Yahoo!: rispunta l’ipotesi di un merger con AOL, ma a chi giova?

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Secondo Bloomberg riprende quota un’ipotesi già ventilata l’anno scorso, che vedrebbe il Ceo AOL, Tim Armstrong, prendere le redini della nuova società.

Stati Uniti


Tim Armstrong

Potrebbe presto riprendere quota l’ipotesi di una fusione tra Yahoo! e AOL: le solite “fonti anonime ben informate” lo hanno riferito a Bloomberg, che sottolinea come AOL, in forti difficoltà, starebbe valutando le sinergie di un’eventuale merger.

I beninformati riferiscono che Yahoo, alla ricerca di un nuovo leader dopo l’allontanamento di Carol Bartz, potrebbe acquisire AOL, portando così al timone un manager ‘dal background impeccabile’ come Tim Armstrong, il quale, a sua volta, vedrebbe di buon occhio la possibilità (o anche la sfida) di mettere alla prova le sue capacità di leadership in una grande azienda internet come Yahoo.

Sarebbe lo stesso Armstrong, secondo le fonti di Bloomberg, a portare avanti le trattative attraverso Allen & Co, dopo che già lo scorso anno le due società erano considerate molto vicine a un accordo. Rumors che hanno ripreso consistenza dopo il licenziamento della Bartz e che si incentrano sulla possibilità che sia proprio Armstrong a prendere le redini della nuova entità societaria.

Secondo Bloomberg, tuttavia, Yahoo! non sarebbe interessato a una simile operazione, date le perdite e i profitti in calo di AOL, il cui valore di mercato si aggira intorno a 1,6 miliardi, contro i 18,2 miliardi di Yahoo!.

Nel 2006, sotto l’ala della Time Warner, AOL registrava un fatturato totale di 7,8 miliardi di dollari ma da allora, le vendite si sono contratte di almeno il 20% l’anno, nonostante l’aumento del traffico. Dal divorzio con Time Warner, la società ha perso qualcosa come 800 milioni di dollari e nell’ultimo trimestre, chiuso ad agosto, ha riportato una perdita netta di 11,8 milioni di dollari.

Nel 2006, Nielsen NetRatings posizionava AOL al quinto posto tra i siti più visitati al mondo, con 75,3 milioni di visitatori unici al mese. L’ultimo report della società, invece, riporta AOL al decimo posto mondiale, con poco più di 100 milioni di utenti unici mensili.

Yahoo e AOL stanno entrambe lottando per riguadagnare terreno nei confronti di società come Google e Facebook, ma faticano a monetizzare l’advertising, raccogliendo solo le briciole del mercato, che negli Usa è cresciuto del 20% nel 2011 rispetto al 2010, raggiungendo un valore di circa 31 miliardi di dollari.

La quota di mercato di Yahoo nell’advertising online, secondo recenti previsioni, quest’anno si attesterà all’11% (dal 16,1% del 2009), quella di AOL al 2,7% (dal 4,4%).

AOL, nel frattempo, sta cercando di trasformarsi in editore di contenuti e ha speso milioni di dollari in acquisizioni, portando sotto il suo ombrello media centers come Huffington Post, Engadget, Joystiq e TechCrunch. Eppure, il tempo medio trascorso dagli utenti sui suoi siti non supera le due ore mensili. Un tempo superiore a quello trascorso sulle proprietà Yahoo (1,43 ore contro 3,28 ore nel 2006) ma di molto inferiore a Google, Microsoft e, naturalmente, Facebook, sulle cui pagine gli utenti passano qualcosa come sei ore al mese.