Mediaset attacca la stampa: ‘Nessuna crisi. Toni inaccettabili sui conti del primo semestre’

di Raffaella Natale |

L’azienda televisiva chiede al sistema editoriale italiano di non disinformare l'opinione pubblica.

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Mediaset ritiene inaccettabili toni e titolazioni di molte cronache finanziarie apparse sulla stampa italiana a commento dei conti del primo semestre 2012 della società. In un comunicato ufficiale evidenzia che “il gruppo ha presentato un utile netto di 43,1 milioni di euro e tuttavia i lettori italiani hanno visto articoli in cui Mediaset è descritta come un’azienda in gravissima difficoltà”.

 

Un trattamento, secondo la società, opera di gruppi editoriali italiani che stanno vivendo momenti difficilissimi con conti in rosso e annunci di interventi strutturali anche sugli organici. Solo per limitarsi ai bilanci pubblici delle società quotate, indica sempre Mediaset, hanno comunicato in queste ore perdite rilevanti Rcs Mediagroup (427 milioni), Telecom Italia Media-La7 (35 milioni) e Gruppo 24 Ore (8,4 milioni)

 

Mediaset  – conclude la nota – respinge, quindi, vocaboli come “crisi”, “crollo, “ko” usati nei resoconti giornalistici per una società che ha chiuso il semestre in attivo. E chiede al sistema editoriale italiano di non disinformare l’opinione pubblica”.

 

Tuttavia l’utile di 43,1 milioni di euro presentato dalla società rappresenta poco più di un quarto degli utili registrati l’anno scorso. Ovvero, più precisamente,  il 73,5% in meno del 2011, con i ricavi che sono scesi a 1,999 miliardi, dai 2,253 miliardi. E le prospettive per fine anno non sono delle migliori, se lo stesso gruppo, licenziando i conti, aveva precisato che “poiché il quadro economico generale non prospetta verosimili segnali di ripresa nei prossimi mesi, l’andamento del mercato pubblicitario difficilmente potrà vedere nel secondo semestre una radicale inversione di tendenza, sia in Italia sia in Spagna, rispetto a quella registrata nel primo semestre. Sul fronte ricavi è quindi poco probabile ipotizzare una crescita rispetto al 2011. A proposito degli utili, poi, il gruppo aveva confermato “la previsione già annunciata al termine del primo trimestre di chiudere l’esercizio 2012 con un utile netto consolidato inferiore a quello registrato nel 2011. 

 

Semestrale che non piaciuta neanche agli analisti, il giorno dopo la presentazione titolo è arrivato a perdere fino all’11%. A pesare sull’andamento a Piazza Affari anche il commento di Mediobanca che ha parlato di “Una fredda, fredda estate” per il Biscione (Leggi Articolo Kery4biz).

 

Questo va ad aggiungersi alla conferma del piano di 250 milioni di risparmi nel triennio, rimandando a novembre per un eventuale aggiornamento.

Il gruppo televisivo non ha, infatti, fatto cenno all’ulteriore taglio di circa 150 milioni, costi che sarebbero stati anticipati a un tavolo sindacale in aggiunta ai 250 milioni già annunciati per il triennio.

 

Sul tema il CFO Marco Giordani si è limitato a spiegare che “quella di 400 milioni di tagli complessivi non è un’indicazione della società alla comunità finanziaria: quella per noi rimane di 250 milioni, mentre la cifra di 400 milioni dipende anche dalla base che si considera per i calcoli”.

 

Il tavolo sindacale in questione riguardava anche la cessione delle sedi regionali di Videotime, escluse quelle di Milano e Roma, che coinvolge 74 dipendenti specializzati nel settore delle riprese e del montaggio e che secondo Mediaset dovrebbe portare a regime risparmi per circa 2 milioni di euro l’anno (Leggi Articolo Key4biz). 

In ogni caso la portata del progetto Videotime (con il conferimento a una newco che verrebbe poi ceduta) sembra contenuta rispetto al piano complessivo dei tagli previsto da Mediaset e in rapporto alle dimensioni degli asset italiani del gruppo di Cologno Monzese, in quanto coinvolgerebbe l’1,3% della forza lavoro attuale.