Marco Patuano: ‘Per Tim Brasil procedure speciali. Su scorporo venuto meno il movente finanziario’

di Paolo Anastasio |

L'amministratore delegato di Telecom Italia: 'Il cda ha deliberato all'unanimità procedure ancor più severe su Tim Brasil'. Sulla governance 'verifica opportuna'. Ben Ammar: 'Nessun conflitto d'interessi di Telefonica'.

Italia


Marco Patuano

Fugare ogni dubbio su potenziali conflitti di interessi su Tim Brasil in seno al cda di Telecom Italia. E’ questo l’obiettivo dell’amministratore delegato Marco Patuano, che all’indomani del cda interlocutorio di ieri blinda così ogni decisione sul futuro della controllata carioca con l’introduzione di procedure speciali ad hoc nell’eventualità di eventuali offerte che dovessero arrivare sul tavolo dell’azienda. Il nodo della governance sarà invece affrontato il prossimo 6 febbraio nel corso del prossimo Cda dell’azienda.

 

“Il cda di Telecom ha deliberato all’unanimità che Tim Brasil è talmente importante che non ci deve essere nemmeno il dubbio di un conflitto di interessi. Verrà messa in piedi una procedura ancora più severa delle parti correlate ‘rilevanti’, includendo anche i contatti propedeutici all’inizio di eventuali trattative”. Così l’amministratore delegato di Telecom Italia, Marco Patuano, in un’intervista a la Repubblica, precisando che se arrivasse un’offerta per Tim Brasil “non dovrei avviare alcuna negoziazione ma far scattare la procedura prevista che mi vede affiancato da un comitato formato in prevalenza da consiglieri indipendenti. Parallelamente dovrei tenere informato il resto del cda”. Se l’offerta dovesse arrivare nel mentre si affina questa procedura “allora convocherò immediatamente un consiglio straordinario senza avviare alcuna trattativa Non dobbiamo neanche sembrare o apparire in conflitto di interessi”.

 

Il nodo della governace, decisione rimandata al cda 6 febbraio

A livello di governance, invece, “in questa fase il cda rimane composto da 11 membri, il nuovo presidente verrà nominato con l’assemblea di aprile”, ma “la governance risale alla fine degli anni ’90, dunque una verifica è opportuna. Prima di sottoporre all’assemblea eventuali cambiamenti dobbiamo studiare bene le regole in vigore in Italia, i modelli di riferimento internazionali e dove si colloca Telecom in questo contesto. Poi il 6 febbraio decideremo se è il caso di mettere mano alla governance”.

 

Scorporo della rete, resta aperto il tema regolatorio

Sullo scorporo della rete fissa, Patuano spiega che il piano “studiato con Bernabé aveva due obbiettivi, uno finanziario e uno regolatorio. Con l’emissione del convertendo e la vendita dell’Argentina il movente finanziario è venuto meno. Rimane invece aperto il tema regolatorio, se la separazione servisse ad avere meno vincoli da parte dell’authority”, mentre sulle dismissioni “siamo in linea con i tempi, restano previste entro il secondo trimestre 2014 le vendite delle torri di trasmissione in Italia e successivamente quelle in Brasile, i cui proventi serviranno per partecipare alle aste per le nuove frequenze”.

Intanto, la Findim di Marco Fossati, azionista di Telecom Italia con il 5% del capitale, giudica positivamente le decisioni del cda del gruppo di tlc su governance e dossier Tim Brasil“Accogliamo favorevolmente – afferma la holding di Marco Fossati – la scelta del consiglio di deliberare la definizione di una procedura ad hoc per la gestione di ogni eventuale operazione straordinaria riguardante Tim Brasil, da sancire nel prossimo cda del 6 febbraio”.

“Così come riteniamo di grande rilievo – sottolinea la holding – l’aver avviato un serio lavoro sulla riforma della corporate governance della società, come da tempo richiesto dall’azionista Findim, le cui risultanze approderanno al prossimo cda”.

“La lunga discussione sviluppatasi nel cda – aggiunge la società di Fossati – dimostra la rilevanza delle questioni poste da Findim e dal mercato nelle scorse settimane e nell’assemblea del 20 dicembre. Dichiarazioni ironiche sul valore economico di asset strategici della società da parte di consiglieri di amministrazione – conclude la Findim – dimostrano e confermano unicamente, l’esistenza di un conflitto di interesse in seno al cda di Telecom Italia”.

 

Ben Ammar, nessun conflitto d’interesse di Telefonica in Telecom Italia

Nessun conflitto d’interesse di Telefonica in Telecom Italia. Lo ha detto Tarak Ben Ammar, consigliere d’amministrazione del gruppo telefonico, al termine del cda. “Non abbiamo mai fatto il processo alle intenzioni di nessun socio, il conflitto d’interesse non c’è”, ha detto l’imprenditore franco-tunisino parlando di Telefonica. “Gli spagnoli sono stati intelligenti a uscire dal cda per non dare dubbi di nessun tipo”, ha aggiunto riferendosi alle dimissioni di César Alierta e Julio Linares.