Tv locali: Cartv, ‘Governo esproria frequenze a 200 emittenti locali’

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COMUNICATO STAMPA


Pubblichiamo di seguito il comunicato stampa del Coordinamento Associazioni Radio Tv in relazione al decreto del Governo Belrusconi sulle frequenze radiotelevisive:

La norma ad personam ‘salva Fininvest’ non era la sola contenuta nel decreto firmato ieri dal Presidente della Repubblica – si legge nel comunicato del CARTV firmato da Antonio ParisiPurtroppo, per il nostro Paese e per le televisioni private, immaginiamo senza che il Capo dello Stato e i suoi collaboratori se ne siano avveduti, è stata emanata una norma che priva, per Legge, del diritto di difesa Giudiziaria presso il Tribunale Amministrativo (TAR) in conseguenza dell’esproprio delle frequenze attuato dal Governo.
In sostanza il decreto Tremonti prevede che il Tar non può più eseguire misure cautelari sulle decisioni del Ministero dello Sviluppo Economico riguardo alle frequenze.
Il Governo, infatti, sta procedendo all’esproprio delle frequenze di circa 200 emittenti e il provvedimento Tremonti le priva di qualsiasi difesa a riguardo. Se le emittenti faranno resistenza interverrà la polizia per operare il sequestro e la blindatura degli impianti, provvedendo ad avviare i procedimenti penali con reclusione di tre anni, addebito di danni ed interessi e privazione del risarcimento ( che già sarà di per se ridicolo): SIAMO ALLA LEGGE MARZIALE.
Da chi hanno preso esempio il nostro Presidente del Consiglio e il suo Ministro Paolo Romani per emanare simili norme? Forse da qualche dittatore sudamericano o di quelli che operano sul bacino del mar Mediterraneo?
Quello che desta stupore, però, è l’atteggiamento distratto dell’opposizione e di alcuni suoi esperti di emittenza che devono il loro posto in Parlamento al fatto di essere ritenuti , forse a torto,”specialisti” della materia. Costoro sonnecchiano e si godono i privilegi parlamentari mentre le piccole emittenti, uniche rimaste a tutelare la libertà sul territorio vengono “massacrate” da provvedimenti amministrativi contro cui ormai non c’è più rimedio.
Romani & C. sembrano averla vinta, le frequenze potranno essere senz’ altro vendute ai “telefonici” amici. In tutto questo perde però l’Italia e la libertà di tutti.
L’unica speranza ora è la Corte Costituzionale
“.