La petizione

Cashless. Obbligo di POS? Inutile senza sanzioni

di Geronimo Emili, Presidente di CashlessWay |

Geronimo Emili, Presidente di CashlessWay: ‘Scegliere come pagare è un diritto di tutti per questo ho lanciato una petizione per introdurre sanzioni’

Cashless è una rubrica settimanale promossa da Key4bizWaroncash.org. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

Ritengo che sia un diritto scegliere se pagare attraverso contanti o con moneta elettronica e oggi questo non è possibile perché non esiste la sanzione per quei commercianti o professionisti che decidono di non accettare la carta. In questi giorni, inoltre, i vantaggi per il commercio aumentano perché dal 9 dicembre le commissioni sulle carte scenderanno allo 0,3% per quelle di credito e allo 0,2 per bancomat e prepagate oltre all’ormai noto limite al contante che si appresta a passare dai 1000 attuali a 3000 euro con la Legge di Stabilità 2016.

Ecco il motivo per cui ho lanciato la petizione: per chiedere al Governo di perfezionare la legge sull’obbligo del POS nei negozi, obbligo che esiste ma che non viene applicato da tutti proprio perché assente quella sanzione che ne scoraggia l’elusione.

Non solo penso che il limite non vada modificato, questo è noto, ma mi chiedo anche cosa ne pensano i 41 milioni di italiani dipendenti e pensionati che nel 2014 hanno rappresentato l’82% del reddito italiano con i loro 16.213 euro (media 2014). E mi chiedo cosa ne pensano i commercianti degli 8 miliardi di euro che l’Italia deve pagare ogni anno per gestire il cash, cifra che sale a 15 miliardi se comprendiamo anche il costo patologico generato da un’evasione che rappresenta ormai lo 0,52 del PIL nazionale.

Trovo inutile poi fare esempi con altri Paesi europei: alcuni parlano di Francia, dove si usa la carta 130 volte l’anno contro le 31 in Italia; altri citano la Germania, dove il fisco ti considera evasore se solo sottrai un euro dalla dichiarazione dei redditi, mentre in Italia ce ne vogliono 50mila di euro. Eviterei anche di metterci al confronto con i paesi scandinavi: Svezia e Danimarca hanno ufficialmente avviato un percorso per diventare totalmente cashless.

Sono ormai più di 5 anni che lavoro sulla cultura degli strumenti digitali di spesa attraverso l’organizzazione di diverse iniziative, come il No Cash Day; dal 2013 presiedo CashlessWay, associazione che lavora proprio per diffondere l’epayment in Italia, sono convinto quindi dei numerosi vantaggi che la moneta elettronica possa dare all’intero sistema, grazie alla sicurezza, alla protezione e all’abbattimento dei costi rispetto al contante.

Mi auguro quindi che, se il limite al contante dovesse davvero salire a 3000 euro come previsto dalla Legge di Stabilità, si preveda anche una serie di iniziative volte a stimolare l’utilizzo dei pagamenti elettronici, come per esempio incentivi fiscali per quei commercianti che ne facciano uso e sanzioni per coloro che la rifiutano.