La7, cordata anti-Berlusconi capeggiata da Diego Della Valle

di Raffaella Natale |

Il patron della Tod’s sarebbe sceso in campo con una decina d’investitori per non far cadere la Tv di Telecom nelle mani di Clessidra o Cairo, considerati troppo vicini all’ex Premier.

Italia


Diego Della Valle

Telecom Italia non procede bene in Borsa dopo la presentazione dei risultati preliminari 2012 (Leggi Articolo Key4biz) e la decisione del Cda di rinviare a nuova data la valutazione delle offerte per TI Media. Stamani in apertura, il titolo perdeva il 4% a 0,646 euro per poi rimontare assestandosi intorno al -1%.

 

Gli analisti vogliono adesso approfondire i dettagli del piano triennale (Leggi Articolo Key4biz).

 

Lo slittamento sugli asset media era nell’aria (Leggi Articolo Key4biz). La scarsa consistenza delle offerte sul piatto, le divisione all’interno del board su cosa fare per La7 e i multiplex, l’offerta a sorpresa di Europa 7 che s’è aggiunta a quelle di Clessidra e Cairo, avevano già fatto supporre che il Cda di ieri non avrebbe deciso nulla anche se il consigliere Tarak Ben Ammar all’uscita della riunione ha detto ai giornalisti che l’argomento non è stato trattato solo “per motivi di tempo”. Effettivamente i punti in agenda erano davvero tanti e il Cda è durato ben sette ore. Ma le ragioni sono altre.

 

Oggi a scombinare ulteriormente le carte sul tavolo, l’indiscrezione di Repubblica che riporta di un interessamento dell’ultima ora da parte di Diego Della Valle.

Con una telefonata al presidente Franco Bernabè dei giorni scorsi, ‘il signor Hogan’ avrebbe avanzato l’idea di formare una cordata composta da una decina di imprenditori di successo in grado di offrire un assetto azionario stabile a La7, anche per non farla cadere in mano a Urbano Cairo o Claudio Sposito, considerati a torto o a ragione vicini a Silvio Berlusconi. 


Per costruire unalternativa di questo tipo – sottolinea Repubblica – serve un po di tempo e i soci di Telecom sembrano ormai stufi di sopportare perdite e subire pressioni politiche per la partecipata nella televisione”.

 

La decisione su La7 è ormai arrivata a ridosso delle elezioni. Sicuramente prima di quella data non si deciderà nulla. E, secondo alcuni, conviene restare fermi in attesa che il governo intervenga sul conflitto d’interesse. C’è da crederci? Forse è più credibile che si muova prima Silvio Berlusconi con un blind trust (Leggi Articolo Key4biz) che non il nuovo esecutivo, visti i precedenti.

 

In ogni caso, sebbene le forti perdite, La7 fa gola a tanti e non solo perché rappresenta una fonte d’informazione alternativa a Mediaset, ma perché si spera che col crescere degli ascolti migliorino anche i conti.