Lavoro minorile, in Italia sfruttati 260 mila ragazzi. Anche la Tv può fare qualcosa

di Raffaella Natale |

L’indagine, realizzata dall'associazione Bruno Trentin e da Save the Children, lancia l’allarme. La gravità della situazione anche nel Rapporto annuale del Garante per l’infanzia e l’adolescenza che chiede la nomina dei membri del Comitato Media e Minori.

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Save the Children

Sono 260 mila i minori sfruttati in Italia, più di 1 su 20, e hanno meno di 16 anni. E’ quanto emerge dall’indagine sull’argomento realizzata dall’associazione Bruno Trentin e da Save the Children, presentata alla vigilia della giornata mondiale contro il lavoro minorile. Il fenomeno, spinto dalla crisi economica, è molto diffuso nelle province del Sud e nelle isole.

 

Susanna Camusso, segretario della Cgil, ha indicato che per contrastare questa drammatica situazione occorre muoversi lungo due direttrici: quella dell’istruzione e quella della riforma del lavoro.

“Mi pare evidente – ha dichiarato a margine della presentazione dell’indagine – che i dati che emergono dalla ricerca ci dicono che abbiamo due versanti su cui muoverci. Uno è quello dell’istruzione, perché gran parte del fenomeno osservato deriva dagli effetti della dispersione scolastica e dalla necessità di un’offerta formativa che attragga e mantenga i ragazzi nella scuola. L’altro è quello della riforma del lavoro. E’ evidente che una seria regolamentazione eviterebbe il diffondersi del fenomeno”.

 

Le misure sull’occupazione arriveranno a breve, “molto presto”, ha assicurato sempre oggi all’assemblea di Confartigianato, il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini.

Rientra tutto nella discussione dell’intero governo e anche nell’ambito del vertice che ci sarà venerdì con i ministri francesi e tedeschi per stabilire quello che deve fare l’Europa e non solo l’Italia (Leggi Articolo Key4biz).

Sappiamo – ha detto Giovannini – di dover aiutare le imprese in questo momento di particolare incertezza a utilizzare tutti gli strumenti, dal lavoro a termine all’apprendistato, ma dobbiamo incentivare anche l’allungamento della vita lavorativa perché la risposta alla crisi non può essere fatta solo con contratti a brevissimo termine”. (Leggi Articolo Key4biz)

 

Ieri, sulla condizione dei minori, è stata presentata la relazione 2012 del Garante nazionale per l’infanzia e l’adolescenza. Il presidente Vincenzo Spadafora ha sottolineato che “La classe dirigente politica del nostro Paese, ovvero chiunque abbia un ruolo di responsabilità, deve cambiare atteggiamento nei confronti dei temi dell’infanzia e dell’adolescenza. Altrimenti consegneremo alle future generazioni un Paese disintegrato socialmente e che tiene ai margini una parte importante del proprio capitale umano”.

 

L’Autorità, nata in Italia solo nel novembre 2011, ha rilevato che nel nostro Paese ci sono “ragazzi di 17 anni che hanno già gettato la spugna, e vanno a ingrossare le fila di coloro che né lavorano né studiano”. Per questo “l’investimento sulle nuove generazioni è davvero qualcosa di fondamentale, e il taglio delle risorse da parte di tutti i governi nei confronti delle politiche sociali è assurdo”.

“Investire nei bambini – ha sottolineato Spadafora – vuol dire avere meno famiglie povere e nel lungo periodo meno sussidi per i disoccupati. E poi significa investire in un capitale umano che adesso spesso siamo costretti a prendere in quelli che ci ostiniamo ancora a chiamare stranieri”.

 

Il Garante ha poi espresso apprezzamento per il lavoro del direttore di Rai Fiction, Eleonora Andreatta: “Il ruolo della tv e delle fiction è molto importante. Il nuovo direttore di Rai Fiction ha avviato con noi una collaborazione importante, stiamo andando a vedere e a capire come trattare nel modo più opportuno e corretto le tematiche che riguardano infanzia e adolescenza”.

 

Passaggio di Spadafora anche sul Comitato Media e Minori, di cui si attendono ancora le nomine dei membri.

“Il mio appello alla politica – ha indicato il Garante – è: togliamolo dalla spartizione delle nomine. Spero che da qui a pochi giorni possa essere ricostituito”.

Noi – ha aggiunto – non abbiamo mai chiesto un ministero per l’Infanzia; ma almeno un coordinamento delle deleghe, una cabina di regia che detti le priorità”.