Canone speciale, Rai a Vigilanza: ‘Le lettere inviate non sono ingiunzioni di pagamento’

di Raffaella Natale |

Il direttore generale della Rai, Lugi Gubitosi, risponde alla richiesta di chiarimenti da parte della Vigilanza: ‘Le lettere inviate per la riscossione del canone speciale non sono ingiunzioni di pagamento’.

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La Rai risponde alla richiesta di chiarimenti sulla questione del canone speciale da parte della Commissione parlamentare di Vigilanza.

Nella lettera, pubblicata su Facebook dal presidente della Vigilanza, on. Roberto Fico (M5S), il direttore generale della Rai Luigi Gubitosi chiarisce gli aspetti che hanno destato maggiore preoccupazione riguardo al contenuto delle migliaia di lettere spedite ai possessori di partita IVA per la riscossione del canone speciale da 407,35 euro.

Modalità ritenute da più parti discutibili, tanto da spingere il Sottosegretario all’Economia, Giovanni Legnini, a parlare di ‘pasticcio’, sostenendo che “si poteva essere più chiari e precisi, individuando meglio i destinatari”, mentre il Sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, ha evocato una ‘riforma radicale del canone’.

Il Dg della tv pubblica ha chiarito che “Questo tipo di lettere che la Rai invia non sono ingiunzioni di pagamento” e il “possesso di apparecchi privi di sintonizzatore radio/tv, quali personal computer, monitor del Pc o videocitofoni non comportano alcun obbligo di pagamento del canone speciale“.

Gubitosi ha spiegato che per “la raccolta del canone speciale la Rai si avvale dello strumento dell’invio di comunicazioni informative unitamente all’attività sul territorio attraverso i suoi uffici e agenti”.

Si tratta di circa 500 mila lettere che ogni anno, aggiunge il Dg, “la Rai invia a esercizi pubblici, strutture ricettive, artigiani, imprenditori e professionisti”. E, ha sottolineato, “non ci risulta che abbiano finora indotto in errore i destinatari“.

Per evitare errori, scrive ancora, “la Rai aggiorna costantemente gli archivi attingendo alle banche dati ufficiali e pubbliche della Camera di commercio“. Inoltre, “l’invio avviene per posta ordinaria e non attraverso notificazione con raccomandata, appunto perché non si tratta di un atto ingiuntivo”.

 

La riscossione non affidata a società esterne

In merito alla richiesta di Fico di chiarire se la riscossione è stata affidata a terzi, Gubitosi ha informato che “l‘attività di redazione degli elenchi non è mai stata affidata a società esterne”.

“Questo tipo di lettera – ha insistito il Dg della Rai – non sono ‘ingiunzioni di pagamento

non solo perché non ne condividono né la forma né le modalità di notificazione, ma soprattutto perché non contengono alcuna intimazione di pagamento. Il testo, infatti, si sostanzia nella mera informativa circa gli obblighi che per legge conseguono all’eventuale

detenzione di apparecchi televisivi”. Tanto è vero, ha aggiunto Gubitosi, che “in nessun passaggio della lettera in questione la detenzione è presunta; al contrario testualmente si ‘invita il destinatario ad effettuare il pagamento solo nel caso in cui detenga l’apparecchio”.

 

Dalla Rai iniziativa per chiarire ogni dubbio

Nella lettera inviata alla Vigilanza, Gubitosi ha ribadito che “il contrasto all’evasione dei canoni speciali è un’attività estesa e necessaria” e in passato “la Rai è stata oggetto addirittura di denuncia da parte di un’associazione di consumatori per aver indirizzato i suoi sforzi contro l’evasione prevalentemente nei confronti del canone ordinario”.

Il Dg tiene a precisare che “per fronteggiare il disorientamento creato dalla recente campagna la Direzione Canone ha attivato immediatamente nuove possibilità di comunicazione in modo da risolvere ogni eventuale dubbio“.

Sono, infatti, stati avviati contatti con organizzazioni del mondo del lavoro e dell’imprenditoria per sciogliere ogni dubbio sul pagamento del canone speciale.

“Queste campagne stampa fuorvianti – ha concluso Gubitosi – incidono negativamente sulla riscossione del canone nel suo complesso anche presso gli abbonati”.

In Italia l’evasione del canone ammonta a oltre il 25% contro una media europea del 10%. Nei giorni scorsi il Dg della Rai ha dichiarato in un’intervista al Financial Times, che per gli italiani non pagare il canone non rappresenta ‘una vergogna’.

 

Maurizio Gasparri (Fi): ‘La lettera di Gubitosi pura burocrazia’

Secondo il senatore Maurizio Gasparri (Fi), “La lettera del Dg Gubitosi giunta in commissione vigilanza Rai sulla questione del canone speciale è pura burocrazia“.

“La Rai – ha osservato Gasparri – non impone l’obbligo di pagare perché è cosa fissata dalla legge, ma di fatto è lei che intima il versamento del canone. Quanto ai soggetti destinatari della tassa speciale, tra le righe Gubitosi ammette che si procede a casaccio. Il punto è proprio questo. Chiarire chi deve e chi invece non deve pagare”.

“Una maniera cosi pilatesca di far pressione sui contribuenti – ha concluso Gasparri – è incredibile, almeno quanto le attestazioni di servilismo”.

 

Michele Anzaldi (Pd): ‘Gravi le parole di Gubitosi’

Le parole de Dg Rai non sono però andate giù all’on. Michele Anzaldi (Pd), segretario della Commissione di Vigilanza, che le ha definite ” molto gravi”.

“È inaccettabile – ha indicato – che la Rai dia la colpa alla stampa, cui invece occorre rendere merito. Chiederò in ufficio di presidenza che la Vigilanza approfondisca la questione”. 

“Nella sua lettera – ha spiegato Anzaldi – Gubitosi parla di ‘disorientamento creato dalla recente campagna di stampa’ e di ‘campagna di stampa fuorviante’. Parole sorprendenti, visto che la questione che ha creato caos e sconcerto in ben 500 mila tra imprenditori e artigiani, numero dichiarato dallo stesso Dg, è emersa propria grazie ai giornali e alle associazioni di categoria”.