Pluralismo dei media: nel mirino del Comitato degli esperti Ue l’Ungheria, ma anche l’Italia e la Francia

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Entro l’anno il Comitato, istituito da Neelie Kroes, renderà un Rapporto completo sulle condizioni esistenti nella Ue, indicando quei Paesi dove è maggiore il rischio per la libertà d’espressione.

Unione Europea


Vaire Vike-Freiberga

Un gruppo di esperti d’alto livello incaricati dalla Commissione Ue di analizzare il pluralismo dei media in Europa ha comunicato ieri le proprie osservazioni, puntualizzando la situazione esistente in Ungheria, ma anche in Italia e Francia.

Questo gruppo di saggi, presieduto dall’ex presidente lettone Vaire Vike-Freiberga, ha rilevato in particolare “la straordinaria concentrazione di competenze in seno al Consiglio dei media” ungherese, l’autorità di controllo.

Ciò determina la presenza in Ungheria di “potenziali fonti di pressione sui media, con rischi di restrizioni anche per la libertà d’espressione”, ha detto la donna, promettendo di fornire un Rapporto completo entro la fine dell’anno.

Il governo ungherese “farebbe bene a riconsiderare le leggi e i regolamenti adottati“, ha aggiunto, in modo da tenere in conto la reazione dell’opposizione e da “non violare la Carta europea dei diritti fondamentali o il concetto europeo di libertà di espressione. “

 

Il gruppo s’è anche interessato alla situazione italiana, dove si evidenzia l’estrema concentrazione delle emittenti televisive e radiofoniche private nelle mani di un’unica persona.  Chiaro il riferimento della Vike-Freiberga all’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

“La Corte costituzionale italiana aveva parlato di una situazione non desiderabile, ma politicamente questa valutazione è stata ignorata“, ha precisato il presidente del comitato.

 

Il gruppo ha anche affrontato la questione della nomina del presidente di France Télévisions da parte del presidente francese: “E’ chiara la concentrazione di poteri in una sola mano, ma in Francia ci sono altri meccanismi che servono ad attenuare” questa concentrazione, ha notato la Vike-Freiberga.

Tuttavia, questo potere di nomina conferito al presidente francese, “non è un buon esempio per l’Europa“, ha insistito, indicando che si tratta di qualcosa che “non dovrebbe avvenire in nessun Paese europeo”.

 

Il Comitato di esperti dovrà rendere le proprie conclusioni entro la fine dell’anno al Commissario Ue per la Digital Agenda Neelie Kroes, che si sta interessando direttamente della situazione presente in Ungheria (Leggi Articolo Key4biz).

La Kroes ha anche incontrato il CEO di Klubradio, principale radio d’opposizione ungherese che ha perso 8 frequenze nel 2011 e rischia di non poter più trasmettere da Budapest dal 1° marzo.

Il progresso tecnologico, ha commentato Vike-Freiberga, aiuta la moltiplicazione delle frequenze, la questione della loro disponibilità e della loro distribuzione non dovrebbe più essere oggetto di dibattito.

Le valutazioni del gruppo di esperti sono indipendenti dalla procedura di infrazione avviata recentemente dalla Ue contro l’Ungheria.

 

 

Per maggiori approfondimenti:

Hungarian Media Laws in Europe