Analisi

Bonus per i pagamenti digitali. Flop contro gli evasori e rischio per i conti pubblici?

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Leggendo la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (NaDef), varata dal Consiglio dei ministri, si scopre che le misure per potenziare i pagamenti elettronici non sono state ideate per stanare in modo diretto gli evasori.

La lotta all’evasione fiscale (si punta a recuperare 7,2 miliardi di euro) attraverso il potenziamento dei pagamenti digitali è tra i punti fermi della prossima legge di Bilancio, ma solo a parole.

Perché leggendo la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (NaDef), varata dal Consiglio dei ministri, si scopre che le misure per potenziare i pagamenti elettronici non sono state ideate per stanare in modo diretto gli evasori.

Il Bonus Befana e il cashback sono pensati solo per premiare chi utilizzerà carte di credito, prepagate e bancomat, ma l’esecutivo non ha previsto disincentivi per chi continuerà a preferire i contanti e a rendere più difficile la vita di chi utilizza anche denaro “sporco”.

Infatti il Governo non ha avuto il coraggio di prevedere un aumento di un punto di IVA per chi ama i contanti. Una volta in vigore gli incentivi per i pagamenti digitali non cambieranno nulla per chi continuerà a usare la moneta tradizionale.

Inoltre, al momento, non risultano strategie per rendere effettivamente possibili i pagamenti digitali presso gli esercizi commerciali, perché il consumatore può anche avere le buone intenzioni di pagare con la moneta elettronica, ma se gli esercenti e professionisti obbligati ad avere il Pos (Point of Sale, ovvero il dispositivo che permette al cliente di pagare in modo elettronico) non offrono, concretamente, questa possibilità allora la lotta all’evasione fiscale attraverso la digitalizzazione dei pagamenti non è efficace.

Basterebbe nella prossima legge di Bilancio introdurre sanzioni per gli esercenti che non accettano i pagamenti elettronici. Perché paradossalmente il Pos è già obbligatorio, ma la Legge di Stabilità 2016 che l’ha sancito è monca: non prevede sanzioni per chi non si adegua.

Infine, oltre a studiare bonus per chi utilizza la moneta elettronica, il Governo e Parlamento dovrebbero anche prevedere nella legge di Bilancio incentivi per l’acquisto dei Pos, un credito d’imposta. Perché non puoi incoraggiare soli i consumatori all’uso delle carte per i pagamenti, ma anche fare in modo che l’idraulico, l’elettricista e qualsiasi altro tecnico che viene a casa si presenti con un Pos mobile obbligatorio per legge.

Senza l’introduzione delle sanzioni per gli esercenti che non accettano i pagamenti elettronici e senza penalizzazioni per chi usa il contante la sfida del Governo di recupare 7,2 miliardi di euro dall’evasione fiscale sarà del tutto improbabile. Anzi il Bonus Befana e il meccanismo del cashback da soli sono rischiosi per i conti pubblici, in quanto l’idea del Governo è quella di restituire fino a 475 euro ai contribuenti che nell’anno precedente abbiano speso fino a 2500, con carta o bancomat, per spese in alcuni settori che sono più a rischio evasione.

5 dei 7 miliardi stimati come gettito dalla lotta all’evasione sarebbero dovuti arrivare dall’aumento dell’Iva per i pagamenti in contanti. Adesso si spera che vangano tutti dall’emersione del nero, però tracciando ancora di più i pagamenti dei soliti noti, di chi già dichiara tutto al Fisco.