L'indagine

Auto elettrica, sei italiani su dieci interessati all’acquisto entro due anni

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Cresce la domanda, mancano le infrastrutture di ricarica. Italia e Spagna fanalino di coda nella transizione alla mobilità elettrica secondo il PwC Strategy& eReadiness index. Norvegia regina d’Europa dell’eMobility.

Cresce la voglia di auto elettrica in Europa e nel nostro Paese

La mobilità elettrica conquista gli italiani, almeno nelle intenzioni di acquisto di auto nuove o usate. Secondo l’indagine “eReadiness”, condotta da PwC Strategy& su 64 mila consumatori di Italia, Francia, Germania, Norvegia, Regno Unito, Spagna e Svizzera, nonostante l’emergenza energetica, la guerra, la pandemia e le tante incertezze del momento, la stragrande maggioranza degli intervistati si dice ancora interessato all’eMobility.

Nel nostro Paese il 65% degli intervistati si è dichiarato interessato ad acquistare una vettura elettrica ibrida plug-in (PHEV) o 100% a batteria (BEV) entro i prossimi 2 anni.

I minori costi di utilizzo, la riduzione dell’impatto ambientale e la possibilità di ricaricare la vettura a casa, sono le principali ragioni a trainare la domanda.

I punti critici della domanda di eMobility

L’interesse crescente verso l’eMobility da parte di questi consumatori, che rappresentano circa il 30% della domanda complessiva, evidenzia come questo mercato stia crescendo anche in quelle fasce della popolazione più tradizionali e meno propense all’innovazione. L’età media e il reddito dei proprietari di auto elettriche si sono leggermente abbassati, a testimonianza del fatto che il business dell’eMobility sta progressivamente assumendo i connotati di un mercato di massa”, ha spiegato Francesco Papi, Partner di Strategy& e Automotive leader di PwC Italia.

Ovviamente il percorso di elettrificazione della mobilità in Italia e in altri Paesi europei è appena iniziato.

Un conto è dirsi propensi all’acquisto, un altro è procedere in tal senso.

L’intenzione dichiarata dai consumatori italiani non si riflette ancora in una decisa penetrazione dei veicoli a basse emissioni sui volumi complessivi di vendita.

Basti notare che nei primi 6 mesi del 2022, la percentuale di vendite di vetture completamente elettriche o ibride plug-in in Italia e Spagna si è attestata a circa il 9% delle immatricolazioni complessive, rispetto all’88% della Norvegia e ad una quota compresa tra il 20 e il 25% negli altri Paesi oggetto di analisi.

eReadiness Index

La Norvegia, infatti, è prima in classifica tra i paesi Europei, con il punteggio maggiore su tutte e quattro le aree di indagine: il supporto degli incentivi governativi, l’infrastruttura di ricarica, l’offerta di modelli elettrici e la domanda da parte dei consumatori.

Le quattro variabili concorrono a determinare l’eReadiness index, che misura il livello di maturità di ciascun paese oggetto dello studio nella transizione verso la mobilità elettrica

La Svizzera si classifica seconda per maturità, con un discreto livello di infrastruttura di ricarica pubblica (1.8 punti per migliaia vetture circolanti), seppur con una penetrazione migliorabile delle stazioni di ricarica veloce (>150kW).

Regno Unito e Germania seguono a poca distanza con circa 1,3 punti di ricarica per migliaia di vetture circolanti. La Germania, rispetto al Regno Unito, mostra una maggiore penetrazione dell’elettrico, 24% vs. 21% favorita anche dai maggiori incentivi erogati del governo.

A chiudere la classifica, troviamo l’Italia e la Spagna, principalmente a causa della scarsa disponibilità di infrastrutture di ricarica. Il governo spagnolo, per favorire la crescita della penetrazione dell’elettrico, ha intrapreso una politica di incentivazione importante seconda solo a quella della Norvegia, garantendo contributi in fase di acquisto, esenzioni dall’IVA e riduzioni della tassa di possesso annuale.

L’elemento critico è la rete di ricarica

Tra i fattori che frenano o rallentano la diffusione delle auto elettriche troviamo sicuramente lo scarso numero di punti di ricarica a disposizione degli automobilisti, la limitata autonomia di spostamento, i tempi di ricarica troppo lunghi e il costo ancora troppo alto (anche se contenuto dalle politiche degli incentivi governativi).

I consumatori ancora scettici riguardo all’acquisto delle vetture elettriche rappresentano circa il 30% del campione. Il loro profilo sociodemografico mostra un reddito pari alla metà di quello dei proprietari di vetture elettriche, una minore disponibilità di parcheggi privati ed una localizzazione in aree extra-urbane.

Di contro, rispetto ai risultati della precedente edizione, si evidenzia una maggiore propensione all’utilizzo dell’infrastruttura pubblica, con più del 25% dei clienti che la utilizzano regolarmente come principale soluzione di ricarica.

Cresce anche la soddisfazione in merito alla velocità di ricarica e ai servizi disponibili nelle vicinanze delle colonnine. Per contro, cala leggermente la soddisfazione rispetto alla disponibilità ed al tempo di attesa per iniziare la ricarica, segno di una maggiore saturazione dell’infrastruttura di ricarica pubblica come conseguenza della crescita del numero delle vetture elettriche in circolazione.

Il canale d’acquisto preferito continua ad essere la concessionaria, è scritto nel commento ai dati, ma cresce il canale online e l’acquisto tra privati per l’usato. Circa 6 intervistati su 10 sarebbero disposti ad acquistare la vettura online guidati dalla praticità e dalla trasparenza sul prezzo.