Sulla vendita di #La7, l’ombra di Silvio Berlusconi. Clessidra smentisce: ‘Fininvest non è nostro socio’

di Raffaella Natale |

Intanto da più parti arriva l’invito a Telecom Italia a frenare sulla cessione. Bersani si chiede: ‘Perché tutta questa fretta di vendere?’

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Lunedì il Cda di Telecom Italia deciderà sicuramente sul futuro di TI Media, ma restano ancora tanti dubbi sulla società acquirente mentre aleggia il rischio di conflitto d’interesse per i consiglieri di Mediobanca e Intesa Sanpaolo (Leggi Articolo Key4biz).

Oggi sulle sorti di La7 è intervenuto anche il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, che s’è chiesto perché “tanta fretta di prendere ora questa decisione”.

Sulla possibilità che a compare sia Clessidra, il fondo di private equity di Claudio Sposito, ex Fininvest, considerato troppo vicino alla famiglia Berlusconi, il leader del Pd ha parlato di “eventuale conflitto d’interesse” e possibile “posizione dominante“.

 

Accuse smentite da Clessidra che con un nota ha ufficialmente dichiarato di essere una Sgr  “indipendente” e di non aver nessun legame con la famiglia Berlusconi.

 “L’affermazione – precisa una nota – che ‘la famiglia Berlusconi è il principale o uno dei principali investitori’ del fondo Clessidra, non è vera“. Clessidra “è, infatti, una società di gestione del risparmio indipendente i cui azionisti sono gli stessi manager che amministrano i fondi gestiti“. La società “amministra capitali provenienti da oltre 80 primari investitori istituzionali italiani e internazionali. Fra questi non rientra nessuna entità riconducibile né direttamente, né indirettamente alla Fininvest, né tantomeno alla famiglia Berlusconi”.

Clessidra – aggiunge  – fa dell’indipendenza il suo valore fondante e persegue la sua attività di investimento solo nell’interesse dei propri investitori, finalizzato alla creazione di valore senza nessun vincolo o condizionamento”.

 

Del conflitto d’interesse di Intesa Sanpaolo, advisor di Clessidra insieme a insieme a Meryl Lynch nel processo d’acquisto, ha parlato anche l’amministratore delegato Enrico Cucchiani, per riconoscere al Cda di Telecom che “se (il conflitto) fosse confermato, avrebbe tutte le ragioni per chiedere dei distinguo”.

 

Ricordiamo, inoltre, che Mediobanca oltre ad essere advisor di Telecom nella vendita è anche partecipata da Fininvest.

 

Sul tavolo del board le offerte di Clessidra, Cairo Communication ed una non formale di Europa 7, gli ultimi due interessati solo alle mittenti televisive, La7 e MTV.

Mentre incalzano i rumors su una possibile cordata capeggiata da Diego Della Valle per stornare il rischio che il terzo polo Tv possa cadere nelle mani di Clessidra o Cairo, considerati vicini a Mediaset (Leggi Articolo Key4biz).

La proposta sarebbe stata fatta per telefono al presidente di Telecom Italia, Franco Bernabè, ma per ora niente d’ufficiale. Secondo alcuni, l’imprenditore marchigiano starebbe aspettando l’esito del board di lunedì per poi farsi avanti.

 

E’ possibile che alla fine il Cda decida di rinviare ancora, perché ci sono tante pressioni su questo dossier. La7, nonostante i debiti, è considerata importante, ma lo sono ancora di più i tre multiplex per il digitale terrestre che fanno capo a TI Media Broadcasting (TIMB) anche questi messi in vendita. Perché cedere un asset così prezioso, ed economicamente forte? (Leggi Articolo Key4biz)

 

Per i piccoli azionisti di Asati, “Non è il momento della resa dei conti per Telecom Italia, occorre piuttosto essere uniti e puntare su una strategia vincente“, che includa quell’aumento di capitale già deciso dall’assemblea del 9 aprile 2009 per 1,6 miliardi di azioni.