Sviluppare il modello italiano di Smart City: sei mesi di studi e valutazioni per l’ANCI

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Un accordo nell’ambito delle attività del PON Ricerca e Competitività e in linea con l’Agenda Digitale italiana per mettere a sistema le migliori pratiche, farle diventare modelli e attivare le collaborazioni con i privati affinché diventino delle opportu

Italia


Smart City Generale

L’Italia è ufficialmente alla ricerca di un modello nazionale di Smart city. Lo hanno annunciato l’ANCI e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur) che qualche giorno fa hanno firmato una nuova convenzione (vedi documento) nell’ambito delle attività del PON Ricerca e Competitività 2007/2013. Dalla formulazione dell’incarico, in sei mesi l’Associazione Nazionale dei Comuni italiani dovrà svolgere il servizio di “Analisi di strumenti e azioni a sostegno dello sviluppo di Smart Cities e Communities“, studiando e valutando le tante e diverse realtà nazionali che si richiamano, direttamente ed indirettamente, ai concetti di Smart city e Smart community.

 

L’obiettivo generale dell’accordo formalizzato in questa Convenzione, si legge nelle pagine online del PON Ricerca e Competitività, in linea con l’orientamento dell’Agenda Digitale Italiana, è quello di arrivare ad un modello italiano di Smart City che sia in grado di valorizzare le caratteristiche esistenti delle nostre città. A partire dal 2012, l’Anci ha già attivato un Osservatorio Nazionale Smart City che tra i compiti comprende: il consolidamento, la formalizzazione e la diffusione delle conoscenze che le città stanno raccogliendo sul campo. Ad oggi collaborano con il progetto 20 tra le principali città italiane.

 

L’Osservatorio, nato in collaborazione con il MIUR, vuole mettere a sistema le migliori pratiche per farle diventare modelli e attivare le collaborazioni con i privati affinché diventino delle opportunità. In quest’ottica, in pieno accordo con l’incarico del ministero, si pone come strumento decisivo per la messa in rete delle esperienze e per la mappatura, l’individuazione e classificazione delle soluzioni tecnologiche che sono in corso di acquisizione nelle città, di tutti gli strumenti di programmazione e anche per individuare i principali gli ostacoli normativi in campo.

 

Due le linee di intervento proposte in una prima fase progettuale dall’ANCI: monitoraggio dei progetti a livello comunale ed esame degli strumenti finanziari avanzati per la realizzazione dei progetti. La prima fase prende il via da tutti quei piani di intervento che sono stati presentati in Italia tramite il bando Smart cities & Smart communities 2012 del Miur e che sono stati fatti valere sul PON 2007 – 2013, la seconda invece è dedicata ad un lavoro di valutazione delle risorse finanziarie messe sul tavolo dagli enti promotori dei progetti a livello locale.

 

Obiettivo finale dell’accordo tra il Miur e l’ANCI è quindi la ricerca e l’individuazione di un possibile modello di sviluppo italiano della Smart city, parendo dalla collaborazione con il mondo delle imprese, della ricerca e della società civile, anche tramite partenariati pubblico-privati; dall’analisi degli strumenti finanziari; e dalla redazione e diffusione di un rapporto sintetico su quanto trovato in giro per il Paese.

 

È infine ancora disponibile, fino alla fine di aprile, sulla piattaforma www.siagenda.miur.it, il documento di sintesi “La via italiana alla Social Innovation” che permette a tutti gli interessati di collaborare alla redazione dell’Agenda italiana per la Social Innovation. Il documento di partenza, presentato al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, lo scorso 21 marzo, è stato realizzato grazie all’analisi e alla consultazione della comunità di esperti ed è strutturato in 5 aree di intervento: Politiche Pubbliche, La Finanza per la Social Innovation, Misurazione e Impatto, Metodi e Processi, Processi di Accelerazione.

(f.f.)