18App

Bonus Cultura: congelato per il 2023 con le vecchie regole?

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Soluzione “all’italiana” rispetto alla gran rivoluzione annunciata: rimandata al 2024 (per i nati nel 2005) l’attivazione della “Carta della Cultura Giovani” e della “Carta del Merito”.

Dopo la polemica scatenatasi nelle scorse settimane, le accuse reciproche tra maggioranza e minoranza, rispetto alle annunciate modificazioni dell’assetto della misura “Bonus Cultura”, giunge la notizia che è tutto sostanzialmente rimandato al 2024.

Una soluzione “all’italiana”?!

La decisione finale verrà comunque assunta questa sera dalle 20:30, allorquando ci sarà il voto di fiducia…

Ieri sera, infatti, il Governo ha posto la questione di fiducia sulla Manovra che sarà quindi votata in aula, secondo quanto deciso dalla Conferenza dei capigruppo della Camera, dalle 20,30 di stasera per ricevere l’ok finale entro le 6 della vigilia di Natale.

La 18App quindi resterà in vigore con le vecchie regole ancora per un anno?

Le Carte “Cultura” e “Merito” – che sostituiranno quella avviata nel 2016 dal governo Renzi introducendo limiti di redditi e merito – dovranno attendere probabilmente ancora dodici mesi prima di poter entrare in vigore.

Sarebbe questo, stando a quanto emerso finora e in attesa degli opportuni chiarimenti, l’effetto dei rilievi sollevati dalla Ragioneria Generale dello Stato alla Manovra del Governo Meloni, confermati dal sottosegretario all’Economia Federico Freni a Montecitorio, che ha chiesto di modificare o sopprimere alcune disposizioni che presentano profili problematici dal punto di vista delle coperture finanziarie.

Si tratta in tutto di 44 punti, tra cui, appunto, anche l’introduzione delle nuove “carte cultura”.

Nel dettaglio, per la Ragioneria va cancellata la parte dell’articolo della legge di bilancio che recita: “Nell’anno 2023 la Carta della cultura Giovani è assegnata ai nati nell’anno 2004 mediante utilizzo delle risorse già impegnate nell’anno 2022”. Resta invece immutata la parte del testo che ha ricevuto l’ok dalla V commissione Bilancio, e che specifica che le due carte verranno finanziate nel limite massimo di spesa di 190 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2024.

Pertanto, i ragazzi nati del 2004 potranno usufruire nel 2023 del “Bonus Cultura” ancora con le vecchie regole (senza vincoli di reddito e senza valutazione del merito), e con la vecchia dotazione finanziaria di 230 milioni di euro.

Mentre, dal 2024 (quindi per i nati nel 2005), entreranno in vigore a tutti gli effetti le nuove disposizioni che prevedono una dotazione di 190 milioni annui e la nascita della Carta cultura.

Una riprova di erratica improvvisazione normativa, in assenza di adeguata strumentazione tecnica

Tutta la dinamica mostra caratteristiche di “improvvisazione” normativa, e si conferma un “policy making” erratico, senza dubbio non dotato di adeguata strumentazione tecnica, con annunci roboanti cui sembra far seguito spesso una frenata improvvisa (l’osservazione va oltre lo specifico del “Bonus Cultura”).

Come non condividere almeno in parte quel che hanno sostenuto questa mattina i membri del Movimento 5 Stelle in Commissione Cultura della Camera?! “Solo ieri pomeriggio il Presidente della Commissione Cultura alla Camera Mollicone, ospite di Serena Bortone a ‘Oggi è un altro giorno’ su Rai1, dichiarava che “da ieri la 18app non esiste più”. In serata il Sottosegretario all’Economia Freni afferma invece che “i nati nel 2004 avranno il beneficio per i 18 anni secondo le regole vigenti”. Quindi la 18App esiste ancora, e le nuove regole, cioè le Carte Cultura e Merito legate a reddito e voto di maturità, scatterebbero nel 2024. Ma mai come in questo caso il condizionale è d’obbligo, visto il caos pietoso a cui stiamo assistendo da un governo e da una maggioranza allo sbando totale”.

Esulta il Presidente dell’Associazione Italiana degli Editori (Aie) Ricardo Franco Levi, che oggi intorno a mezzogiorno ha dichiarato: “se sarà stata confermata con il voto finale previsto questa sera, potremo senz’altro prendere atto con soddisfazione della scelta di Governo e Parlamento di mantenere anche per il 2023 la 18app nella sua attuale forma universalistica, cioè per tutte le ragazze e i ragazzi che compiono la maggiore età”. Levi sostiene che “il tempo che ci separa dall’entrata in vigore della Carta Cultura Giovani e della Carta Merito, nel 2024, ci permetterà di affrontare il tema di come promuovere la lettura tra tutti i giovani e accompagnare l’editoria in una congiuntura economica difficile, a fianco e insieme al sostegno che Governo e Parlamento hanno voluto riservare alle famiglie più povere e agli studenti che si diplomano con il massimo dei voti” continua Levi.

Si associa anche il Presidente di Ali-Confcommercio (associazione dei librai) Paolo Ambrosini: “le notizie di queste ultime ore, riprese anche da autorevoli dichiarazioni da parte di esponenti del Governo, confermano che per il 2023 la 18App continuerà ad essere erogata secondo le modalità già conosciute quindi senza tetto Isee o merito, criteri che invece saranno applicati dal 2024. La soluzione maturata in queste ore va nel segno di quanto da noi auspicato sin dalle prime ore, consentendo un passaggio più graduale ai nuovi criteri che la maggioranza ha voluto scegliere e ci rasserena nell’affrontare un 2023 che si preannuncia difficile per le conseguenze del caro materie prime e per la guerra. Ringraziamo il Ministro e tutte le forze di maggioranza, per aver compreso le nostre preoccupazioni e confermiamo la nostra piena disponibilità a collaborare con il Ministro della Cultura e il Parlamento per risolvere i nodi della diffusione della lettura nel Paese”.  

L’agenzia stampa specializzata AgCult (la più attenta fonte informativa sul sistema culturale nazionale) non registra, da questa mattina alle ore 15 odierne, nessuna dichiarazione da parte del Ministro Gennaro Sangiuliano o da parte del Presidente della Commissione Cultura Federico Mollicone: si tratta di silenzio dettato da imbarazzo per la situazione venutasi a creare?!

Si registrano in effetti uno “go & stop” ed uno “stop & go” che sono oggettivamente piuttosto incresciosi.

Matteo Renzi, dal suo canto, tuona, su fronte altro: “scandaloso scambio tra azzeramento fondi 18App e soldi al calcio”. Il leader di Italia Viva sostiene: “sullo scandaloso scambio tra l’azzeramento dei fondi per la 18App (-230 milioni per i giovani) e i soldi per i presidenti indebitati di serie A (890 milioni per il calcio) non ho più parole. Abbiamo perso una battaglia che abbiamo giocato da soli. Perché gli altri partiti di opposizione hanno firmato l’emendamento sul calcio e poi ci siamo trovati davanti a un muro di omertà di alcuni media interessati perché proprietari di squadre di calcio e di conflitti di interesse. Finché il calcio si reggerà sugli emendamenti notturni di Lotito, anziché su una sana politica industriale, non andremo da nessuna parte. E finché i diciottenni saranno considerati merce di scambio e non cittadini, continueremo ad avere la mediocrità al potere”…

Conclusivamente, questa vicenda sta finendo per assumere le caratteristiche di una barzelletta (in verità assai poco divertente).

Torneremo sul tema dopo la pausa natalizia, auspicando che prevalga il buon senso e soprattutto la volontà (e la capacità) di “governare” il sistema culturale in modo serio ed adeguato.

Le varie puntate del “Dossier” IsICult per “Key4biz” sul “Bonus Cultura”: