Privacy: il Garante ordina l’oscuramento dei siti di altri 16 Comuni. Pubblicati ‘in chiaro’ dati sanitari riservati

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Sui siti dei Comuni, attraverso link che rimandavano all’archivio degli atti dell’ente, ma anche attraverso i motori di ricerca, era possibile consultare i dati personali contenuti in alcune ordinanze con le quali i sindaci disponevano il TSO per determin

Italia


Privacy e salute

Dopo l’intervento di marzo, che ha portato all’oscuramento dei siti di 10 Comuni italiani (Leggi articolo Key4biz), proseguono gli interventi del Garante privacy a tutela della riservatezza dei dati dei cittadini e, soprattutto, della dignità delle persone che già devono combattere con problemi di salute.

Intervenendo per procedere all’oscuramento dei siti web di altri sedici Comuni italiani, di piccola e media grandezza, il garante ha ribadito il proprio supporto alla trasparenza on line nella Pa, precisando però nuovamente che in nome di questa trasparenza non si può ledere la dignità delle persone.

I siti di questi comuni avevano pubblicato i dati personali contenuti in alcune ordinanze con le quali i sindaci disponevano il trattamento sanitario obbligatorio per determinati cittadini.

I dati, non solo quelli anagrafici (nome, cognome, luogo e data di nascita) e di residenza, ma anche la patologia della quale soffriva la persona (ad es. “infermo mentale”) o altri dettagli, quali ad esempio l’indicazione di “persona  affetta da manifestazioni di ripetuti tentativi di suicidio”, anche stavolta erano in ‘chiaro’, quindi visibili e consultabili da chiunque sui siti istituzionali dei Comuni, attraverso link che rimandavano all’archivio degli atti dell’ente.

Nella maggior parte dei casi, inoltre, tali dati risultavano facilmente reperibili anche sui più usati motori di ricerca, come Google, semplicemente digitando nome e cognome delle persone.

 

Si è trattato, insomma, di un nuovo caso di trattamento illecito dei dati da parte dei Comuni visto che – ha ricordato il Garante – le disposizioni del Codice della privacy, richiamate anche dalle Linee guida sulla trasparenza on line della Pa emanate dallo stesso  Garante nel 2011, vietano espressamente la diffusione di dati idonei a rivelare lo stato di salute delle persone.

 

Come nel caso precedente, il Garante, oltre a disporre il divieto di ulteriore diffusione dei dati e a prescriverne l’oscuramento da qualsiasi area del sito, ha quindi intimato alle amministrazioni di attivarsi presso i responsabili dei principali motori di ricerca per fare in modo che vengano rimosse le copie web delle ordinanze e di tutti gli altri atti relativi al ricovero per trattamento sanitario obbligatorio dagli indici e dalla cache. (a.t.)