Colpaccio Google Glass: non solo design italiano, la dote di Luxottica sono anche i punti vendita

di Alessandra Talarico |

Luxottica controlla il 12,4% del mercato mondiale dell’occhialeria e controlla anche gli outlet LensCrafters e Sunglass Hut. In un solo colpo, quindi, Google potrà così sfruttare i 5 mila punti vendita gestiti da Luxottica negli Usa.

Italia


Andrea Guerra e astro Teller

L’analista Forrester Research J.P. Gownder sul Wall Street Journal lo definisce ‘un colpaccio per Google’: parliamo dell’accordo con Luxottica, azienda italiana proprietaria di marchi storici come Ray-Ban e Oakley tra gli altri, per lo sviluppo dei Google Glass.

Un colpaccio perché, fin dall’inizio molti osservatori hanno storto il naso di fronte al prossimo gadget tecnologico di Google: del resto – si è detto – chi indossa occhiali, neanche tanto fashion per quanto tecnologicissimi, se non ne ha strettamente bisogno?

Et voila, avranno pensato nei lab Google X a Mountain View, ecco l’idea per rendere più attraenti gli occhiali intelligenti: affidarsi all’esperienza e al talento italiano di Luxottica per il design di tutte le montature dei Google Glass.

Ma un colpaccio anche perchè  Luxottica controlla il 12,4% del mercato mondiale dell’occhialeria e anche, tra gli altri, gli outlet LensCrafters e Sunglass Hut. In un solo colpo, quindi, Google potrà così sfruttare non solo l’eccellenza italiana in fatto di fashion, ma anche i 5 mila punti vendita gestiti da Luxottica negli Usa e piazzare i suoi occhiali smart alla vastissima platea di aficionados del made in Italy.

 

Non si tratterà, quindi, soltanto di incorporare la tecnologia di Google agli occhiali da sole Luxottica: le due aziende, in basi ai termini dell’accordo, formeranno infatti una squadra di esperti dedicati a “design, sviluppo, strumentazione e ingegneria dei prodotti Glass che uniscono moda e lifestyle all’innovazione tecnologica”.

Se infatti gli americani hanno molto da insegnare all’Italia in fatto di innovazione tecnologica, è il fashion il settore in cui il nostro Paese non ha nulla da imparare, anzi, può fare la differenza.

 

I Google Glass, connessi a internet e in grado di rispondere a comandi vocali e di scattare foto e video con una strizzata d’occhio, restano al momento soltanto dei ‘prototipi’ riservati agli appassionati disposti a sborsare fino a 1.500 dollari per provarli. E sono anche decisamente bruttini. Ecco perché il ‘tocco italiano’ – fatto di attenzione per il dettaglio, elevatissima qualità, raffinatezza ed eleganza – è essenziale per proiettare i Google Glass sulla scena mondiale.

 

“Siamo orgogliosi di essere ancora una volta i pionieri nell’industria eyewear, come testimonia la nostra storia di eccellenza lunga oltre 50 anni”, ha dichiarato Andrea Guerra, Chief Executive Officer di Luxottica Group.

 

“Luxottica ha costruito una storia impressionante nel corso degli ultimi 50 anni progettando, producendo e distribuendo alcuni tra i principali e più conosciuti marchi eyewear di oggi”, ha  dichiarato Astro Teller, Vice Presidente di Google e capo di Google X. “Siamo entusiasti di  collaborare con loro per far evolvere ulteriormente Glass e il settore in generale verso il mercato emergente degli smart eyewear.”


Se ancora lo stile latita, non manca però la fantasia su come sfruttare i Google Glass, ad esempio per trovare nuovi modi di fare giornalismo.

Secondo quanto riportato dal sito Mashable, l’University of Southern California sta per lanciare un corso di ‘Glass Journalism‘ in cui sarà chiesto agli studenti anche di creare applicazioni che aiutino a migliorare la diffusione delle notizie attraverso la nuova piattaforma.