Aumenterà mai la domanda di banda larga delle famiglie italiane? Lo speciale della Fondazione Ugo Bordoni

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Esce oggi il terzo numero della rivista di approfondimento Telèma2puntozero. Il presidente della FUB Alessandro Luciano: ‘Italia al 22° posto in Europa per tecnologie digitali, rischio di esclusione sociale per oltre un terzo dei cittadini’.

Italia


Telema 2.0

Più che delineare una mappa che indaghi la diffusione sistematica della banda larga in Italia, bisogna purtroppo rigirare il ragionamento e disegnare una “mappa del non uso”.

In ben 10 milioni di famiglie italiane, infatti, non si usa mai Internet, né a casa né sul lavoro. Per mancanza di capacità, soprattutto, ma anche per disinteresse o per il costo elevato.

Ma chi sono gli esclusi dalla Rete?

Rispetto all’uso di Internet, la popolazione italiana si divide in tre gruppi principali: i nativi digitali (che sono cresciuti nel mondo di internet), gli immigrati digitali (che hanno incontrato internet nel lavoro o nella scuola), e gli esclusi da Internet.

 

È questo il focus del terzo numero di Telèma2puntozero (www.telema2puntozero.it), la rivista della Fondazione Ugo Bordoni che analizza, in ciascuna pubblicazione, un argomento dell’ICT e si pone l’obiettivo di stimolare il dibattito e sollecitare nuovi contributi su temi emergenti. Tutto in linea con il ruolo di “thought leadership” che la Fondazione gioca nel settore, ricorrendo al contributo degli esperti più autorevoli. 

Il digital divide si contraddistingue per caratteristiche diverse tra la popolazione e impone analisi anche di tipo socio-culturale per meglio catturare i diversi comportamenti degli individui e delle famiglie.

Obiettivo finale dello speciale FUB è quello di identificare gli interventi di policy più efficaci, sia in termini di progettazione sia in fase di sperimentazione e attuazione.

 

Telèma2puntozero, “Il primo motore di risposta su ICT e società”, si ispira all’iniziativa editoriale nata nel 1995 su idea di Ignazio Contu e si sposta su Internet. La rivista si propone di affrontare, in maniera documentata ma chiara e divulgativa, questioni in cui le scelte tecnologiche si intrecciano alla tutela degli interessi pubblici. Ogni numero propone perciò un problema, che viene analizzato in una serie di articoli “paralleli”, nei quali si sviluppano approfondimenti sull’argomento in base a differenti punti di vista o a specifiche competenze e si invitano i lettori a cercare di migliorarle, in chiave “2.0”.

 

“Abbiamo deciso di dedicare questo numero alla domanda di banda larga da parte delle famiglie italiane” –afferma l’avvocato Alessandro Luciano, Presidente FUB, che aggiunge: “Secondo i dati ISTAT, a livello europeo, l’Italia si classifica al 22° posto in termini di diffusione delle tecnologie digitali, con riferimento sia allo sviluppo di infrastrutture in Banda Larga sul territorio, sia all’utilizzo di internet da parte degli utenti finali. Un ritardo significativo che rischia di accrescere l’esclusione sociale di oltre un terzo dei cittadini del nostro Paese, quelli che ancora oggi non utilizzano la rete”.

E se la domanda di banda larga da parte delle famiglie italiane non decolla, Luciano sottolinea con forza: “Rassegnarsi a lasciare oltre un terzo del paese escluso dalla rete non solo è inaccettabile per un paese civile, ma contribuisce a privare il sistema delle risorse necessarie per completare le infrastrutture“.

 

Ad entrare nel merito del terzo numero di telèma2puntozero, dedicato  alla domanda di banda larga da parte delle famiglie italiane è Mario Frullone, Direttore delle Ricerche  della Fondazione Ugo Bordoni, che afferma: “Oltre un terzo degli italiani è oggi escluso da Internet, un dato  che riflette un rapporto con le tecnologie che storicamente è sempre stato difficile e che va analizzato attraverso rilevazioni sistematiche sulla diffusione e sull’uso dell’ICT nella Pubblica Amministrazione italiana e sull’impatto che le tecnologie hanno sui cittadini.

Secondo Frullone questo dato “va arginato operativamente attraverso l’erogazione di servizi on line utili agli utenti finali, l’alfabetizzazione di quella gran parte di esclusi che non usano internet per incapacità e una serie di incentivi mirati sui costi”. (c.g.)