INTERNET: l’educazione sessuale ai tempi del web. Diciotto milioni di risultati per la ‘Prima volta’

di Flavio Fabbri |

VINCITORI

A scuola se ne parla poco e in famiglia probabilmente ancora meno, ecco perché la maggioranza dei giovani, ma anche dei meno giovani, cercano notizie online sul sesso e sulla fondamentale ‘prima volta’. Internet si propone così come valido sostituto all’educazione sessuale che altrove è ancora negata o parzialmente diffusa, offrendo milioni di risposte a due o tre domande principali che tutti gli adolescenti si pongono al momento del loro primo approccio alle prime esperienze sessuali.

Domande sul ‘Come si fa l’amore‘ o ‘Come si fa la prima volta‘, raccolgono rispettivamente 10,8 e 18,7 milioni di risultati sul motore di ricerca Google. A queste domande se ne aggiungono poi altre, ad esempio ‘Come si bacia‘, con centinaia di migliaia di risposte disponibili.

Nella mancanza di riferimenti morali, perché la domanda ‘come si fa l’amore’ attiene non solo al lato tecnico ma anche a quello etico ed emotivo – ha spiegato lo psicologo Stefano PallantiInternet è diventato uno strumento di educazione. D’altra parte, Google funziona esattamente come il nostro cervello, dove al primo posto mettiamo sesso e amore, rispecchiandone perfettamente le priorità di interesse. Ma il fatto che ci si rivolga ad internet è segnale di un’assenza di altri interlocutori, reali e non virtuali a cui porre quesiti importanti“.

Avvertono infatti, psichiatri e psicologi, che il fenomeno di sostituzione di Internet ad insegnanti e genitori non è in se una buona notizia, visti i pericoli insiti nella rete. Il malintenzionato sa bene che i più giovani sono anche i più ingenui e mascherarsi da esperti e volenterosi divulgatori di conoscenze online, con il fine di adescare ignavie prede, è davvero facile, con tutti i rischi che ne conseguono. Riguardo a questo, dai dati forniti dal MOIGE (Movimento italiano genitori), solo il 19% dei genitori si siede costantemente accanto ai propri figli mentre navigano e solo il 59% ha adottato sistemi di sicurezza per controllare l’accesso a siti e pagine inadatte per il proprio Pc di casa.