Corte dei Conti: ‘Troppi sprechi alla Rai, tagliare costi e supercompensi’

di Raffaella Natale |

La magistratura contabile invita la Tv pubblica a un drastico contenimento delle spese anche per il personale e a evitare gadget e regali aziendali.

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Basta sprechi della Rai per fiction, Festival di Sanremo e programmi finanziati da fondi diversi dal canone.

A dirlo è la Corte dei Conti – Sezione controllo Enti, che invita la Tv pubblica a un drastico contenimento delle spese.

Nella relazione sulla gestione finanziaria della Rai negli esercizi 2011-12, per i costi di produzione, indica la Corte, è “indispensabile una loro sostanziale riduzione, in particolare per quelli riconducibili al festival di Sanremo, alle fiction e alla programmazione finanziata con fondi diversi da quelli derivanti dal canone radiotelevisivo“.

 

Lo scorso anno il Codacons aveva depositato uno scottante dossier sui mega-compensi assicurati dalla Rai ad alcuni conduttori del prime time.

Una denuncia che si accompagnava a quella di Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori, che parlava della stratosferica cifra di 1 milione di euro pagato dalla Tv pubblica per il programma ‘The Voice’.

 

Davanti a questi sprechi, oggi la Corte consiglia la “liquidazione o l’incorporazione di talune società controllate“. Nello specifico si fa riferimento a RaiSat, Rai Trade, RaiNet e Rai Corporation e si chiede una “rigorosa verifica della loro attuale necessità, tenuto conto che l’apporto complessivo delle controllate appare assai modesto”.

 

L’invito è di tagliare le spese, specie “i costi del lavoro e connessi, considerata l’incidenza di oltre il 30% di tale fattore sugli oneri della produzione”.

Il costo del personale è, infatti, cresciuto nel 2011 del 2,7% e si è ulteriormente incrementato nel 2012 anche in ragione di un accantonamento di 62 milioni di euro stanziati per il piano di esodo agevolato.

 

Nel 2011 la capogruppo ha chiuso il bilancio con un utile di 39,3 milioni di euro, mentre nell’esercizio 2012 con una perdita di 245,7 milioni di euro.

Sul versante dei ricavi, l’introito derivante dal pagamento del canone radiotelevisivo ha rappresentato circa il 60,5% (il 68% nel 2012) del totale delle entrate aziendali, contro circa il 31,3% (26% nel 2012) della pubblicità e circa l’8,2 % (il 6% nel 2012) degli altri ricavi.

 

Per quanto riguarda i costi operativi – pur scontando l’assenza, come in ogni esercizio dispari, di quelli afferenti ai grandi eventi sportivi – nel 2011 si è registrata una diminuzione del 5,9%; nell’anno successivo, peraltro detti oneri si sono incrementati di 18,1 milioni di

euro.

 

Sull’evasione del canone, la Corte dei Conti sottolinea “la necessità di promuovere efficaci interventi”.

L’evasione, stimata nel biennio nell’ordine del 27% circa, è superiore per quasi 19 punti percentuali rispetto alla media europea.

 

Anche il ricavo derivante dalla pubblicità, ha evidenziato sostanziale flessione rispetto agli esercizi pregressi e si è attestato in 965 milioni di euro nel 2011 e in 745,3 milioni euro nell’esercizio successivo.

 

La Corte ribadisce, “la decisiva necessità che la Rai attivi comunque ogni misura organizzativa, di processo e gestionale, idonea ad eliminare inefficienze e sprechi“.

In particolare mettendo un freno anche ai regali aziendali: “Indispensabile l’assunzione di tempestive azioni correttive nel settore dell’oggettistica promozionale e degli omaggi aziendali”.

 

Sul fronte operativo, aggiunge la Corte dei Conti, che le modalità di progettazione editoriale e la relativa fase di sviluppo produttivo “sono rimaste sostanzialmente ancorate a modelli poco adeguati rispetto al nuovo mercato di riferimento, caratterizzato da un’alta penetrazione della tecnologia nella diffusione del prodotto televisivo”.

 

Si pone, quindi, conclude la Corte dei Conti con assoluta centralità la questione dell’offerta della Rai agli utenti, “da orientare verso il recupero degli ascolti delle reti generaliste, l’incremento di quelli relativi ai canali tematici senza trascurare la proposta web e quella internazionale”.