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Banda ultralarga. Bassanini (Metroweb): dopo Vodafone e Wind, porte aperte anche ad Enel

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Per Bassanini il piano del governo sulla banda ultralarga permetterà all’Italia di colmare il gap confronti degli altri Paesi europei nel giro di 3-4 anni. "Da Metroweb contributo importante"

Metroweb scalda i motori per l’autunno e lavora su diversi fronti per rafforzare gli investimenti nella banda ultralarga.
Da un lato c’è l’accordo con Wind e Vodafone che dovrebbe entrare nella piena operatività entro fine anno e che potrebbe estendersi ad altri soggetti, anche istituzionali, che si sono mostrati interessati a entrare in partita; dall’altro c’è Enel che potrebbe contribuire agli investimenti nelle cosiddette aree bianche – quelle cioè completamente prive di infrastrutture e per le quali sono previsti incentivi pubblici.
Delle strategie Metroweb ha parlato a Mf-Dowjones, Franco Bassanini, presidente di Metroweb Italia, la società che controlla all’87,7% Metroweb, sottolineando che la società ha avviato un confronto con Enel che potrebbe scaturire in un ampliamento del piano industriale (che prevede la copertura di 500 città nelle aree grigie e nere) e in un abbattimento dei costi.

Enel, con circa un milione di cassette di derivazione contro i circa 150mila armadi di tlc presenti, vanta infatti una presenza capillare sul territorio: l’ingresso della società elettrica nella partita dell’ultrabroadnad permetterebbe dunque di ridurre i costi di cablatura dell’intero paese di circa un quarto rispetto alle ultime previsioni, che stimavano in circa 16 miliardi gli oneri per collegare 20 milioni di punti.
Con Enel “abbiamo appena iniziato a dialogare e stiamo cercando di esplorare la possibilità di fare investimenti che vadano oltre il perimetro da noi previsto, come per esempio operare sulle aree bianche”. In questo modo, ha aggiunto, “ci sarebbe un allargamento del perimetro ad altri comuni fino ad ora non contemplati dal nostro piano”.

Ciò non toglie che la porta resta aperta anche a Telecom Italia, con cui però le prove di intesa si sono arenate nei mesi passati dopo un lungo tira e molla.
“Siamo aperti a chi ci sta, ma non attendiamo che la non promessa sposa si materializzi”, ha detto Bassanini.

Si dialoga, insomma, con tutti, e Metroweb è anche disponibile rivedere il proprio l’azionariato nei limiti delle regole delle Autorità, ma l’azione vera e propria resta legata indissolubilmente all’erogazione degli incentivi pubblici.
Dopo il recente via libera alla delibera del Cipe che ha sbloccato 2,2 miliardi di euro per la banda ultralarga, restano infatti da definire i dettagli per l’erogazione dei fondi su base territoriale.
Bassanini ha precisato che Metroweb sta “lavorando ad un piano che si articola in più fasi” e che prevede il cablaggio di 500 città, fermo restando che se non vi fosse una definizione chiara degli incentivi pubblici il numero di città da cablare si ridurrebbe: “in entrambi i casi si andrebbe ad operare sulle cosiddette aree grigie e nere”.

Nelle aree bianche – quelle cosiddette a fallimento di mercato, in cui nessun operatore privato è interessato a investire – potrebbe quindi entrare in scena Enel.

“Come Metroweb stiamo andando avanti per dare un contributo importante al piano della banda ultralarga. Metroweb è molto piu’ piccola di Telecom ma ha un know-how specifico per portare la fibra fino a casa. Questa è la tecnologia che il piano del governo predilige perché è più future proof”, ha detto Bassanini.

Il presidente di Metroweb Italia ha quindi sottolineato che Vodafone e Wind già usano l’infrastruttura Metroweb sulla rete di Milano e di Bologna, raggiungendo i 300 Mbps e ha sfatato il mito secondo cui in Italia non c’è domanda di banda ultralarga: da parte della clientela, ha detto “…c’e’ una buona risposta, la domanda non manca. Noi facciamo il piano con chi ci sta, senza pretese”.

Si respira, insomma, un clima positivo: nei giorni scorsi, il presidente Enel Francesco Starace, ha affermato che il piano della banda ultralarga sarà operativo entro la fine dell’anno visto che una volta definito il formato della collaborazione tra i diversi attori del progetto nulla impedisce di passare alla fase operativa, e stamane anche Bassanini si è detto convinto che il piano del governo sulla banda ultralarga permetterà all’Italia di colmare il gap confronti degli altri Paesi europei nel giro di 3-4 anni.