Diritto d’autore, il blocco dei lavori parlamentari fa saltare l’audizione Agcom

di Raffaella Natale |

Dall’Autorità fanno sapere che non si conosce ancora la nuova data dell’audizione.

Italia


Angelo Cardani

Salta l’audizione dei commissari Agcom alle Commissioni riunite Cultura e Trasporti della Camera, dove oggi avrebbero dovuto illustrare le misure riguardanti la tutela della proprietà intellettuale sulle reti di comunicazione elettronica.

La decisione di rinviare l’incontro è legata alla protesta del Pdl per la decisione della Cassazione di calendarizzare per il 30 luglio l’udienza del processo Mediaset. Il Pdl aveva chiesto di sospendere per tre giorni le attività parlamentari, ma la conferenza dei capigruppo ha votato a maggioranza per un blocco dei lavori solo nella giornata odierna.

Apprendiamo dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni che, al momento, non si conosce la nuova data dell’audizione.

 

L’appuntamento di oggi era importante, in quanto, i commissari avrebbero dovuto fornire chiarimenti in merito al futuro Regolamento sul diritto d’autore online.

Un provvedimento che ha già raccolto il benestare del Viceministro del MiSE con delega alle Comunicazioni, Antonio Catricalà, che ha parlato di un testo risultato da un lungo iter con tutti gli stakeholder, che rappresenta “un modello convincente da appoggiare in momento delicato per il settore”.

 

In occasione della presentazione della Relazione annuale dell’Agcom, ieri a Montecitorio, il presidente Angelo Cardani ha indicato che l’azione dell’Autorità si baserà sui tre pilastri fondamentali: educazione alla legalità; promozione dell’offerta legale; enforcement, con l’adozione di un regolamento rispettoso dei principi di garanzia, ragionevolezza, proporzionalità dell’azione amministrativa (Leggi Articolo Key4biz).

 

Anche questa volta, Cardani ha ribadito che qualora il Parlamento decidesse di intervenire per riformare la legge sul diritto d’autore per adeguarla alla nuova realtà tecnologica, l’Agcom “sarebbe lieta di conformare la propria azione alle nuove scelte legislative“.

Si tratta, infatti, di fare i conti con norme ormai ‘obsolete e inefficaci’. “Questo è un aspetto trasversale a diversi temi – ha indicato Cardani – dalla par condicio alle norme in materia di tutela dei minori, alla possibilità di estendere anche ai così detti over-the-top alcune norme che attualmente valgono solo per gli operatori dell’audiovisivo. In tal senso intendiamo promuovere un approccio maggiormente armonizzato con le autorità di regolazione degli altri paesi europei”.

 

La precedente consiliatura, presieduta da Corrado Calabrò, aveva deciso di lasciare alla nuova Autorità l’approvazione del controverso Regolamento antipirateria, sollevando un vespaio di polemiche. Famosa la frase di Calabrò, ‘Faciant meliora sequentes!’, con cui passò la patata bollente al nuovo consiglio (Leggi Articolo Key4biz).

 

Al fine di riprendere l’esame del dossier, il 24 maggio scorso l’Autorità ha organizzato un workshop per confrontare i diversi modelli di intervento adottati a livello internazionale in materia di tutela del diritto d’autore online e analizzare le possibili linee di intervento da realizzare in Italia (Leggi Articolo Key4biz).

 

Cardani ha ricordato le due consultazioni pubbliche avviate dalla Commissione Ue, una tuttora in corso, e l’indagine dell’Ofcom nel Regno Unito.

Attenzione anche per l’accordo chiuso in Francia tra Google ed editori, con la costituzione di un fondo da parte della compagnia americana di 60 mln di euro per finanziare l’innovazione tecnologica, in cambio dell’indicizzazione di  articoli tratti da giornali online e siti d’informazione (Leggi Articolo Key4biz).

Il presidente dell’Agcom ha citato anche la Legge tedesca sul diritto d’autore, cosiddetta Lex Google, in base alla quale gli editori avranno il diritto esclusivo sulla pubblicazione dei loro contenuti a fini lucrativi, fatto salvo l’utilizzo di singole parole o di brevissime porzioni di testo (Leggi Articolo Key4biz).

 

In tutto questo, ha indicato Cardani, non si può non tener conto del consolidamento dei modelli di business degli OTT, “di fatto non assoggettabili né al quadro normativo delle comunicazioni elettroniche, né a quello dei servizi di media audiovisivi”.

 

Il tema della disciplina di questi nuovi attori, ha osservato il presidente dell’Agcom, difficilmente catalogabili nelle attuali classificazioni regolamentari sarà inevitabilmente al centro del dibattito internazionale nei prossimi anni e orienterà le iniziative del Legislatore europeo e delle Autorità nazionali.

 

A tale riguardo, ha concluso Cardani, “la natura convergente dell’Autorità e la possibilità per la stessa di rapportarsi con interlocutori istituzionali e di mercato dell’intero comparto allargato delle comunicazioni la collocano in una posizione privilegiata sui temi di attualità regolamentare”.