interazione tra amici.

In definitiva, Instagram ha lavorato, e sta lavorando, per trasformare il proprio modello di business nel tentativo di renderlo “user centric”, e così stanno facendo anche altre realtà che si ritrovano nella stessa situazione, come Snapchat, Discord, Tumblr, etc.

Il futuro, come abbiamo già affermato in altri articoli della nostra rubrica, sarà guidato da personalizzazione e da un rapporto one-to-one tra aziende e pubblico e fra persona e persona. Anche nel caso delle New Digital Communities, la tendenza sembra essere quindi la stessa.

Photo by Sandrachile . on Unsplash