Instant Meeting. Una nuova regolamentazione che sostenga la competizione sul mercato. L’intervento di R. Fischetti (Tiscali)

di di Romano Fischetti (Vice President Business Development – Tiscali) |

L’intervento di Romano Fischetti, Vice President Business Development di Tiscali, all’Instant Meeting organizzato dall’Isimm e Key4biz a Roma il 4 luglio 2006

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Romano Fischetti

 

Tiscali nasce nel 1998 ed è quotata alla Borsa di Milano dal 1999. Oggi abbiamo circa 2 milioni di clienti in tutta Europa e siamo presenti in 5 Paesi: Olanda, Germania, Inghilterra, Repubblica Ceca e Italia. Il nostro azioniste è prevalentemente il mercato, con il 61%.

La società offre a famiglie e imprese servizi di accesso Internet a Banda larga e Dial-up, servizi di telefonia VoIP e Carrier Preselection, Servizi a valore aggiunto. Raccogliamo tutte le principali sfide del settore e ci apprestiamo anche a lanciare servizi come l’IPTV e l’MVNO.

 

Se guardiamo la quote di mercato di Tiscali in alcuni dei Paesi in cui opera, notiamo che, ad esempio, in Inghilterra ha circa il 10% rispetto a BT Group che ne ha il 23,8%; in Italia ha il 4,2% con Telecom Italia con il 67,3%; in Olanda il 4,7% rispetto a KPN Telecom con quattro brand diversi ha circa il 36,4%. Questo è importante perché ci segnala che raggiungiamo posizioni diverse anche in base alla situazione competitiva, che è diversa da Paese a Paese.

 

Con oltre 2 milioni di clienti in Europa, il Gruppo ha realizzato nel 2005 736 mln di euro di ricavi (il 44% in Inghilterra e il 26% in Italia), il  74% proviene dei quali provienente dal core business, l’accesso.  In Italia abbiamo 873 dipendenti, ricavi apri a 196 mln di euro, 15 mln di investimenti in Ricerca e Sviluppo, 29 mln  in infrastrutture ULL.

 

Se ricordiamo quanto detto prima riguardo alla market share di Tiscali nei vari Paesi, risulta evidente la necessità che in Italia si raggiungano condizioni competitive più favorevoli. E’ questo il messaggio che vogliamo trasmettere al Ministro Paolo Gentiloni. In particolare, ci preme che si realizzino condizioni regolamentarie che ci sostengano sul mercato.

 

Se in Gran Bretagna British Telecom (BT Group) detiene una quota di mercato inferiore alla metà rispetto a quella di Telecom Italia nel nostro Paese, ciò significa che la nostra  società non solo ha saputo ben indirizzare le proprie strategie di vendita ma beneficia anche di una situazione competitiva più favorevole: per noi è importante che dal Governo giungano messaggi precisi e soprattutto che si realizzi la separazione funzionale di Telecom Italia fra le reti e le divisioni commerciali, esattamente come  per BT.

 

Di fatto, anche se in Telecom Italia c’è oggi una separazione contabile tra la parte di rivendita e la parte commerciale pura sussistono ancora delle differenze rispetto al modello di separazione di British Telecom.  In Italia il 20-22% dei clienti su cui investiamo in comunicazione e spese commerciali, in pratica 1 su 5,  non riesce ad attivare i servizi con noi. Abbiamo il massimo rispetto per il lavoro di Telecom Italia, tuttavia, se andiamo a guardare ad altri Paesi, questo numero è nettamente inferiore,  ad esempio in Inghilterra e in Olanda è di circa il 3-5%.

 

Infine, gli altri temi d’analisi che vorrei sottoporre alla vostra attenzione sono la regolamentazione delle interconnessioni IP – su cui non siamo così indietro rispetto agli altri Paesi, ma per una volta potremmo anche anticipare gli altri Paesi e fare da ‘caso studio’ –  e l’introduzione del Naked DSL, tematica ancora molto delicata in quanto, a nostro avviso, se efficacemente supportato potrebbe favorire ulteriormente un clima competitivo più adeguato alle condizioni del mercato attuale.
 

(Testo ricavato da trascrizione audio)      

    

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Instant Meeting – Roma, 4 Luglio 2006

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