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Auto elettriche, giù le vendite ad agosto (-30%). Giorgetti invoca la neutralità tecnologica

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Torna in positivo il mercato auto nazionale, grazie alle vendite di vetture ibride e a benzina. E' ora di accelerare le installazioni di punti ricarica, ma per il ministro non si decarbonizza solo con l'elettrificazione delle quattro ruote.

Mercato auto, ripresa a metà

Le nuove immatricolazioni auto in Italia segnano un insperato +9,9% durante lo scorso mese di agosto. A certificarlo è l’Unrae, su dati del ministero dello Sviluppo economico. Un risultato positivo, seppur piccolo, ma che dà fiducia al settore, dopo numerosi trimestri neri in termini di risultati.

L’aumento delle vendite di automobili in Italia è stato guidato sia dalle vetture a benzina, che tornano improvvisamente a crescere (+17,7%) sia dalle auto elettriche ibride (+36%). Tutto il resto viaggia in territorio negativo.

Anche le altre classi di auto elettriche, le ibride plug-in (-16%) e le 100% batteria (-30%), non concorrono al risultato positivo del mercato automotive italiano di agosto 2022, andando a pesare sul cumulato gennaio-agosto 2022, che totalizza ancora una perdita del 18,4% su base annua.

I problemi sono sempre gli stessi: mancanza di fiducia nel futuro da parte dei consumatori (ma anche delle stesse aziende del settore); inflazione; tensione sui mercati finanzari; crisi della globalizzazione; rincari delle materie prime, soprattutto energetiche; ritardi nelle catene di approvvigionamento globali; l’impatto della pandemia prima e della guerra oggi sull’intera catena del valore.

Ma non solo. Riguardo alle vetture elettriche c’è altro da aggiungere, tra cui la paura di bollette troppo alte a casa, o un rincaro generale dei prezzi dell’energia elettrica, che si vanno ad aggiungere ai timori di sempre, legati all’autonomia di viaggio troppo limitata e al prezzo di acquisto troppo alto, fino alla mancanza del giusto numero di punti di ricarica.

Neppure gli incentivi del Governo sembrano aver convinto pienamente gli indecisi.

Crollo delle elettriche? Mancano i punti ricarica

Dopo il varo del DPCM del 4 agosto scorso, il Presidente dell’Unrae, Michele Crisci, auspica “la massima accelerazione delle procedure previste per la piena operatività del provvedimento, visto l’approssimarsi della scadenza del 31 dicembre quale termine ultimo per godere del beneficio”.

La velocizzazione dell’iter – precisa il Presidente Unrae – consentirebbe inoltre la rapida applicazione di un’altra significativa misura relativa al 2022, anch’essa contenuta nel DPCM, che prevede contributi per l’installazione di ricariche domestiche per i veicoli elettrici”.

È necessario che si definisca un puntuale cronoprogramma che indichi tempi, luoghi e tipologie di colonnine pubbliche da installare, nonché i soggetti incaricati di effettuare gli investimenti, oltre ad incentivare in ottica pluriennale la diffusione di infrastrutture di ricarica privata. L’Italia – sottolinea Crisci – continua a soffrire di un ritardo penalizzante nella diffusione dei punti di ricarica pubblici, pari – a fine giugno – a 6,1 punti per 100 Km rispetto ad una media europea di 8,2 punti, un numero che ci colloca al 14° posto nel ranking del continente, a grandissima distanza da Paesi leader come Norvegia, Olanda e Svizzera”.

Il ministro Giorgetti critica i piani green troppo ambiziosi

Secondo il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, però, non esiste solo l’elettrico per il rilancio e la decarbonizzazione del settore automotive in Italia ed in Europa.

Come riportato da Teleborsa, il ministro ha dichiarato in un evento di settore a Milano stamattina, che “il giusto approccio è la neutralità tecnologica: non c’è soltanto l’elettrico, ma anche altre forme per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità ambientale“.

Un’affermazione singolare, considerando che rispetto ai principali Paesi europei siamo quelli con le vendite di auto elettriche più basse e con il minor numero di punti ricarica su strade e autostrade. Senza contare che il piano incentivi per il sostegno all’industria dell’auto, in particolare per l’acquisto di vetture a zero/basse emissioni, è arrivato con incredibile ritardo.

Riguardo allo stop alle auto benzina e diesel dal 2035 deciso in Europa, Giorgetti ha detto: “Confermo la posizione che abbiamo assunto anche in Europa, cercando di fare un ragionamento che va oltre l’ambizione di fare una transizione green ma che tenga anche conto di di missioni strategiche. Ad esempio da dove arrivano le componenti che vengono usate nell’auto elettrica, per non ritrovarci esattamente domani nella stessa situazione con la Cina come ci troviamo oggi con la Russia. E tenendo conto la realtà della nostra manifattura, del nostro sistema economico e dei tanti lavoratori impiegati in questo settore”.

Un’ambizione che qui acquista quasi un tono negativo, quando invece è l’unica strada percorribile per uscire dalla crisi energetica e per raggiungere quegli obiettivi di sostenibilità ambientale ormai imprescindibili, sia per il rilancio dell’economia e dell’industria (attraverso l’elettrificazione e prossimamente l’idrogeno verde), sia per la qualità della vita dei cittadini dell’Unione (sulla cui salute impatta forte l’inquinamento).

Giorgetti ha infine sottolineato che le misure a sostegno delle imprese dell’automotive da parte del Governo italiano “entreranno in pieno dispiegamento a partire dal 2023“.