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Auto connesse e tecnologie digitali, i 5 scenari del Libro bianco sul futuro dell’Europa

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Verso il 'Digital Day' del 23 marzo e il vertice Ue del 25 marzo a Roma. Nel Libro bianco si cerca di delineare il futuro dell’Unione a 27 e sono cinque gli scenari ipotizzati. Fattore comune l’innovazione digitale e i suoi possibili utilizzi per la crescita, una migliore qualità della vita, per la sicurezza, per ridurre l’inquinamento e competere sui mercati globali.

Dall’impatto delle nuove tecnologie digitali sulla società e l’occupazione ai dubbi sulla globalizzazione, le preoccupazioni per la sicurezza e l’ascesa del populismo, sono diversi i temi chiave in cui si articola il “Libro bianco sul futuro dell’Europa” presentato la scorsa settimana.

Un documento che delinea le principali sfide e opportunità dei prossimi dieci anni e che si basa su cinque scenari per la possibile evoluzione dell’Unione europea da qui al 2025.

Tendenze che di fatto possiamo o subire o cercare di governare.

Caratteristica comune a tutti e cinque gli scenari è l’innovazione tecnologica, l’applicazione dell’ICT e del paradigma digitale ad ogni aspetto della nostra vita. Nello specifico si fa spesso riferimento alla presenza di automobili connesse e a guida automatica.

Ad esempio, nello scenario 1, si fa riferimento agli “europei che guideranno automobili automatizzate e connesse”, i quali però “potranno incontrare problemi all’attraversamento delle frontiere a causa del persistere di ostacoli giuridici e tecnici”.

Nello scenario 2, invece, “gli europei sono restii a utilizzare automobili connesse a causa dell’assenza di norme e di standard tecnici a livello dell’UE”.

Situazioni che potrebbero presentarsi a seconda di come gli Stati membri dell’Unione affronteranno le sfide politiche, economiche e sociali che questo momento storico ci pone di fronte. Se ad esempio, come suggerito nello scenario 3, alcuni Governi decidessero di lavorare assieme su determinati temi specifici, entro il 2025 “le auto connesse potrebbero essere di uso diffuso nei 12 Stati membri che hanno concordato di armonizzare le norme sulla responsabilità civile e gli standard tecnici”.

Se l’Ue decidesse di concentrarsi solo su alcuni settori considerati strategici, ottimizzando le risorse, investendo in maniera mirata e in tempi rapidi, allora come scenario 4 potremo anche avere “un’Autorità europea per le telecomunicazioni abilitata a liberare frequenze per i servizi di comunicazione transfrontalieri, come quelli utilizzati dalle automobili connesse. Essa inoltre tutelerà i diritti degli utenti di telefonia mobile e di internet, ovunque si trovino nell’UE”.

Così come nel caso che gli Stati membri decidessero di condividere in misura maggiore poteri, risorse e processi decisionali in tutti gli ambiti, allora si verrebbe a realizzare lo scenario 5, con “le automobili connesse che circolerebbero senza problemi in tutta Europa grazie a norme chiare applicabili in tutta l’UE”.

Il Libro bianco è inteso sia come contributo della Commissione europea al vertice di Roma del 25 marzo prossimo, in occasione del quale l’UE discuterà dei risultati ottenuti negli ultimi 60 anni, sia come inizio di un processo in cui si deciderà il futuro dell’UE a 27 su argomenti come l’innovazione e l’inclusione sociale, la moneta unica, la sfida della globalizzazione, la difesa comune, i mercati finanziari.

Il summit romano sarà anticipato dall’evento Digital Day” del 23 marzo, organizzato dalla Commissione Europea e il Governo italiano, in collaborazione con la Presidenza maltese dell’UE, vedrà riuniti Ministri, rappresentanti di alto livello e stakeholder chiave.

Quattro le sessioni previste: l’Europa come protagonista nell’informatica di alto livello; Digitalizzare l’industria europea; Verso una mobilità connessa e automatizzata; L’impatto della trasformazione digitale sull’occupazione e le competenze.

All’interno del Libro, infatti, non si parla solo di auto connesse e smart mobility, ma anche dell’assoluta rilevanza per il futuro dell’Ue di temi quali l’efficienza energetica, le smart city, le reti di nuova generazione (tra 5G e internet superveloce), i cambiamenti climatici, l’inquinamento, l’economia a basso impatto ambientale (low carbon economy), il ricorso crescente alle fonti energetiche rinnovabili, la green economy, le smart communities.