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Accenture, il boom del settore Fintech trascina le aziende. Aumento del 30% del valore per chi innova

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Il mercato dei servizi finanziari sta vivendo una profonda trasformazione, guidata principalmente dall’innovazione tecnologica che impone alle imprese un radicale cambiamento dell’offerta e dei modelli di business.

Al FinTechStage Festival inaugurato oggi a Roma, Accenture ha creato una panoramica sullo stato del mercato dei servizi finanziari, nel mondo che in Italia.

Il mercato dei servizi finanziari sta vivendo una profonda trasformazione, guidata principalmente dall’innovazione tecnologica che sta plasmando nuovi comportamenti dei consumatori e, conseguentemente, impone alle imprese un radicale cambiamento dell’offerta e dei modelli di business.

Il mercato finanziario, si trova quindi ad affrontare una profonda trasformazione. Analizzando la struttura del mercato europeo dei servizi finanziari nel 2015 e confrontandola con lo scenario odierno, l’azienda ha osservato una significativa riduzione del numero di operatori tradizionali che sono passati da 8.500 a circa 5.300 (- 40%) a favore dell’ingresso di altri attori di origine Fintech (oltre 800), che quindi rappresentano già oggi il 12% degli operatori europei (challenger banks, Payments, Specialist).

Mauro Macchi, Senior Managing Director, Financial Services Lead di Accenture Italia ha così commentato: “I segnali che osserviamo – spinta all’innovazione da parte dei consumatori, maggiore consapevolezza da parte degli istituti bancari, abbattimento dei costi delle tecnologie unito all’effetto combinatorio che esse producono – sembrano creare un ecosistema sempre più predisposto alla sperimentazione di nuove soluzioni. Il settore finanziario è strategico per il nostro paese: ricchezza privata, propensione al risparmio, diffusione delle PMI e forte legame delle stesse con il sistema bancario, forti radicamenti territoriali, sono alcuni degli elementi che spiegano perché è fondamentale accelerare il percorso di innovazione e fare un netto salto di qualità posizionandosi tra i leader europei”.

Questo scenario apre la strada a nuovi ecosistemi dove si assiste ad un forte passaggio da logiche puramente competitive a logiche collaborative che vedono protagonisti gli operatori tradizionali del banking, le Fintech e player di altri settori industriali.

Diverse analisi evidenziano anche un chiaro “premio” per le istituzioni finanziarie che hanno intrapreso importanti processi di innovazione, attivato strutture organizzative dedicate alla digitalizzazione e all’innovazione aperta, costituito Corporate Venture Capital, che presentano percentuali di Valore Futuro maggiori di almeno 30% rispetto alle realtà meno dinamiche.

La seconda giornata di Accenture al FinTechStage Festival ruota intorno all’Intelligenza Artificiale e al ruolo che questa può avere nel settore dei servizi finanziari in termini di redditività e produttività.

Antonella Aureli, Capital Markets Lead di Accenture ha commentato: “Crediamo che l’intelligenza artificiale, se combinata con l’ingegno e la creatività umana, consentirà alle persone e alle imprese di ottenere di più dal proprio mondo. Questo nuovo modello di lavoro, che in Accenture chiamiamo Applied Intelligence, consentirà alle banche di acquisire la capacità di risolvere sfide complesse, sviluppare nuovi prodotti e servizi e creare nuovi mercati, supportando così nuove fonti di ricavi. Tutto questo non è una lontana utopia, è già una realtà: le nostre ricerche indicano che tra il 2018 e il 2022 le banche che investiranno nell’intelligenza artificiale e nella collaborazione uomo-macchina allo stesso ritmo dei Big del digitale, potrebbero incrementare le proprie entrate in media del 34%, accrescendo contemporaneamente l’occupazione del 14%”.

 

Secondo la ricerca Future Workforce di Accenture, infatti, tre senior executive del mondo bancario su quattro, ritengono che il futuro sarà radicalmente trasformato da tecnologie intelligenti e che l’Intelligenza Artificiale sarà fondamentale per permettere a ciascuna impresa di differenziarsi sul mercato. Il 67% dei dirigenti, inoltre, si aspetta che nei prossimi tre anni l’IA porti ad un incremento di posti di lavoro all’interno della propria organizzazione.

Fintech, un mercato in rapida crescita

Il 50% dei principali operatori finanziari Europei collabora già con imprese startup – attraverso acquisizioni dirette e partnership – per entrare in nuovi mercati, per sviluppare nuovi prodotti, per acquisire nuovi segmenti di clientela e per razionalizzare i modelli operativi. Ciò viene realizzato attraverso l’adozione – in alcuni casi sperimentale – di nuove tecnologie.

Attualmente, secondo una recente mappatura di Accenture, le Fintech risultano essere circa 3000 in tutto il mondo. L’analisi rivela un mercato in costante espansione: dal 2010 al 2017 il livello degli investimenti è aumentato in media del 47% all’anno, arrivando a quasi 100 miliardi di dollari a livello globale.

Gli investimenti in Europa appaiono ancora deboli e si attestano a quota 15,7 miliardi dal 2010 ad oggi, ma nel 2017 sono più che triplicati rispetto al 2016.

In Italia, in particolare, dei ca. 100 milioni investiti dal 2010, un terzo è stato censito nel solo 2017, sintomo di un settore in forte accelerazione. Ciò nonostante, l’Italia rimane al 12° posto in Europa per investimenti complessivi in Fintech, alle spalle di paesi come Belgio, Finlandia e Spagna.

Chi guida il mercato?

Le motivazioni che sottendono al fenomeno Fintech sono molteplici e spaziano dalla necessità per le banche di iniziare a “servire oggi il cliente di domani”, in linea con l’approccio dei big della tecnologia, alla necessità di raggiungere nuove frontiere di efficienza operativa sfruttando nuove tecnologie come RPA (Robotic Process Automation) e AI (Artifical Intelligence).

Le imprese Fintech, dal canto loro, sono pienamente consapevoli della complessità che caratterizza il mercato dei Financial Services e vede nella collaborazione con le banche tradizionali una scorciatoia per accrescere rapidamente la loro rilevanza e costruire fiducia nel loro brand e scalare in termini dimensionali.

Fino ad ora le Fintech si sono concentrate su singole aree come i settori del pagamento, del prestito e del risparmio; ora, però, stanno riorganizzando questi servizi in un’offerta unica per il cliente e si prevede che questo trend sarà mantenuto anche nei prossimi anni.

Questo sta già accadendo nei mercati più innovativi come Stati Uniti e Regno Unito, e, se si considerano le maggiori Fintech (quelle con oltre 100 milioni di dollari in finanziamenti) è possibile conteggiare già oltre 150 iniziative di collaborazione.

Le imprese Fintech stanno evolvendo il mondo del banking secondo tre grandi direttrici:

  • rappresentano un importante laboratorio sperimentale per testare le tecnologie, sia in termini di gradimento dei consumatori che di efficienza dei processi di business (la formula 1 del settore finanziario);
  • portano expertise e know-how da altri settori e mercati (ad esempio in termine di metriche di misurazione o di customer experience);
  • accelerano il percorso dell’open banking.

In Italia?

Il settore bancario sarà tra quelli più impattati dalla evoluzione tecnologica nei prossimi anni: questo rappresenta una sfida e un’opportunità: dopo anni dedicati prevalentemente alle ristrutturazioni, le banche hanno l’occasione di focalizzarsi sull’innovazione per rendere più efficienti i propri modelli operativi migliorare i servizi offerti ai consumatori e riportare la redditività del settore a livelli pre-crisi.

E’ fondamentale quindi promuovere una serie di azioni e incentivi che facilitino la maggiore collaborazione tra istituzioni finanziarie ed ecosistema fintech sfruttando l’arrivo imminente di nuove normative (es. PSD2, MFID, GDPR, ..), l’attuazione di linee guida europee (es. fintech action plan), l’estensione di incentivi già attivi per altri settori, la creazione di modelli di finanziamento pubblico/privato nonché una continua promozione della cultura imprenditoriale (da impiegati da banca a startupper) anche tramite l’accademia. Il tutto con una maggiore concentrazione degli sforzi, specializzazione di business, evitando dispersione e frammentazione.

Ci sono degli ottimi esempi in Europa che l’Italia potrebbe seguire già nel breve periodo:

  • istituire un incubatore / acceleratore nazionale, come Swave in Francia;
  • creare strutture dedicate di sistema che possano facilitare l’open innovation nel settore finanziario o la cooperazione tra banche e Fintech (ad esempio, Londra con il Project Innovate, Berlino con Financial Technology Innovations, Stoccolma con Innovation Center);
  • promuovere una politica industriale focalizzata su aree specifiche (ad es. Insuretech, Regtech) invece di un approccio più generalista che si è dimostrato fino ad ora poco efficace;
  • prevedere e accelerare il coinvolgimento degli incumbent

In questo scenario le Fintech possono offrire un’ulteriore possibilità di attrarre clienti con elevata cultura digitale e di espandersi verso prodotti o segmenti finora considerati non profittevoli (es. unbanked, robo for advisor, digital lending, instant insurance, ..), innestando nel sistema finanziario degli elementi di innovazione che possono accelerare la redditività e il percorso di trasformazione digitale. L’Italia quindi dovrà giocare la sua partita in un contesto molto dinamico, dove la potenzialità sono però ancora enormi.

L’aspetto regolatorio: il RegTech

L’altro tema caldo affrontato nella prima giornata del FintechStage Festival riguarda l’aspetto regolatorio. Secondo una ricerca, gli investimenti in compliance sono destinati ad aumentare nei prossimi due anni: lo ritiene l’89% dei Compliance Officers del settore Financial Services. Gli investimenti in Regtech sono in costante crescita; la continua accelerazione già registrata nel primo trimestre del 2018 potrebbe portare a raddoppiare gli investimenti rispetto al 2017; in questo scenario, gli investimenti del mercato europeo rappresentano circa il 30% degli investimenti totali (quindi circa il doppio rispetto alla quota EU degli investimenti Fintech complessivi).

Nel contesto di forte evoluzione digitale, le tradizionali attività regolatorie faticano a stare al passo con il business; emerge dunque la necessità di utilizzare le potenzialità delle nuove tecnologie per facilitare l’implementazione delle nuove regolamentazioni e della compliance nell’ambito dei servizi finanziari: il cosiddetto RegTech.

Ad oggi, non esiste una segmentazione univoca delle Regtech ma Accenture ha elaborato una ripartizione basata su quattro categorie:

L’ecosistema Regtech è composto da quattro attori principali: le regtech startup, che implementano le nuove tecnologie digitali per presentare soluzioni innovative nel settore; gli enti regolatori, che incoraggiano il dialogo e l’interazione tra i diversi player del mercato, per valutare le nuove esigenze regolamentari e creare le infrastrutture per una concorrenza sostenibile; le società di servizi tech e professionali che analizzano le esigenze del mercato e identificano proattivamente nuove soluzioni, supportando le start-up nel portare a scala le proprie innovazioni e aiutando gli incumbent ad integrarli; le istituzioni finanziarie, che possono contribuire allo sviluppo dell’ecosistema tracciando internamente strategie e percorsi per la diffusione di soluzioni Regtech e favorendo la sperimentazione.