Facebook: in aumento i profili fasulli. Più di 8 su 100 sono taroccati

di Alessandra Talarico |

Il social network ha reso noti anche i dati relativi alla sua ‘impronta ecologica’: nel 2011, le emissioni totali di CO2 sono state 285 mila tonnellate, meno di un decimo di quelle dichiarate da Google nel 2010 (1,5 milioni di tonnellate).

Mondo


Facebook

Sono 83 milioni gli utenti ‘fasulli’ di Facebook: lo ha rivelato la società in un documento appena pubblicato, secondo il quale l’8,3% dei profili del social network è falso.

Certo, una goccia nel mare dei suoi 955 milioni di utenti, ma pur sempre un dato importante per un sito nel quale gli utilizzatori sono uno degli asset principali e in un momento in cui gli investitori tengono d’occhio ogni dettaglio della piattaforma.

 

I ‘fake user’ sono stati suddivisi in tre categorie: i profili duplicati (4,8%) – ossia quelli che gli utenti mantengono in aggiunta al loro profilo principale – gli account classificati in modo scorretto (2,4%, sono quelli classificati come ‘personali’ ma che in realtà sono stati creati per un’azienda, un’organizzazione o anche per un animale) e gli utenti ‘indesiderati’ (1,5%), ossia quelli che violano i termini e le condizioni del servizio e che vengono usati per inviare spam o altri contenuti.

 

L’ultima volta che Facebook aveva diffuso i dati sui profili fasulli, erano ‘taroccati’ tra il 5 e il 6% degli account, per un totale tra i 40 e i 50 milioni.

 

Il modello di business di Facebook si basa soprattutto sulla pubblicità mirata ed è dunque importante, per gli inserzionisti, conoscere il numero esatto degli utenti – quelli i cui ‘like’ hanno un valore e quelli che invece sono fasulli.

“La perdita di inserzionisti – ha affermato Mark Zuckerbergo la riduzione dei loro investimenti sul nostro sito, potrebbe seriamente danneggiarci”.

 

Il mese scorso, Rory Cellan-Jones della BBC aveva effettuato un ‘esperimento’ per verificare la provenienza dei falsi ‘like’, mettendo in piedi un’azienda fasulla chiamata VirtualBagel. Secondo i risultati di questa prova, la maggior parte dei ‘like’ per l’azienda erano originati in Medio Oriente e Asia da falsi utenti tra i quali il più attivo era il cairota ‘Ahmed Ronaldo’.

La scorsa settimana, quindi, la società di distribuzione digitale Limited Press ha asserito che – secondo i dati del suo sistema di analisi – l’80% dei click sulle sue pubblicità sul social network proveniva da utenti fasulli.

In un post sulla sua pagina Facebook – riporta la BBC – Limited Press aveva scritto: “Dei bot stanno caricando pagine e facendo lievitare i costi per la pubblicità. Abbiamo provato a contattare Facebook ma senza ottenere risposta. Sappiamo a chi appartengono questi bot? No. Staimo accusando Facebook di usarli per incrementare i profitti pubblicitari? No. È strano? Si”.

 

Dopo un po’ il post è stato rimosso e la società ha affermato che Facebook aveva ‘iniziato a interessarsi al problema’.

 

Il social network, intanto, ha reso noti anche i dati relativi al suo impatto ambientale: nel 2011, le emissioni totali di CO2 sono state 285 mila tonnellate, meno di un decimo di quelle dichiarate da Google nel 2010 (1,5 milioni di tonnellate).

Il 72% delle emissioni è generato dai data center situati negli Usa. per alimentare i suoi centri dati, Facebook utilizza per il 27% carbone; per il 23% fonti rinnovabili; per 17% gas; 13% nucleare e per il restante 20% fonti non classificabili.