Diritti umani: tutelarli anche online. Dal Consiglio d’Europa due raccomandazioni per i motori di ricerca e i social network

di Alessandra Talarico |

Il Comitato dei Ministri ha invitato gli Stati a collaborare con i fornitori di servizi per sensibilizzare gli utenti sugli eventuali pericoli in materia di diritti umani.

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La libertà d’espressione e di associazione, l’accesso all’informazione e il diritto al rispetto della vita privata devono essere garantiti anche online.

È quanto sottolinea il Consiglio d’Europa che ha appena adottato due raccomandazioni ad hoc, invitando gli Stati membri a tutelare i diritti umani, in particolare la libertà d’espressione, l’accesso all’informazione, la libertà di associazione e il diritto al rispetto della vita privata.

 

Nella Raccomandazione sui servizi di social network, il Comitato dei Ministri spiega: “I servizi di social networking sono ormai una parte importante della vita quotidiana di un numero crescente di persone. Si tratta di uno strumento di espressione e di comunicazione tra individui e anche per la comunicazione di massa diretta o in forma aggregata. Questa complessità fornisce ai fornitori di servizi di social networking un grande potenziale per promuovere l’esercizio e l’espressione dei diritti umani e delle libertà fondamentali, in particolare la libertà di espressione, creazione e scambio di contenuti”.

Tuttavia, prosegue il testo, sulle piattaforme di social networking “il diritto alla libertà di espressione e informazione, così come il diritto alla privacy e alla dignità umana possono essere minacciati o discriminati. Le minacce nascono, in particolare, dalla mancanza di garanzie giuridiche e procedurali che possono portare all’esclusione di utenti; dall’insufficiente protezione dei bambini e dei giovani contro i contenuti o i comportamenti nocivi; dalla mancanza di rispetto per i diritti altrui; dalla mancanza di impostazioni predefinite privacy-friendly; dalla mancanza di trasparenza in merito alle finalità per le quali sono raccolti e trattati dati personali”.

Per questo, sottolinea il Comitato dei Ministri, “…l’educazione ai media è particolarmente importante nel contesto dei servizi di social networking per rendere gli utenti consapevoli dei loro diritti e anche per aiutarli ad acquisire o a rafforzare il valore dei diritti umani e a sviluppare il comportamento necessario per rispettare i diritti e le libertà altrui”.

 

Gli Stati sono quindi invitati a collaborare con i fornitori di servizi per sensibilizzare gli utenti sugli eventuali pericoli in materia di diritti umani. Il Comitato raccomanda inoltre di aiutare gli utenti a comprendere le impostazioni prestabilite dei loro profili – che dovrebbero essere concepite per favorire la privacy – e a compiere scelte consapevoli sulla loro identità in linea.

 

Nella Raccomandazione sui motori di ricerca, il Comitato dei Ministri spiega che l’azione dei motori di ricerca può influenzare la libertà di espressione e, facilitando l’accesso alle informazioni può supportare il diritto di cercare, ricevere e diffondere informazioni. Allo stesso modo, la loro azione ha un impatto sul diritto alla privacy e alla protezione dei dati personali.

Le minacce, in questo senso, possono derivare “dalla progettazione di algoritmi, dalla de-indicizzazione e/o dal parziale o tendenzioso trattamento dei risultati dalla concentrazione del mercato e dalla mancanza di trasparenza riguardo sia il processo di selezione e che di classificazione dei risultati”

Inoltre, i motori di ricerca hanno generato “nuovi tipi di dati personali, come ad esempio le cronologie di ricerca individuali e i profili comportamentali”.

Vi è dunque la necessità di proteggere e promuovere “l’accesso, la diversità, il trattamento imparziale, la sicurezza e la trasparenza” e di promuovere lo sviluppo di competenze che consentano agli utenti di avere un accesso consapevole alla più grande varietà possibile di informazioni, contenuti e servizi.

 

Il Consiglio, nella sua raccomandazione chiede pertanto agli Stati membri di impegnarsi con i gestori dei motori di ricerca per migliorare la trasparenza sul modo in cui l’accesso all’informazione viene fornito, in particolare i criteri utilizzati per selezionare, classificare e rimuovere i risultati di ricerca. Il Comitato dei Ministri invita a maggiore trasparenza e rispetto dei diritti degli utenti nel trattamento dei dati personali, per esempio i “cookies“, gli indirizzi IP e la cronologia delle ricerche.