Internet mobile: traffico dati a 90mila petabytes nel 2017. Lo standard NGH in aiuto alle reti cellulari

di Alessandra Talarico |

Anche se il 2012 è stato l’anno dell’LTE, gli operatori hanno ancora bisogno delle reti Wi-Fi e delle small cell per sostenere un traffico mobile in continuo aumento.

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Il traffico dati mobile supererà i 90.000 petabytes da qui a 4 anni, l’equivalente di 42 quadrilioni di tweets o circa 7 miliardi di film blu-ray. Tuttavia, soltanto il 40% dei dati generati dai dispositivi transiterà dalle reti mobili, il restante sarà trasmesso infatti via Wi-Fi.

Lo rivela l’ultimo rapporto Juniper, sottolineando che, nonostante il 2012 sia stato l’anno dell’LTE, gli operatori avranno ancora bisogno delle reti Wi-Fi e delle small cell per sostenere un traffico mobile in continuo aumento.

Il Wi-Fi, spiegano gli analisti, è la tecnologia più utilizzata in casa e anche le small cell stanno diventando strumenti usati per la connettività indoor.

 

Il Wi-Fi è ormai presente nella maggior parte dei dispositivi di connessione mobile e la crescente domanda di servizi internet in mobilità spinge le telco a concentrarsi sulla qualità della user experience. Il rapporto Juniper identifica quindi una serie di tendenze che accelereranno l’adozione del Wi-Fi da parte degli operatori: tra queste, gli standard NGH (Next Generation Hotspot) e Hotspot 2.0, che eliminano la necessità di ricercare le reti Wi-Fi e di collegarsi manualmente inserendo la password, permettendo così di muoversi agevolmente tra una cella a un’altra. In sostanza, il Wi-Fi lavorerà come una rete cellulare e l’utente non dovrà preoccuparsi di collegare il suo dispositivo alle diverse stazioni della cella: tutto avverrà infatti in maniera automatica.

Lo standard NGH – sviluppato dalla Wireless Broadband Alliance (WBA) – è stato testato positivamente da diversi operatori e vendor in collaborazione con la Wi-Fi Alliance.