Digitale terrestre: operatori storici e nuovi entranti in Europa

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Nei primi sei mesi del 2011 i broadcaster storici italiani della TV terrestre hanno registrato il 72,9% di audience dai rispettivi canali generalisti e l’8% dai propri canali nativi digitali. I nuovi entranti complessivamente il 2,6% di ascolto.

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Osservando l’attuale composizione delle offerte gratuite disponibili su TDT in Francia, Italia, Spagna e Regno Unito, e-Media Institute propone un’analisi del rapporto tra broadcaster storici (già presenti su rete terrestre con canali analogici) e nuovi entranti nella TV terrestre.

L’analisi mette in luce due principali evidenze: in tutti i Paesi la digitalizzazione delle reti terrestri ha allargato in misura significativa l’offerta (numero di canali disponibili), permettendo l’ingresso di nuovi operatori, anche se in misura diversa a seconda dei Paesi (inferiore in Francia e Spagna, superiore in Italia e soprattutto UK); i broadcaster storici confermano comunque la propria centralità sulla TDT, sia per numero di canali offerti, sia per quote di ascolto generate dai rispettivi canali generalisti e, con un’incidenza crescente, dai propri canali nativi digitali.

 

Dal punto di vista del numero dei canali gratuiti diffusi su TDT, il Regno Unito è il Paese dove l’incidenza dei nuovi entranti è più elevata. Su un totale di 42 canali disponibili su TDT, sono infatti 21 quelli che fanno capo a soggetti non presenti nella televisione analogica terrestre. Tra questi i principali, per qualità dell’offerta e risultati di ascolto, sono senz’altro UKTV (controllato però al 50% dal broadcaster pubblico BBC) e l’operatore di Pay-TV satellitare BSkyB, entrambi presenti con tre canali ciascuno all’interno di Freeview.

 

Con pochissime altre eccezioni, su tutti MTV Networks Europe e il gruppo Discovery, i nuovi entranti della TV terrestre occupano soprattutto i segmenti di offerta delle televendite e del lifestyle – special interest. Se, infatti, si passa dall’analisi del numero di canali a quello degli ascolti, si nota come nel Regno Unito, al pari di quanto accade negli altri principali Paesi europei, sono soprattutto i canali nativi digitali dei grandi broadcaster a generare gli ascolti più consistenti (canali generalisti “storici” esclusi). Nel primo semestre del 2011, infatti, i canali TDT dei quattro operatori “storici”, ovvero BBC, ITV, Channel 4 e Five, hanno totalizzato un’audience share media pari al 19,1% sul totale universo TV. Sommando a questo valore quello dei rispettivi canali generalisti già presenti in analogico su rete terrestre, l’audience complessiva dei quattro operatori sale al 74%. I new comer della TDT, invece, realizzano solo il 5% circa dell’ascolto con un totale di 21 canali. La quota più consistente (2%) è appannaggio di BSkyB.

 

Con un netto capovolgimento rispetto alle aspettative iniziali, quando nell’assegnazione delle licenze era stato privilegiato l’ingresso di nuovi operatori, è in Francia dove il peso dei broadcaster “storici” della TV analogica terrestre (TF1, France Télévisions, M6, Arte e Canal Plus) risulta oggi il più elevato tra i quattro Paesi considerati. Su un totale di 19 canali nazionali gratuiti diffusi su TDT, infatti, i nuovi entranti offrono complessivamente 4 canali soltanto, poco più del 20% del totale. Negli ultimi due anni, infatti, due importanti operazioni di concentrazione hanno modificato significativamente gli equilibri della piattaforma TDT.

 

Dapprima, nel corso del 2010, il principale broadcaster commerciale TF1 aveva rilevato dal Gruppo AB il 100% del canale NT1 e il 40% di TMC, di cui già deteneva il 40%. In un secondo momento, poche settimane fa, il Gruppo Canal Plus ha concluso l’acquisizione dal Gruppo Bollorè del 60% dei due canali Direct 8 e Direct Star.

Ad oggi, dunque, se si esclude anche il canale parlamentare LCP, sono solo tre i nuovi editori presenti sulla TDT francese, vale a dire NextRadioTV (presente con il canale di informazione BFM TV), Groupe NRJ (NRJ 12, canale musicale) e il Gruppo Lagardere, cui fa capo il 66% del canale per bambini Gulli. Nei primi sei mesi del 2011, i canali TDT dei nuovi entranti raccolgono nel loro complesso il 5,8% di audience share, contro il 16,7% dei canali nativi digitali dei broadcaster “storici”. Se a questo valore si somma anche l’audience dei canali generalisti anche presenti in analogico, la quota di ascolto complessiva dei grandi operatori TV salirebbe oltre l’80% (82,4%).

 

La situazione della TDT in Spagna è simile a quella registrata in Francia. Su un totale di 26 canali nazionali gratuiti disponibili, 19 (il 73% del totale) fanno capo ai broadcaster “storici” già presenti in analogico (RTVE, Mediaset Espana, Antena 3 e la Sexta), mentre i restanti 7 (27%) sono appannaggio dei due nuovi operatori Sociedad Gestora de Televisión Net TV e Veo Televisión. La prima è partecipata al 55% dal Gruppo Vocento, attivo a largo raggio nel settore media (TV, quotidiani, periodici, radiofonia etc.) e vede tra i suoi azionisti anche il Gruppo Walt Disney e il Gruppo Intereconomía. L’offerta di Net TV su TDT si compone di quattro canali, ovvero Intereconomia TV (all news), Disney Channel (kids), La 10 (generalista) e MTV (musica). Il secondo new comer, Veo Televisión, opera su TDT tre canali gratuiti, ovvero i due generalisti Veo Television e 13TV e il canale di informazione sportiva Marca TV. La società è controllata interamente dal Gruppo Unidad Editorial, che a sua volta fa capo al Gruppo italiano RCS. Dal punto di vista degli ascolti, i due nuovi entranti conseguono, con i sette canali gratuiti controllati, una quota di ascolto pari al 5,8% nel primo semestre 2011. I broadcaster storici raccolgono invece un’audience share complessiva pari al 72,9%, dato dalla somma degli ascolti dei canali generalisti ex-analogici (55,2%) e dei nuovi canali nativi digitali che trasmettono su piattaforma TDT (17,7%).

 

Se si analizza la ripartizione dei canali TDT nazionali tra broadcaster “storici” e new comer, l’Italia occupa una posizione intermedia tra Regno Unito da una parte e Francia e Spagna dall’altra. A oggi, infatti, si contano in totale 55 canali nazionali gratuiti, considerando nel computo solo quelli classificati come tali a livello di LCN (Logical Channel Numbering). Il 62% del totale dei canali presenti, ovvero 34 in valori assoluti, è operato dai cinque editori già presenti sulla TV terrestre con i rispettivi canali analogici, vale a dire Rai, Mediaset, Telecom Italia Media, Gruppo L’Espresso e Rete Capri. I restanti 21 canali, il 38% dell’offerta disponibile, è invece appannaggio di operatori “nuovi” alla TV terrestre gratuita. Nei primi sei mesi del 2011 i broadcaster “storici” della TV terrestre ottengono il 72,9% di audience share dai rispettivi canali generalisti e l’8% dai propri canali nativi digitali, in forte ascesa. I nuovi entranti ottengono complessivamente il 2,6% di ascolto. Si consideri tuttavia che tali dati prendono in considerazione i soli canali le cui audience sono pubblicate e non sono quindi del tutto comparabili a quelli degli altri Paesi.